Rage In Peace cerca di rivalutare i lunedì

Dario Oropallo
The Shelter
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4 min readNov 23, 2018

Rage in Peace è un platform che si inscrive nella sempre più vivace nicchia del genere dedicata ai trial-and-error. Come Celeste o Super Meat Boy, anche in Rage in Peace dovremo attraversare una serie di livelli in cui dovremo evitare trappole e morti di ogni tipo e genere. Motore dell’azione è l’incontro tra Timmy, un semplice impiegato come tanti, con il Tristo Mietitore. La Morte gli annuncia che, entro la giornata di oggi, la sua testa sarà mozzata ed egli morirà. Timmy, deciso a godersi l’ultimo giorno della sua vita poltrendo, fugge dal suo ufficio e cerca di ritornare a casa. Il nostro compito sarà riuscire a far sì che questo desiderio si realizzi.

L’opera prima dei Rolling Glory Jam, cellula indipendente del più grande studio Rolling Glory, entrambi con sede a Bandung (Indonesia), si discostano però da questi illustri predecessori. Rispetto a essi, Timmy può solo saltare, correre e scivolare. La minore varietà di azioni effettuabili determina ed è determinata dalla scelta di proporre un level design particolarmente lineare. Una soluzione volta anche a rendere più semplice lo sviluppo di un gioco.

Il team di sviluppatori di Rage in Peace

D’altronde la scarsa atleticità di Timmy può trovare un ulteriore sostegno nella sua descrizione. Se egli è davvero un uomo qualunque — una banalità sottolineata dall’assunzione di un aspetto “anonimo”, dall’annuncio del suo decesso — sarebbe stato fuori luogo dotarlo di particolari capacità atletiche. Anzi, considerata la sedentarietà della maggioranza di coloro che lavorano in ufficio, è sorprendente vederlo riprodursi in una serie di salti e doppi salti.

La poca prestanza è soprattutto funzionale al meccanismo trial-and-error dell’azione. Rage in Peace si rifà ai pilastri del genere: memorizzazione di sequenze scriptate, ostacoli da scansare, switch da non attivare e così via, in un crescendo di eventi catastrofici e sempre più assurdi; coordinazione e riflessi pronti, necessari per applicare quanto imparato poco prima. E se si muore? Si ricomincia dal check-point, lì dietro l’angolo. La curva della difficoltà è molto ripida e, anche se la presenza di numerosi e ravvicinati check-point mitiga la frustrazione, procedendo nel corso dei livelli la situazione diverrà sempre più difficile e la sfida sempre più elevata.

Ogni volta che vedrete la scritta “check point” tirerete un sospiro di sollievo

Una sfida che è esalta da un comparto tecnico solido, che vede nella grafica vivace e nelle buone animazioni un fiore all’occhiello. Se durante l’azione sarà difficile farci caso, fermandoci un momento noteremo l’attenzione con cui gli sviluppatori hanno lavorato sui dettagli di ogni rappresentazione. L’aspetto sonoro è invece meno efficace, sebbene un uso attento degli effetti sonori ci forniscano un ulteriore sostegno nell’affrontare ogni livello del gioco. Per quanto riguarda i comandi, Rage in Peace nasce con un pad in mente: è consigliato, nonostante la semplicità del gameplay, recuperarne uno e provarlo. Altrettanto solido il porting su Nintendo Switch.

Corri Forrest, corri!

Rage in Peace si avvicina ai più recenti giochi indipendenti nella narrazione. Da Giacarta a Buenos Aires, da Parigi a Tokyo, lo stress e la routine quotidiana all’interno della società dei consumi e dell’economia capitalistica ci spingono a provare la sensazione di non avere alcuna via d’uscita. Imprigionati in un bizzarro incrocio tra una sceneggiatura dei fratelli Vanzina, il Truman Show e un videogioco trial-and-error poco avvincente, viviamo in un dramma comico. Timmy condivide con noi questo destino e, come apprenderemo da appunti, post-it e altri oggetti collezionabili che svelano meglio la vita del nostro protagonista, la sua salute fisica e mentale è tutt’altro che buona.

La morte diviene così l’occasione per un’evasione, uno strappo alla regola tanto semplice — non lavorare — quanto impossibile da realizzare in condizioni normali. La ribellione che vivremo è una fatica di Sisifo, poiché Timmy non avrà possibilità di salvarsi. Ma è meglio lottare, anche se solo una volta, che morire senza mai averlo fatto. Un sottotesto che, come accade nel sopraccitato Celeste, dona una maggiore profondità a un gioco complessivamente piacevole ma per niente originale. E ci spinge a porci qualche domanda in più su come noi stessi viviamo. Trovate Rage In Peace su Steam, ma anche su Nintendo Switch!

Sono morto innumerevoli volte grazie a un codice gentilmente concesso dagli sviluppatori

6,5

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Dario Oropallo
The Shelter

Pensatore dissidente e studente inconcludente, vorrebbe vivere di parole e lettere.