Quando la Fantasia incontra la Realtà

Stefano Rossetti
The Lighthouse
Published in
5 min readApr 19, 2017

Alzi la mano chi non riconosce questa immagine. “Chi ha incastrato Roger Rabbit” è il film che più di tutti ha permesso agli spettatori di tutto il mondo di abbattere quel confine tra realtà e fantasia che separava uomini e cartoni animati, realtà e disegno.

Di certo è l’esempio più famoso di film “in tecnica mista”, dove cioè una ripresa in “live-action” (raffigurante attori in carne e ossa su un set) è accompagnata e persino integrata da un disegno completamente realizzato a mano e letteralmente appiccicato sulla pellicola in un secondo momento.

Come dimostra il video qui sopra, datato 1900, sin dalla nascita della settima arte registi e disegnatori hanno collaborato per realizzare questo effetto, e non solo in campo strettamente cinematografico: basti pensare al rivoluzionario videoclip della canzone “Take On Me” degli a-ah pubblicata nel 1984

Ma in questo articolo vogliamo parlare di un uomo che ha fatto della tecnica mista la sua vita, almeno finché, novello Prometeo, non è stato schiacciato da forze superiori (gli studi di produzione di Hollywood).

Ralph Bakshi, note biografiche

Bakshi nel 2009

Ralph Bakshi, classe 1938, nasce ad Haifa (allora in territorio palestinese) e, ancora in fasce, viene portato dalla famiglia negli Stati Uniti per sfuggire alla guerra. Si diploma nel 1957 in animazione alla High School of Art and Design di Manhattan e comincia a lavorare come disegnatore in diversi studi di animazione, scalando i ranghi e facendosi sempre più notare per il suo talento e le sue idee.

“Fritz the Cat”: il primo film

Un’immagine da Fritz the Cat

Dopo aver lavorato a progetti altrui, tra cui una serie tv basata sul personaggio di Spider Man, nel 1972 gli viene data la possibilità di realizzare per intero il suo primo film, “Fritz il gatto” tratto da una striscia a fumetti ideata dal fumettista Robert Crumb. Il film, politicamente scorretto e carico di scene, per così dire, osè, narra la storia di un gatto antropomorfo che si aggira per le strada di una New York in piena rivoluzione hippie, alla ricerca del senso della sua esistenza.

Primo film d’animazione al mondo a ricevere l’“x-rating” (il nostro “bollino rosso” per intenderci) “Fritz il gatto” mostra sin dall'inizio quali siano le intenzioni di Bakshi, ossia utilizzare l’animazione per creare contenuti adatti a un pubblico adulto, e riportare l’animazione agli antichi fasti, quando lo spettacolo cinematografico era preceduto da un cortometraggio di Betty Boop, di certo non adatto a un pubblico di bambini.

Dall'apice al declino

Le primissime immagini di “Coonskin” con l’aggiunta dei dialoghi

Il primo film di Bakshi si rivela un successo internazionale, ma la sua fortuna è destinata a finire. Dopo un altro titolo di successo come “Heavy Traffic” Bakshi si dedica al suo film più controverso: “Coonskin”, uscito nel 1975, in cui in un caleidoscopio di immagini in live-action, conigli di colore antropomorfi e fotografie in notturna di Harlem viene narrata la storia di tre gangster del quartiere nero che scalano la piramide sociale della criminalità organizzata newyorkese fino ad arrivarne all'apice e perire subito dopo. Il film viene tacciato di razzismo e ampiamente criticato nei contenuti e nella forma, nonostante le critiche positive del New York Amsterdam News, un giornale interamente diretto da afroamericani. Questa battuta di arresto costringe Bakshi a rivedere i suoi progetti, e dopo l’ulteriore flop di “Hey Good Lookin’ ” si dedica a film dal tono più pacato.

La svolta fantasy

Dopo il successo di “Wizards” del 1977, film sempre d’animazione in cui la guerra tra un gruppo di buffe creature fatate e un esercito di inquietanti cavalieri funge da allegoria del pericolo dei totalitarismi, Bakshi si dedica a un progetto folle: realizzare il primo adattamento cinematografico della saga de Il Signore Degli Anelli.

Il fan più attento della trilogia realizzata da Peter Jackson potrà certamente notare quanto il regista neozelandese debba a questo film incompiuto. Esatto, incompiuto, la produzione dovette tagliare i fondi al progetto e Bakshi lasciò il film mutilo.

Gli ultimi film animati e il ritiro

Dopo la fine del “progetto Tolkien” Bakshi realizzò due film molto personali: “American Pop” (1981) straordinario viaggio nella storia degli Stati Uniti attraverso la musica, dagli spettacoli di burlesque fino all'allucinata performance di Jimi Hendrix alle prese con “Purple Haze” e ai primissimi esordi del proto-punk dei Velvet Underground

“Fire and Ice” (1983) è l’ultimo film d’animazione prima del passaggio alla televisione, ormai in veste di regista, non più di animatore.

Un’ultima possibilità gli viene offerta dalla casa di produzione Paramount: realizzare un suo vecchio progetto, un film horror in tecnica mista. La Paramount compra la sua idea, ma fa modificare la sceneggiatura fino a rendere il film molto più leggero e il finale assolutamente mieloso e positivo, nell'intenzione di replicare il successo di Roger Rabbit. E così Bakshi, costretto a lavorare a un progetto che ormai non riconosce più come suo, fa uscire “Cool World” nel 1992 e si ritira dalle scene.

Ma per quanto si cerchi di limitare una mente geniale, qualcosa riesce sempre a trasparire, e infatti anche questo ultimo film dimostra ancora una volta la grande cura e attenzione che questo genio rivoluzionario ha sempre messo nel suo lavoro.

Il ritorno sulle scene

Bakshi non abbandona il mondo del cinema: continua infatti a lavorare da dietro le quinte (per esempio realizza delle scenografie per “Vanilla Sky” del 2001) fino alla riscoperta e rivalutazione del suo lavoro avvenuta in anni recenti, grazie anche alla pubblicità che gli ha fatto il più cinefilo dei registi americani, Quentin Tarantino. Grazie alla ritrovata notorietà e a un progetto di finanziamento collettivo on-line riesce a realizzare nel 2013 il cortometraggio “Last Days Of Coney Island” nello stile dei suoi gloriosi film d’esordio, cortometraggio che dal 2016 è ammirabile su YouTube gratuitamente.

Non possiamo che augurarci che una mente brillante come quella di Bakshi trovi presto nuovi finanziamenti, magari per portare a termine alcuni progetti che negli anni sono stati lasciati in sospeso. L’ adattamento del romanzo “Il Giovane Holden”, il remake in tecnica mista di “Paura E Delirio A Las Vegas” e, perché no, una versione più fedele al progetto originale di “Cool World” sono i film che maggiormente ci auguriamo Ralph Bakshi abbia voglia di realizzare al più presto. Ovviamente, finanziamenti e critiche permettendo.

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