Quando la Fantasia incontra la Realtà — seconda parte
Eccoci al secondo appuntamento di una rubrica cominciata parlando del “padre” della tecnica mista: il regista israelo-americano Ralph Bakshi.
Il protagonista di questo articolo, Ari Folman, ha davvero molto in comune con il signor Bakshi: entrambi nati ad Haifa, entrambi uniti dalla guerra (la famiglia di Bakshi si trasferì negli Stati Uniti per sfuggire all'Olocausto, Folman proviene da una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti a quello sterminio), entrambi appassionati di Cinema.
Ari Folman presta servizio nell'esercito all'età di 19 anni, e prendendo parte alla Guerra civile libanese del 1975–1990 si trova ad essere testimone del terribile massacro di Sabra e Shatila.
Il tentativo di ricordare cosa fosse successo in quei giorni, che gli riesce inspiegabilmente impossibile, lo porta a compiere un viaggio alla ricerca dei suoi ex commilitoni, viaggio che documenterà nel film che lo introduce all'animazione e che presenterà al festival di Cannes nel 2008: “Valzer con Bashir”. Il film vincerà l’anno successivo il Golden Globe come Migliore Film Straniero.
È del 2013 un altro film di Folman, particolarmente intenso e innovativo: “The Congress”. Basato sul romanzo fantascientifico “Il Congresso di Futurologia” dell’autore polacco Stanisław Lem, Folman ambienta la storia ad Hollywood, scegliendo dei notissimi attori e addirittura facendo interpretare a Robin Wright (la Jenny di “Forrest Gump”) se stessa nel ruolo di un’attrice ormai a fine carriera e con due figli da mantenere.
Sulla scia della straordinaria rivoluzione che il CGI e la realtà virtuale stanno realizzando nel mondo del Cinema (e non solo), Folman immagina una Hollywood in cui gli attori vengono scansionati da testa a piedi e poi mai più impegnati nella recitazione, sostituita dall'animazione in computer grafica del loro alter ego virtuale. La protagonista si trova ad essere la prima attrice al mondo ad accettare questo tipo di contratto, ma la storia vera e propria inizia vent'anni dopo: invitata a un congresso in cui si celebra la sua carriera virtuale, la donna si ritroverà in un mondo in cui le droghe psicotrope hanno invaso la vita di tutti gli esseri umani, e dove i sogni deliranti della droga non fanno che nascondere un’orrenda verità. La maggior parte del film è interamente disegnata e animata, con una bellissima tecnica che ricorda la Disney pre-Pixar e gli anime giapponesi, per dare allo spettatore il senso di straniamento dovuto alla droga e, contemporaneamente, per omaggiare il Cinema del disegno a mano libera.