Resident Evil 2 è perfetto ma perché non stiamo giocando a roba nuova?

Fabio Di Felice
The Shelter
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4 min readFeb 14, 2019

Quand’ero un ragazzino che passava le giornate davanti alla PlayStation c’erano due sicurezze nella mia vita: Konami e Capcom. Oggi la prima è morta e la seconda sui morti continua a costruirci la sua fortuna. Il franchise di Resident Evil è più attivo che mai e, anzi, ha sfoderato l’arma definitiva: un remake, ma che dico, il remake per eccellenza. Capcom ha spremuto il suo cuore e ha dato ai fan, a tutti quelli nati nel primo maledettissimo giorno di servizio di Leon, il più bel regalo del mondo. E no, quest’isterismo generale per il nuovo (vecchio) Resident Evil 2 non è quella semplice nostalgia che s’è messa in moto con Crash Bandicoot e Spyro the Dragon. L’operazione di Capcom è molto più ambiziosa: una ricostruzione in chiave moderna, con un sistema di gioco e un motore grafico che non hanno niente a che vedere con l’originale. Tutto strepitoso, l’ho già giocato per diverse ore godendomene ogni attimo. Però non ho potuto fare a meno di pensare: ma perché non hanno investito tutte queste energie, queste risorse e questo know how per un nuovo capitolo?

Quell’infamaccio del Licker è rimasto un simpaticone.

Intendiamoci, non voglio alzare una polemica sterile: intanto perché la strada intrapresa con Resident Evil 7 mi è piaciuta, e poi perché obiettivamente non ci si può lamentare di questa operazione. Resident Evil 2 è semplicemente il gioco che ogni amante della saga ha sempre desiderato, un ritorno alle origini ma con una nuova capacità di spaventare, di mettere a disagio il giocatore, di calarlo costantemente in una situazione di emergenza. Mi ripeto, se non si fosse capito: è proprio quello che i fan della saga hanno chiesto a Capcom dal 2005, ovvero da quando è arrivato Resident Evil 4 che ha cambiato le carte in tavola. Volevamo un ritorno alle atmosfere più cupe e invece nein, Capcom ha continuato a insistere sulla formula d’azione fino al punto di rottura del sesto capitolo. Poi i fan erano stanchi di inseguire, Capcom era stufa di beccarsi i pomodori (pomodori d’oro perché ci ha fatto un sacco di soldi con il sesto capitolo) e tutto sembrava destinato a finire nel peggiore dei modi.

Resident Evil 2 è semplicemente il gioco che ogni amante della saga ha sempre desiderato

Anni dopo ecco il colpo di genio: cancelliamo tutto, facciamo Resident Evil da capo. Cambiamo l’ispirazione, via George Romero, mettiamo Tobe Hooper e il suo Non aprite quella porta. E ha funzionato. Resident Evil 7 è stato un bel successo di critica e di pubblico. Non un gioco esente da difetti ma, specialmente nella prima parte, sapeva come far paura. E poi c’era quella storia assurda della demo che aveva incuriosito tutti. Chapeau. Non era quello che i fan volevano da tanto tempo ma, oh, dopo quella chiavicona di Resident Evil 6 vuoi mettere?

E invece Capcom come il supercattivo dei fumetti stava sviluppando l’arma finale in gran segreto: un remake del capitolo più amato della saga. Nel 1998 Resident Evil 2 fu una bomba atomica. Io avevo 11 anni e dopo averlo finito, accecato dall'amore, mi ero imbarcato nell'impresa impossibile di realizzare un fumetto che ne ripercorresse tutti gli snodi narrativi. Solo per me. Da custodire gelosamente. Quegli zombie mi avrebbero portato da George Romero, in un percorso inverso che mi avrebbe fatto scoprire il cinema horror, la poetica e la critica sociale nascosta dietro a una faccia piena di vermi. Tutto in Resident Evil 2 era grandioso: idee, design dei mostri, personaggi. Tutto memorabile. Ecco perché oggi affrontando di nuovo quei corridoi si sospira, ricordando.

Grazie della festa a sorpresa, ragazzi, non dovevate!

Che fosse un successo annunciato era scontato. Lo sapevamo noi, lo sapeva Capcom che ci ha puntato a occhi chiusi come su quel cavallo che se vince praticamente ti ripaghi solo la quota. Una campagna marketing coi fiocchi, la demo a tempo che ha incantato tutti, un lancio in pompa magna che ha triturato un sacco di record. Critica e pubblico uniti a braccetto. Non succede mai, eppure eccoci qua. Viviamo nel migliore dei mondi possibili eppure c’ho questo tarlo: perché non hanno utilizzato questo sistema così collaudato, straordinario, infallibile su un nuovo capitolo? Perché il remake di Resident Evil 3 avrà precedenza su Resident Evil 8? Non sto facendo le pulci a questo capolavoro, mi fa solo un po’ tristezza che il miglior esponente dei survival horror di questa generazione sia, in fin dei conti, un gioco di vent’anni fa. Ripensato, smontato, ricostruito, certo, il che lo rende a tutti gli effetti una nuova esperienza. Ma perché non è nuova davvero?

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Fabio Di Felice
The Shelter

Qualche giorno fa ho pensato “dovrei proprio cambiare la bio del profilo” e poi eccoci qua: non avevo idea di cosa scriverci.