Mazze e balle spaziali in Ultra Space Battle Brawl

Dario Oropallo
The Shelter
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4 min readOct 25, 2018

Ultra Space Battle Brawl è un gioco che mi ha stupito. Ma prima di addentrarci nella sua analisi, voglio partire dai suoi sviluppatori: il gioco è infatti il primo titolo a essere pubblicato su Nintendo Switch da parte di uno studio indonesiano, la Toge Productions. Toge è una parola che potremmo tradurre come «seme (nello specifico di fagiolo, ndr) che germoglia»: con questo nome gli sviluppatori intendono racchiudere due idee. La prima, che i grandi obiettivi si realizzano con inizi umili e minuti; la seconda che, come il fagiolo, sia necessario crescere rapidamente e adattarsi facilmente alle situazioni esterne. Una filosofia che ritengo si concretizzi in un gioco come Ultra Space Battle Brawl.

Assistiamo a una contaminazione di un gameplay alla Pong con elementi mutuati dai classici picchiaduro 2d. Scopo del gioco è la distruzione delle difese del nemico per attaccarne dei cristalli, che ne indicano i punti-vita e sostituiscono la classica “porta” in cui far gol. Contemporaneamente è necessario evitare che il nemico superi le nostre difese e attacchi i nostri cristalli, ribattendo colpo su colpo ai suoi attacchi. Gli elementi “da picchiaduro” offrono poi un’ulteriore serie di variabili: mosse speciali, statistiche del nostro personaggio, modifiche dovute ai vari campi di gioco, un timer che indica la fine del match.

Analizziamo velocemente queste variabili. Il timer non offre particolari spunti e si limita a offrire un elemento che indichi la fine della partita. Piuttosto è interessante che ogni campo di gioco presenti non solo una differente disposizione dei cristalli, ma proponga anche una diversa posizione delle barriere difensive e di respingitori. I campi disponibili corrispondono ai pianeti del Sistema Solare e, più o meno, ne richiamano delle caratteristiche peculiari: se la Terra sarà il più simile al classico campo di Pong, Saturno è caratterizzato dalla presenza di anelli, Giove da respingitori/lune e così via. Le statistiche del personaggio, invece, interessano alcune qualità dei personaggi a disposizione. Sono suddivise in quattro categorie, le tradizionali potenza, velocità, ampiezza e frequenza d’attacco che influiscono parzialmente sugli scontri nel gioco in singolo. Infine, le mosse speciali. Ogni personaggio presenta un peculiare stile di combattimento, dovuto all’arma che impugna: oltre alla classica mazza da baseball, abbiamo soluzioni più eterodosse quali libri, pollici, asce, racchette da ping pong e così via. Ognuna di esse presenta una differente mossa ultra, che influenza in vario modo i nostri attacchi o le difese dell’avversario.

Le modalità disponibili sono due, Versus e Storia. La prima si concentra sul multiplayer locale, tralasciando qualsiasi modalità online. Considerati i ritmi sincopati di gioco e le complicazioni della gestione dell’online, ritengo si tratti della scelta più saggia. Nel multiplayer offline Ultra Space Battle Brawl diverte e convince, complice la predisposizione del Nintendo Switch e la varietà di possibilità di gioco con i vari controller. La modalità Storia, invece, si costruisce come il più tradizionale degli arcade mode: scelto un personaggio, affronteremo una sequenza di scontri intervallati da stage bonus. Da sottolineare la difficoltà della modalità Storia: se nei primi match è possibile attaccare ignorantemente, sin dal terzo match ci sarà richiesto di studiare attentamente campo di gioco e lo stile dell’avversario per riuscire a vincere.

In merito al sistema di controllo, riemerge una delle principali pecche del Nintendo Switch: l’assenza di una croce direzionale. Quest’ultima, a mio dire, costituirebbe il migliore e il più preciso sistema di controllo a disposizione. L’analogico, sia della console Nintendo che di un pad per PC, è infatti eccessivamente fluido e richiede al giocatore di aumentare notevolmente la velocità con cui legge e interpreta l’azione in corso. Per il resto, invece, lo schema dei comandi non propone innovazioni sostanziali rispetto ad altri titoli simili. Sul fronte tecnico, il gioco dei Toge Productions adotta una direzione artistica colorata, fracassona e con colori vivaci che richiama i classici arcade di Namco, Taito e SNK. Il design dei vari personaggi è interessante, ma lontano dal proporre soluzioni inedite o dalle vette qualitative raggiunte da altri giochi 2d. Ottima la colonna sonora curata da Manami Matsumae, già al lavoro su alcuni episodi di Mega Man, che presenta un mix tra sintetizzatori e house indonesiana (!) Immancabile una serie di voci che sottolineano i nomi delle modalità, la selezione dei personaggi o l’attivazione delle mosse ultra.

Ultra Space Battle Brawl è una piacevole scoperta. Un titolo gioco che, sia su Nintendo Switche che su Steam, potrà interessare chiunque voglia provare un nuovo gioco dedicato al multiplayer offline o, in alternativa, a una modalità Storia soddisfacente. La portabilità e la flessibilità dei sistemi di controllo della console Nintendo costituiscono un plus che mi spinge a consigliare l’acquisto su questa piattaforma, nonostante il costo maggiore.

Ho tirato mazzate a destra e a manca grazie a un codice gentilmente offerto dagli sviluppatori.

7

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Dario Oropallo
The Shelter

Pensatore dissidente e studente inconcludente, vorrebbe vivere di parole e lettere.