Tutto quello che è un uomo di David Szalay

Studiare molti uomini per capirne uno solo

Cartografi Letterari
The Catcher
3 min readMar 20, 2018

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David Szalay è nato in Canada nel 1974 e ha vissuto poi in Inghilterra e Ungheria. Forse da questi frequenti trasferimenti deriva la sua propensione a spaziare geograficamente nei suoi testi. Il «Daily Telegraph» l’ha selezionato come uno dei migliori scrittori al di sotto dei 40 anni. Tutto quello che è un uomo è il suo quarto libro.
Libro, perché Tutto quello che è un uomo non è un romanzo: i protagonisti delle nove parti in cui è diviso sono sempre diversi, così come sono diverse le storie, le ambientazioni e le età. Si percorre l’Europa e si passa dall’adolescenza alla vecchiaia, da aprile a dicembre. Tutto quello che è un uomo non è una raccolta di racconti però: tutto è amalgamato, c’è una crescita, un’evoluzione e nessuna parte avrebbe significato da sola.
È tutto quello che è un uomo. È un saggio, un’indagine. È azzardato e allo stesso tempo facile, forse banale, dire che è un’indagine introspettiva.

Forse Szalay ha studiato molti uomini per capirne uno solo. Perché la sensazione, la domanda che emerge alla fine del libro non è tanto cosa sia un uomo, ma se ogni uomo non sia un po’ tutti gli uomini. Come Shylock ci ritroviamo a riflettere e a domandarci se non esista un minimo comune denominatore che si possa allargare a tutti gli uomini e conseguentemente un comune denominatore per tutte le persone. La risposta sembra positiva e esiste già una parola per definirla: umanità.

La cattiva notizia è che la nostra caratteristica più umana, più comune e universale sembra essere una sorta di vaga tristezza, un senso di solitudine condiviso.

Una sensazione che si può rintracciare nelle stesse parole dell’autore: “La sensazione che ogni tanto lo prende di essere lontanissimo da casa. La sensazione che se dovesse andargli male, per lui non ci sarebbe più nessuno.” La scrittura di Szalay è una corrente placida e irresistibile, accarezza, trasporta, accompagna di storia in storia, di situazione in situazione. La sensazione è piacevole, un delicato effluvio di parole, quasi un massaggio e come sanno tutti coloro che hanno sperimentato un massaggio fisioterapico può anche fare un po’ male. È così, quando il massaggio lavora su una contrattura farà inevitabilmente un po’ male, ma dopo si starà meglio.

Dati: Andrea Falcone e Marco Bonavia
Testo:
Marco Bonavia
Concept e realizzazione grafica:
Alice Rebolino

Infografiche letterarie è una rubrica per maniaci lettori e infaticabili cercatori.

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Libera Società di Navigazione letteraria, Mappatura dell’Immaginato e Commercio con l’Ignoto; fa porto alla Scuola Holden a Torino