MOTHERGUNSHIP spacca il cuore, spara spara spara!

Federico Bortot
The Shelter
Published in
6 min readAug 7, 2018

Mothergunship è il seguito spirituale di Tower of Guns, recensito proprio su questi lidi proprio dal sottoscritto. Chi ha già avuto modo di prendere in mano il precursore si troverà a proprio agio anche in questo nuovo titolo: Mothergunship è infatti uno sparatutto in prima persona i cui livelli vengono generati proceduralmente. Una specie di roguelite, come va tanto di moda in questi ultimi tempi, però pieno di azione, salti e proiettili volanti.

La vera caratteristica che contraddistingue Mothergunship è la possibilità di costruire il proprio armamentario. E per costruire non intendo il classico sistema di crafting a cui siamo abituati, del tipo “raccogli 3x pezzi di legno, 5x lingotti di ferro, 2x nastro adesivo e oppà! eccoti qui la tua pistoletta”. No no, in Mothergunship vi verranno messi a disposizione numerosi moduli da montare e assemblare insieme, rispettando vincoli di incastro e di direzione delle armi: le bocche da fuoco, infatti, dovranno sempre puntare nella stessa direzione, così da evitare bombe nucleari sparate a 360° con la pressione di un solo tasto.

C’è davvero da sbizzarrirsi con la costruzione delle armi, combinando tra loro bocche da fuoco e modificatori

I moduli a disposizione sono di diversa natura:
- i connettori permettono di aumentare il numero slot disponibili, aumentando così le possibile di aggiungere ulteriori moduli;
- le armi vere e proprie, ciascuna con diversi effetti, dalle classiche mitragliatrici a rotazione, lanciagranate e railgun, per arrivare a più variegati lancia-mine-di-lava e raggi laser rimbalzanti. Le armi a disposizione sono ben distinte, offrendo una buona gamma di possibilità: con fuoco a ripetizione, a singolo colpo o a scarica, fuoco concentrato o diffuso, proiettili perforanti o rimbalzanti, e così via.
- i modificatori agiscono sulle statistiche delle varie armi, modificando rateo di fuoco e danno, oppure influenzando persino la gravità dei proiettili, facendoli cadere più velocemente o addirittura, al contrario, facendoli levitare.

Non scherzavo: potrete DAVVERO assemblare armi pezzo per pezzo.

C’è davvero da sbizzarrirsi con la costruzione delle armi, combinando tra loro bocche da fuoco e modificatori per creare macchinari dispensatori di fuoco adatti per ogni occasione. Con i due pulsanti del mouse (sinistro e destro) si controlla indipendentemente ciascuna delle armi montate sulle rispettive mani; per bilanciare la potenza, ovviamente, viene introdotto un sistema di consumo di energia: man mano che montiamo più pezzi e più modificatori, quell’arma consumerà energia più velocemente. Niente di tragico, perché anche se si esaurisce la riserva, in un paio di secondi sarà di nuovo piena e pronta a essere prosciugata. Questa meccanica è una lama a doppio taglio: da una parte spinge a creare combinazioni molto diverse di armi, così da poter far fronte a qualunque situazione senza restare a secco, dall’altra limita la fantasia, dal momento che aggiungere troppi pezzi porterà inevitabilmente a consumare l’energia in tempi troppo ristretti per il corrispettivo di danno inflitto.

