Animali fantastici e dove trovarli: il ritorno della magia di J. K. Rowling

Matteo Novelli
The Shelter
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4 min readNov 16, 2016

Come gran parte dei miei coetanei, sono cresciuto con i romanzi di Harry Potter. Li ho letti, riletti, sottolineati, prestati e divorati. Il fenomeno di massa creato da J. K. Rowling è stato in qualche modo una parte importante del mio processo di crescita, accompagnandomi verso l’età adulta tra studio e magia. Accanto a esso, l’universo cinematografico si è sempre mosso cercando di ottenere una forma tutta sua restituendo materialmente quanto avevamo solo potuto immaginare nei romanzi. La saga letteraria si concluse nel 2007 e quella su grande schermo nel 2011: da allora la Rowling, nonostante vari tentativi, non è riuscita a scrollarsi di dosso la propria creatura prediletta. Prima il portale Pottermore, che conteneva diversi scritti inediti, poi la benedizione a una trasposizione teatrale che continuasse quanto lasciato dalle ultime pagine de I Doni della Morte, infine l’annuncio di un ritorno al cinema tanto atteso quanto curioso.

Animali fantastici e dove trovarli è ispirato all’omonimo testo scolastico studiato da Harry a Hogwarts, che arrivò anche in libreria accanto a Il Quidditch attraverso i secoli come operazione di beneficenza. Cosa potrà essere mai stato tratto da un manualetto del genere? Una gran bella storia. Dileguiamo subito qualsiasi dubbio, questa nuova incursione nel mondo creato della Rowling non solo è un ottimo blockbuster di intrattenimento, ma è forse la miglior trasposizione al cinema della saga.

La sua forza sta proprio nel non essere legata a un’opera letteraria come i precedenti. Animali fantastici trae dall’immaginario che abbiamo imparato a conoscere negli anni tutto quello che serve a rendere questo mondo concreto e convincente. Il setting è interessante, la New York di fine anni Venti è la location perfetta per la storia che la scrittrice (che qui è alla sceneggiatura) vuole raccontare. Si toccano i temi cari e conosciuti ai fan, razzismo e paura del diverso, ampliandone le sfumature grazie allo spostamento del focus principale. Via gli adolescenti, che rendevano Harry Potter un percorso di formazione con velati intenti pedagogici, e spazio agli adulti e a una dimensione più matura delle tematiche. Il franchise è cresciuto insieme al suo pubblico: quelli che allora erano ragazzi in fila per l’ultimo libro o film, oggi sono giovani uomini e donne pronti a fare il loro debutto in società. Non ci sono mura scolastiche in Animali Fantastici, ma dogmi e tabù sociali che dipingono una realtà di più ampio respiro.

Quelli che allora erano ragazzi in fila per l’ultimo libro o film, oggi sono giovani uomini e donne pronti a fare il loro debutto in società

J. K. Rowling ci parla di repressione, e della spiacevole e angosciante sensazione di non sentirsi accettati. Molti dei protagonisti hanno sogni e aspirazioni scomode, che non vengono ben viste: Newt Scamander, interpretato dall’ormai sempre più fastidioso Eddie Redmayne (che caratterizza il personaggio con il solito assemblaggio di faccette buffe e caricaturali che gli hanno permesso di vincere un immeritato Oscar), è un magizoologo un po’ strambo e impacciato. Ha una passione che risulta di difficile comprensione per una realtà che vive di rigide regole e codici. Dove però la penna dell’autrice compie la vera magia è nel delineare il quadro psicologico dei Salemiani (fondamentalisti NOMAG che vogliono un’altra caccia alle streghe) e nel dare forza all’idea di repressione che sostengono. L’introduzione di una nuova creatura, forse più pericolosa anche dei Dissennatori, permette a Animali Fantastici di proporre (attraverso un tripudio di CGI incontrollata) un punto di vista diverso sulla magia, che è molto più babbana di quanto si possa pensare.

“We Need a Second Salem”.

La sceneggiatura, che fatica a ingranare la marcia giusta nei primi minuti, trova la sua dimensione nel non rendere Newt un predestinato o un eroe senza macchia e senza paura. I tanti personaggi che prendono parte alla nuova avventura rendono questo avvio di saga molto più corale di quanto ci si possa aspettare. La regia di David Yates, che è migliorata (senza mai eccellere) di pari passo con i film, ha i suoi bei momenti e riesce ad allinearsi con il contesto descritto. Dove manca un po’ di colore, arrivano in soccorso le splendide e variegate creature del titolo. Bizzarre, variegate e pericolose: il loro design rimanda al miglior fantasy anni Ottanta, lasciando un po’ di amaro nella scelta di realizzarle solo ed esclusivamente in computer grafica. L’era degli animatronics, la vera magia del cinema, sembra essersi definitivamente estinta.

La Rowling dissemina indizi e riferimenti che strizzano l’occhio a chi conosce molto bene questo universo, si preoccupa di portare il percorso dei propri eroi a una conclusione, donando al film il sapore di un’avventura perfettamente indipendente, per certi versi autoconclusiva. Nel caso scellerato che questo film andasse male al botteghino, Animali fantastici e dove trovarli si rivelerà essere un ottimo ritorno a una delle saghe più influenti degli ultimi anni. Un gradevole tie-in, che va ad ampliare una mitologia ricca, senza rinunciare alla pretesa di offrire un intrattenimento intelligente. Di gran lunga uno dei blockbuster più interessanti di quest’anno.

8

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Matteo Novelli
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Morbido dal 1991. Cresciuto in modo genuino grazie alla televisione, al videoregistratore, ai fumetti e al Game Boy. Say hi: novellimatteo509@gmail.com