Per gli amici: Rosatellum bis

Breve guida incompleta alla legge elettorale

The Lighthouse
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4 min readFeb 26, 2018

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Di Giacomo Bruno

Come ci ricorda ossessivamente il conto alla rovescia de Il Post, mancano ormai pochi giorni, secondo più secondo meno, al fatidico 4 marzo.

Ma come funziona la formula elettorale che verrà utilizzata per tradurre le nostre X sulla scheda in seggi da assegnare a questa o quella forza politica?

La legge elettorale approvata dalle Camere a fine ottobre 2017 porta il nome di “legge 3 novembre 2017, n. 165; Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali.”

Per gli amici: Rosatellum bis.

Il Rosatellum è un sistema misto: un terzo circa dei deputati e dei senatori sono eletti con formula maggioritaria, i restanti due terzi con formula proporzionale.

Il territorio nazionale è suddiviso in 28 circoscrizioni per la Camera dei Deputati e in 20 circoscrizioni per il Senato della Repubblica. L’estensione di tali circoscrizioni coincide nella maggior parte dei casi con il territorio delle regioni; fanno eccezione Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, suddivise in più circoscrizioni (ad esempio, due sono le circoscrizioni del Piemonte, quattro quelle della Lombardia).

Ogni circoscrizione risulta a sua volta suddivisa in collegi uninominali. In ogni collegio uninominale è eletto un solo candidato, scelto attraverso un sistema maggioritario “a maggioranza relativa” (plurality). Nulla di complicato: come avviene ad esempio nel Regno Unito, risulta eletto chi nel collegio ha ottenuto più voti, anche se non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Dunque, se nel collegio A il candidato Rossi prende il 30% dei voti, Verdi il 32% e Gialli il 35%, solo quest’ultimo (Gialli) risulterà eletto, benché sia ben lontano dal rappresentare la maggioranza assoluta (50% + 1) degli elettori di quel collegio.

I collegi uninominali sono in tutto 231 per la Camera, e altrettanti sono dunque i candidati eletti con il metodo sopra descritto. Ma se i deputati da eleggere, al netto dei 12 della circoscrizione estero, sono 618, da chi vengono occupati i restanti 386 scranni?

La Camera dei Deputati vista dal banco della Presidenza

Per rispondere a questa domanda dobbiamo considerare la parte proporzionale della formula elettorale: i collegi uninominali sono accorpati a costituire 63 collegi plurinominali. In ognuno di tali collegi sono eletti da tre a otto candidati, per un totale, appunto, di 386 eletti.

In Piemonte i collegi plurinominali sono quattro (a fronte di 17 uninominali) ed eleggono ciascuno dai 6 agli 8 deputati in base alla popolazione. Qui potete trovare i numeri relativi alle altre regioni e al Senato della Repubblica.

Come sono fatte le schede che riceveremo il 4 marzo?

Le schede elettorali sono due: una per la Camera e una per il Senato (se si hanno più di 25 anni).

Le schede sono simili: per ogni lista compaiono il simbolo e l’elenco dei candidati nel collegio plurinominale in cui si vota. Le liste, poi, sono raggruppate — a formare coalizioni — sotto il nome del candidato (di coalizione) nel collegio uninominale.

Fac-simile di una scheda elettorale per il Rosatellum

È possibile esprimere il proprio voto in tre modi differenti:

  • facendo una X sul nome del candidato uninominale: in questo caso il voto andrà ovviamente a quel candidato per quanto riguarda l’uninominale, e alla lista o alle liste che lo sostengono (e dunque ai candidati presentati da queste) nel plurinominale (nel caso di coalizioni, i voti saranno distribuiti proporzionalmente in base a quanto ciascuna lista risulta votata nel singolo collegio);
  • facendo una X sul nome del candidato uninominale e su una delle liste che lo sostengono: in questo caso il voto andrà ovviamente a quel candidato per quanto riguarda l’uninominale e solamente ai candidati della lista scelta per quanto riguarda il plurinominale;
  • facendo una X sulla lista: in questo caso il voto va al candidato uninominale sostenuto da quella lista e dai candidati da questa schierati nel proporzionale.

Non è ammesso il voto disgiunto: non si potrà quindi votare una lista e al tempo stesso un candidato sostenuto da un’altra lista/coalizione.

Dal momento che per parlare in modo completo di sistema elettorale non basterebbero centinaia di pagine, non sono pochi gli argomenti rimasti esclusi dalla nostra brevissima trattazione: costituzionalità dei listini bloccati proporzionali, quote di genere, soglie di sbarramento, pluricandidature ecc. Per delle spiegazioni più complete rimandiamo, tra gli altri, qui e qui.

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