Se il comparto armi lascia estrema libertà al giocatore, il level design ovviamente finisce per limitare molto le possibilità. I livelli alternano piacevolmente spazi angusti e stanze sconfinate, talvolta sviluppate molto in verticale, e proprio per questo motivo sarà d’obbligo attrezzarsi a dovere per affrontare quante più situazioni diverse possibili. Ad esempio, iniziare con un fucile a pompa in una mano e un lanciagranate nell’altra non sarà una bella idea, perché i nemici volanti risulteranno molto più ostici da abbattere. Allo stesso modo equipaggiare due armi a distanza (mitraglietta e raggio laser) risulterà svantaggioso qualora ci trovassimo invasi da frotte di nemici piccoli ma numerosi. All’avvio di ogni missione potremo portare con noi un numero variabile di componenti e, per dissuadere il giocatore dall’utilizzare sempre la stessa combinazioni di armi, verremo puniti con la perdita di TUTTI i componenti scelti in caso di morte. Questa meccanica è utile per spronarci a sperimentare di più e le prime missioni saranno all’insegna della stravaganza, testando combinazioni che “tanto questa fa schifo!” per poi scoprire che “wow, ma che bomba!”. Non temete, in caso finiate per bruciarvi l’intera collezioni di componenti, sarà possibile portare a termine missioni speciali che vi faranno partire con dei componenti già selezionati: se avrete successo potrete portarveli a casa insieme a tutti gli altri pezzi rinvenuti, in caso di morte… be’, non ci avete perso nulla! Queste missioni offrono anche la possibilità di provare armi non ancora in nostro possesso, anche se spesso risulteranno frustranti dal momento che i moduli sono generati casualmente, per cui non di rado vi capiterà una combinazione parecchio ostica da utilizzare, con conseguenti imprecazioni.

Non mancano livelli fantasiosi e movimentati.

Mothergunship prevede un gameplay esplosivo e frenetico: le stanze nelle diverse missioni sono sempre ben ricolme di nemici abbastanza differenziati, dalle torrette immobili che sparano proiettili giganti, a robot in grado di curare i loro alleati, nonché macchine volanti in grado di farci a fette, arrostirci con il lanciafiamme o riempirci di pallettoni. I nemici sono sufficientemente diversi tra loro e offrono una buona sfida, soprattutto quando diversi tipi appaiono contemporaneamente, obbligandoci ad attribuire priorità differenti e a muoverci di conseguenza nello spazio. Il vero problema è quando ci troveremo di fronte a troppi nemici: capita non di rado, infatti, che i proiettili vaganti portino rapidamente a una confusione tale da non rendere più leggibile e comprensibile l’azione, trasformando la sfida in un rompicapo frustrante e insolubile. Questo difetto si accentua maggiormente in presenza di stanze particolarmente infide, in cui il pavimento è ricoperto di lava o acido, obbligando così il giocatore a muoversi freneticamente senza riuscire bene a decifrare i nemici presenti.

Dal punto di vista tecnico Mothergunship non brilla per eccellenza: i nemici sono ben caratterizzati, così come le nostre armi, rendendo facile la distinzione a colpo d’occhio; la colonna sonora a base di heavy metal bello distorto aiuta a mantenere alta la tensione, ma alla lunga risulta ripetitiva. Si sente la mancanza, purtroppo, di una vera e propria fisicità: le armi e i nemici sembrano fatti tutti di cartapesta, e sparare razzi, pallettoni, granate o raggi laser avrà veramente poco impatto. Di certo non influisce pesantemente sulle meccaniche di gioco, ma in un titolo che fa del proprio cuore la costruzione di un’arma quanto più sgrava possibile, un maggiore peso avrebbe sicuramente giovato all’esperienza.

Non sempre l’azione è facilmente leggibile. In questi casi… SI CORRE!

Insomma, Mothergunship è un titolo assolutamente godibile: si assemblano le proprie armi a piacimento con diversi moduli e ci si mette a sparare, per poi modificare nuovamente le nostre creazione e riprendere così a sparare ancora di più. Il cuore del gioco è semplice, ma la varietà di moduli a disposizione assicura longevità e possibilità di sperimentare. I livelli alternano stanze ben congegnate e architettate, ad altre ingiustamente frustranti e poco leggibili, ma di certo non annoiano mai. È un titolo perfetto per l’estate, a cui dedicarsi per il puro gusto della distruzione (di nemici) e della costruzione (di armi). Buona sparatoria a tutti! Mothergunship è disponibile per PS4 sul PlayStation Store e per PC su Steam al prezzo di 24.99 pallettoni.

Ho esplorato ed esploso le interiora di molteplici navi spaziali assassine grazie a un codice gentilmente offerto dal distributore. Il titolo è girato fluido, senza bug degni di nota (solo qualche piccolo problema di compenetrazione tra finestre testuali e ambiente).

7

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