Di cosa sono fatte le storie della Holden

Sei mappe letterarie sui progetti di Opening Doors

The Catcher
The Catcher
5 min readAug 7, 2018

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In queste mappe sono contenuti 116 progetti di storytelling, quelli che sono stati raccontati il 6, 7 e 8 giugno, durante le giornate di Opening Doors alla Scuola Holden. Per chi non lo sapesse: OD è un rito di passaggio in cui gli studenti che hanno terminato il Biennio presentano i loro progetti a un pubblico di professionisti di editoria, cinema e televisione, agenzie di comunicazione, giornalisti e in generale a chi potrebbe offrire loro un lavoro. È un rito di passaggio per molti aspetti che hanno a che fare con la fine e l’inizio delle cose, e con l’avere 5 minuti su un palco per raccontare a cosa si è lavorato per quasi 2 anni.

5 minuti per 159 studenti = 560 minuti di pitch. Dietro però c’è molto di più: un oceano di idee e parole, qualcosa come 5000 pagine scritte, che abbiamo pensato di navigare per provare a raccontarvi un pezzetto dell’immaginario dei nostri studenti, come pensano le storie e come ci si muovono all’interno.

Durante questa navigazione, per esempio, abbiamo scoperto una volta per tutte che alla Holden le storie non sono sempre fatte della stessa sostanza dei sogni.

Ispirandoci ai cartografi di un tempo, abbiamo quindi realizzato 6 mappe per illustrare, nella forma di mari e continenti, alcune delle caratteristiche centrali di questi progetti. Non una presentazione dettagliata, ma il racconto delle correnti, delle tendenze comuni, dei fenomeni in atto: un pezzo di geografia in divenire di chi vuole fare della narrazione il modo in cui sopravvivere nel mondo.

1. Tipi di storie

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: nella prima mappa, la parola e l’esperienza sono i due poli di riferimento. In mezzo a questo spazio ipotetico, i progetti sono raggruppati e posizionati in base alla forma che hanno: libri, film, installazioni. Dalla parte delle parole, i libri occupano quasi metà tavola; nell’altra metà si dispiega la varietà degli oggetti e delle esperienze prodotte per il cinema, il digitale e il mondo degli eventi. Queste isole hanno una caratteristica comune: sono altamente instabili. Da un momento all’altro, un libro può trasformarsi in un film (o viceversa), così come un’idea può affondare per lasciarne emergere molte altre.

2. Generi narrativi

Reale e irreale sono le due correnti che attraversano il secondo arcipelago. Qui i progetti sono collocati in base al genere di riferimento. Da un lato, completamente immersa nel reale, c’è la terra della non-fiction (21 progetti, il 18% del totale). Il vasto arcipelago della fiction si allarga nella direzione opposta, perdendosi nelle nebbie dell’irreale (84 progetti, il 73% del totale). Se vi avvicinate, scoprirete che i confini tra un’isola e l’altra non sono poi così netti: scambi continui e collegamenti colorano i mari interni. La trasversalità e il gusto per lo sconfinamento sono infatti caratteristiche comuni dei progetti.

3. Tempi delle storie

C’era una volta, sì, ma quando? Ogni storia ha un inizio. Nella terza mappa, abbiamo tracciato una rotta ideale che si sviluppa attraverso le 116 storie, a partire da quella che ha l’esordio più antico (“Alba dei tempi”) fino alle più recenti. La dimensione delle isole è determinata dal numero di storie ambientate in quel tempo (sì, qualcuno ha debole per gli anni Novanta). Complessivamente, 57 progetti sono ambientati nel presente (49%), 32 nel passato (27%), 2 nel futuro (2%) e 3 in un presente alternativo (3%). I restanti 22 sono collocati in un tempo non definito (19%).

4. Luoghi delle storie

Nella nostra cartografia letteraria non poteva certo mancare un planisfero! Abbiamo colorato di rosa i luoghi in cui è esplicitamente ambientata almeno una storia. Le collocazioni dei progetti rispecchiano le provenienze degli autori, raccontando i luoghi dove hanno vissuto in questi anni: molte sono in Italia, moltissime a Torino, con qualche sprazzo di America, Cina e Medio Oriente. Una curiosità: tra le 26 terre non localizzabili ci sono anche un limbo e un continente immaginario.

5. Nomi dei personaggi

Nelle storie che abbiamo letto vivono e muoiono centinaia di personaggi. Ma come si chiamano? Gli autori hanno mescolato attualità e tradizione, inventando o ripescando nomi semplici o desueti, epici o ridicoli. In questa mappa trovate i più utilizzati e alcuni degli altri. Sul podio, col numero maggiore di occorrenze negli abstract dei progetti, ci sono Andrea, Laura e Alice.

6. Cose che succedono

C’è chi dice che ogni storia è una storia d’amore. Chi crede che ogni narrazione racconti un viaggio. Quel che è certo è che ci sono alcune dinamiche ricorrenti, pulsioni irresistibili e momenti fatidici, che si ripropongono un progetto dopo l’altro. A queste matrici narrative è dedicata la sesta mappa, l’ultima del nostro viaggio. Il dato che la conclude riguarda gli innamoramenti. Purtroppo non possiamo contare quelli che si manifesteranno tra i lettori, ma speriamo che siano molti!

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