Galaxy of Pen & Paper porta il meta-gdr nello spazio

Lorenzo Bonaffini
The Shelter
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5 min readAug 11, 2017

Se c’è una sottocultura nerd che è sempre andata a braccetto con il mondo videoludico è proprio quella che ruota intorno al mondo dei giochi di ruolo. Abituati ormai a vederli più che altro nelle loro varie declinazioni su schermo, portatori di stilemi di design ora utilizzati anche in tanti altri generi videoludici, i giochi di ruolo cartacei, quelli da fare intorno a un tavolo con dadi, matite, fogli di carte, una cassa di birre e un manipolo di amici pronti a tutto, hanno una storia ormai lunga. Galaxy of Pen & Paper è un grande omaggio a questo mondo, sviluppato dai ragazzi brasiliani di Behold Studios che già avevamo imparato a conoscere con il celebre Knights of Pen & Paper, analoga operazione meta-citazionistica dove però il focus stava nell’immaginario fantasy piuttosto che in quello sci-fi.

Abbandonato il fantasy e la proprietà intellettuale del loro successo, il cui seguito non è stato sviluppato da loro, Behold Studios ha lavorato in questi anni per costruirsi un’identità che andasse oltre l’altalenante performance del loro primo gioco. Così, dopo aver fatto salto dalle parti dell’omaggio ai telefilm di supereroi in stile Power Rangers con Chroma Key, hanno deciso di tornare al loro primo amore, riprendendo la formula di Knights of Pen and Paper ma rinnovandola non solo nell’ambientazione, ma anche in alcuni suoi lati controversi. L’immaginario fantascientifico non ha nulla da invidiare a quello fantasy e se non c’erano dubbi sull’abilità di Behold Studios nel saper giocare con gli stereotipi e riferimenti pop, la validità della formula di gameplay lasciava qualche dubbio.

I combattimenti si rifanno ancora una volta ai classici turni da JRPG, l’impianto regolistico che li sorregge è comunque molto buono e decisamente godibile.

Vero e proprio meta-GdR, la saga dei “Pen & Paper” non si vuole mai prendere sul serio, trasportandoci in mondi immediatamente riconoscibili ma sempre trasfigurati dalla sacra forza dell’ironia e della satira. Vero problema, però, era sempre stato quello di un impianto di gioco fin troppo devoto al grinding sfrenato. Non aiutava poi una certa ripetitività di fondo, che non riusciva a venire mitigata da un plot all’acqua di rose e più al servizio della battuta che della sana narrazione. Behold Studios si è rimboccata le maniche e, pur mantenendo ciò che di buono avevamo visto, ci mostra una serie di interessanti novità che rendono, indiscutibilmente, Galaxy of Pen & Paper il migliore di questa piccola nicchia dei simulatori di gioco di ruoli cartacei.

Prima di tutto un mondo di gioco più ampio, che ci porterà ad esplorare non solo lo spazio, ma anche gli stessi pianeti. Ciascuno dei nostri luoghi di atterraggio ci darà la possibilità di essere esplorato, con una mini-mappa da viaggiare e dove saranno presenti incontri casuali tra i luoghi raggiungibili, che ora tentano di fornirci anche possibilità alternative al mero combattimento nella risoluzione degli incontri stessi. Analogamente anche nello spazio sarà presente una mappa e, soprattutto, battaglie spaziali tra navi. Gradita aggiunta che approfondisce ancora di più un combat system che funziona bene e che permette una discreta personalizzazione in termini di abilità e possibilità di build dei personaggi del proprio party.

La fase di creazione iniziale: non sceglierete solo tra razze e classi “spaziali” relativi al personaggio ma, come la tradizione impone, delineare anche il carattere del giocatore.

Anche per le quest è possibile scorgere qualche piccolo miglioramento, nonostante ancora non si cada troppo distanti da situazioni che finiscono con un combattimento, mentre è da menzionare l’inserimento di un abbozzo di sistema narrativo a scelte, nel tentativo di rendere più interattivo il dipanarsi della trama principale. Mouse alla mano, quando saremo sul campo di battaglia, combattere rimane il cuore del gioco e il sistema prevede qualche cambiamento. Il sistema a skill scambiabili permette una certa libertà: possiamo notare la forte enfasi sul posizionamento dei personaggi, con un sistema a file, e possibili spostamenti volontari o indotti, nonché un grande utilizzo di status alterati di vario tipo, che mi hanno ricordato Darkest Dungeon.

Dove il combat system soffre è, però, nel bilanciamento. Behold Studios fatica ancora una volta nel trovare la quadra e sono ancora presenti momenti al limite della frustrazione, soprattutto all’inizio quando le nostre risorse saranno limitate, e momenti avanzati in cui, sostanzialmente, avremo fin troppo e non sapremo come “spenderlo”. Da un punto di vista artistico rimaniamo dalle parti della pixel art, molto pulita e ben realizzata, mentre tecnicamente c’è poco da segnalare, se non la presenza di alcuni fastidiosi bug poi prontamente risolti dagli sviluppatori pochi giorni dopo l’uscita.

La forza di Galaxy of Pen & Paper sta quindi nel suo humour, nella sua capacità di prendere un intero mondo di citazioni e sbattercelo in faccia senza annoiare. Nessuno è risparmiato. È chiaro che se non siete appassionati di tutto ciò che la cultura fantascientifica ci ha portato nell’ultimo secolo, probabilmente non riuscirete ad apprezzarlo pienamente; ma se invece siete degli appassionati giocatori di ruolo, che magari ancora non disdegnano di trovarsi attorno a un tavolo una volta a settimana, troverete pane per i vostri denti. Al netto di un gameplay che tutto sommato funziona e che si declina come il vero e proprio seguito di Knights of Pen and Paper.

Il gioco è stato pubblicato su PC, Mac, Linux, iOS e Android. La piattaforma potrebbe anche cambiare la vostra esperienza, giochi di questo genere possono trovare terreno fertile su mobile e sicuramente guadagnare qualche punto. Lo potete trovare su Steam al prezzo di 14,99€ o sugli store digitali di riferimento nel caso preferiate la versione mobile, in questo ultimo caso il prezzo è variabile e inferiore. Se amate i giochi di ruolo dategli una possibilità, potrebbe essere in grado di strapparvi più di una risata.

Ho affrontato una campagna spaziale che mi ha fatto viaggiare lungo tutta la storia della fantascienza grazie ad un codice gentilmente offertomi dagli sviluppatori.

7,5

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Lorenzo Bonaffini
The Shelter

Avrebbe voluto essere il capitano di un rimorchiatore, invece si ritrova a scrivere di videogiochi.