Quanto ho guadagnato come giornalista freelance usando The Press Match
(di Barbara D’Amico — giornalista e cofondatrice di The Press Match).
Torino, 23 Aprile 2018 — Andiamo al sodo: quanto riesce a guadagnare un giornalista che utilizza uno strumento digitale come The Press Match? E’ una domanda lecita perché crediamo che organizzare meglio il modo in cui le notizie arrivano per prime ai giornalisti, specie i freelance, permetta di migliorare la qualità di quello che poi viene a sua volta proposto alle testate con cui si collabora, di farlo più in fretta ma senza sacrificare la verifica delle informazioni e quindi di produrre più articoli/servizi.
Per rispondere alla domanda bisogna analizzare l’esperienza maturata con TPM fino ad oggi. Per questo racconterò la mia: oltre ad essere la co-fondatrice della piattaforma sono una giornalista freelance e il mio lavoro consiste nel proporre alle testate con cui collaboro storie e notizie che meritino almeno un articolo o un servizio.
E’ chiaro, sono di parte ma se ho creato uno strumento per giornalisti e comunicatori devo essere la prima a usarlo e a capire se funzioni: è un po’ come per i cuochi e i ristoratori. Se non mangiassero mai nel loro stesso locale, gli avventori dovrebbero farsi venire qualche dubbio. Al contrario, vederli seduti prima del servizio a “gustarsi” lo stesso trattamento che poi riceveranno i clienti è già un buon indizio della qualità del ristorante.
Come uso The Press Match? Anzitutto ho impostato tantissimi filtri — è una mia scelta — perché mi piace vedere la mia dashboard piena e strapiena di comunicati stampa. Anche solo il titolo riesce a darmi uno spunto e accendere la mia curiosità.
The Press Match è come un luogo protetto e sicuro in cui sono io a decidere quali contenuti leggere in anteprima anziché essere contattata a tutte le ore da uffici stampa (faccio anche questo, ma sarò sincera: avere tutti i cs in un unico luogo mi ha fatto risparmiare tempo e mi ha fatto guadagnare anzitutto serenità e tranquillità per svolgere il mio lavoro in modo più efficiente).
Ad esempio ho un filtro Cibo + innovazione, diversi filtri di Economia replicati su altrettante città e regioni italiane: ho perso il conto dei filtri che uso ma non ha importanza, riesco sempre a cambiarli e a modificarli quando voglio e i cs che ho ricevuto e restano in archivio non spariscono se muto le mie preferenze.
Io mi occupo principalmente di economia, lavoro, industria 4.0, a volte ambiente, moltissimo di startup e di dati: da gennaio ad oggi la mia pagina personale su The Press Match si è popolata davvero di tantissime notizie, alcune molto aziendali, altre invece mi hanno fornito ottimi spunti e ne sono nati diversi articoli e tagli per altrettanti approfondimenti.
Prima di dirvi in quanti euro si è tradotto tutto ciò voglio darvi le prove delle pubblicazioni. Questi sono solo alcuni degli articoli e delle storie che ho scritto partendo dalla verifica di comunicati che ho letto su The Press Match in questi mesi (e che non avrei ricevuto altrimenti o che avrei rischiato di perdere se fossero rimasti solo in email):
- La storia della wedding planner di Cisterna di Latina che ha messo su un’impresa (articolo nato da questo comunicato in cui questa azienda presentava se stessa: a me interessava però la storia della sua fondatrice e sono risalita fino a lei).
- La protesta degli insegnanti in Sicilia che hanno minacciato di disiscriversi in massa dal sindacato (storia bellissima che non mi sarebbe arrivata altrimenti visto che il comunicato era curato da comunicatori siciliani che non avevano i miei contatti e non avrebbero potuto segnalarmi altrimenti la vicenda).
- La vicenda dei restauratori che hanno vinto il concorso pubblico ma ancora non hanno il posto fisso (qui uno dei comunicati caricati su The Press Match relativi alla vicenda che ha avuto poi sviluppi).
- Il richieste dei freelance ai politici prima delle elezioni (nato da un comunicato con cui si annunciava un evento con il confronto tra partite IVA ed esponenti regionali).
- Il costo economico del rischio climatico (nato da un comunicato che presentava i dati di uno studio su quanto siano impreparate le aziende italiane a far fronte al climate change).
- Il racconto della nascita del blog di Spinoza (nato dalla segnalazione su The Press Match di un festival di satira).
- Il job placement per ballerini (nato da un comunicato — qui in versione ricaricata tempo dopo il primo lancio — in cui si presentava un progetto molto locale per dar vita a una compagnia di ballo anche dedicata a chi non avesse frequentato scuole famose).
- Il braccio di ferro in belgio tra Deliveroo e la cooperativa dei lavoratori Smart (nato da un comunicato con cui Smart avvertiva anche i giornalisti italiani su The Press Match di quanto stesse accadendo ai rider in belgio).
- La storia dello startupper ex top gun (nato dal comunicato con cui si presentava la start-upfondata dopo la sua “espulsione” dall’Aeronautica militare).
Al di là dei pezzi in sé quello che The Press Match mi ha permesso di fare fino ad ora è:
- ottimizzare i tempi per fare le proposte ai giornali;
- variare molto la qualità delle storie e degli spunti;
- avere materiale di base valido per proporre anche tagli diversi di una stessa notizia (non sempre da un comunicato che parla solo di una azienda si deve trarre un articolo su una startup, è possibile ci siano altre storie da raccontare);
- velocizzare enormemente i tempi per contattare direttamente le persone da intervistare.
Al momento ho altri articoli e servizi in cantiere già proposti alle testate con cui collaboro e nati sempre grazie ai comunicati che ho ricevuto su The Press Match.
E ora rispondo alla domanda iniziale: ho calcolato a spanne che in tutto circa 750 euro del mio lavoro li ho guadagnati grazie al fatto di aver intercettato queste segnalazioni sulla piattaforma (lo so vi sembrerà poco, ma dovete calarlo nel settore, il giornalismo freelance, in cui i prezzi per gli articoli sono tra i più bassi del mondo): non tutti i comunicati che ho ricevuto sono sfociati in una proposta e in un paio di casi le mie proposte sono state rifiutate, e questo è un bene. Vuol dire che il lavoro di verifica e di controllo che permette di dire “ok qui c’è una notizia” viene facilitato dalla piattaforma e lascia sempre alle redazioni l’ultima parola.
La domanda ulteriore che potreste farmi è: ma senza The Press Match avresti prodotto lo stesso numero e tipo di articoli? La risposta è no o comunque non con questa frequenza e varietà di argomenti (sempre restando all’interno dei miei filoni, è chiaro). Avrei sicuramente prodotto alcuni di questi articoli ma non tutti e avrei impiegato almeno un paio di settimane in più a scovare io per prima quelle storie o i contatti che mi serviva sentire.
E questo non vale solo per me come giornalista freelance ma anche per blogger e influencer che seguono certi argomenti e guadagnano dalla produzione di contenuti originali (che attraggono utenti e quindi gli sponsor).
The Press Match è in sostanza un punto di incontro neutro e dedicato agli argomenti di cui scrivo e se un domani il mio capo in redazione mi chiederà un approfondimento su temi di medicina che non ho mai seguito, invece di partire da zero mi basterà intanto impostare un filtro e vedere quali fonti e notizie ci sono sulla piattaforma prima ancora che sui giornali.
Sfruttare così il meglio del digitale per ottenere verifiche e articoli non copiati e incollati è una formula che ritengo vincente per tutti: per noi giornalisti, per i comunicatori ma soprattutto per i nostri avventori più importanti, i lettori.
Originally published at blog.thepressmatch.com on April 30, 2018.