Rocket League non è un semplice gioco di calcio

Francesco Riccobono
The Shelter
Published in
5 min readJul 29, 2015

All’università ho studiato che l’ibridazione è l’inevitabile processo evolutivo delle tecnologie. Prendi un oggetto che svolge una qualche azione, gli innesti la possibilità di compiere altro e crei qualcosa di nuovo. Se vincente, la somma dei due elementi risulterà in un prodotto originale, sintesi dei due oggetti iniziali, ma con l’abilità di sembrare qualcosa di totalmente differente. Adesso prendete i due sport più apprezzati in Italia e mischiateli: cosa potrà mai venire fuori dall’unione di calcio e automobilismo? Il delirio, lasciatemelo dire, il delirio dal nome di Rocket League.

A dire il vero gli sviluppatori di Psyonix ci avevano già provato nel 2009 a dominare il mondo con Supersonic Acrobatic Rocket-Powered Battle-Cars, fratellino impronunciabile fin troppo acerbo rispetto al capolavoro di cui parliamo oggi, ma la perseveranza verso un’idea come quella di Rocket League è sicuramente da encomiare. Sì, perché senza giri di parole, il gioco è seriamente una killer application, uno di quei titoli che fai partire alle 3 del pomeriggio e, senza neanche rendertene conto, è già l’ora di cena. Non è un’esagerazione, il titolo di Psyonix ha un altissimo tasso di dipendenza, tenetelo bene a mente quando lo acquisterete.

Grafica e colori di Rocket League sono molto piacevoli per gli occhi. Se solo i server fossero più performanti…

Ad attendervi troverete quattro diverse modalità di gioco, dall’1vs1 al 4vs4, in cui sfiderete intelligenze artificiali e altri giocatori per vincere una semplice partita a pallone controllando macchinine di vario tipo. Macchinine in grado di saltare, capovolgersi, camminare sui muri e lanciarsi a tutta velocità con un boost, sia chiaro! Quello che sicuramente più colpisce di Rocket League è la semplicità delle azioni disponibili e di come queste non vengano mai a noia, nonostante (spesso) le partite si riducano in un caos incontrollabile sul campo. A fare i pignoli, molto dipende dalla modalità scelta: la 3vs3, la più comune, è probabilmente la più spensierata, dove caos e strategia giocano ruoli identici. Diminuendo il numero di giocatori, invece, è possibile sfidarsi in incontri super tattici che non solo permettono di migliorare le proprie abilità, ma che possono fornire anche una maggiore sicurezza con un compagno di gioco.

Per natura, Rocket League è un divertentissimo gioco multiplayer

Anche perché, per natura, Rocket League è un divertentissimo gioco multiplayer. Psyonix offre anche la possibilità di sfidare il computer in una stagione impostabile manualmente, ma è indubbio come il gioco guadagni immensamente dall’esperienza online con altri giocatori. A tal proposito, gli sviluppatori hanno pubblicizzato il titolo come cross platform tra PS4 e PC, ma a tre settimana dall’uscita ancora non è possibile giocare con amici di piattaforma diversa, a meno di azzeccare un match making fortunato. A essere onesti, considerata la quindicina di ore abbondanti spese per provare il gioco, al sottoscritto è sembrato che i server PC fossero del tutto slegati da quelli PS4 per via dell’alto tasso di intelligenze artificiali presenti per sopperire la mancanza di giocatori. In ogni caso, l’abbinamento con amici della stessa piattaforma funziona perfettamente, creando dei gruppi prima di iniziare le partite e affidandosi al sorteggio generico degli avversari.

Le acrobazie sono alla base di ogni scontro: imparare a utilizzare il turbo per ulteriori spinte in volo è il segreto per prendere in controtempo gli avversari!

Altra piccola nota dolente è data dai server: non sempre perfettamente stabili, almeno per la mia prova su PC, nei quali ogni tanto si fa strada un leggero lag piuttosto fastidioso. Anche perché giocare a Rocket League non significa solo delirio e calca di macchinine dietro a un pallone, ma anche precisione e scelta di tempo. Nonostante le acrobazie che potreste compiere, il tocco di palla sarà componente fondamentale per segnare da lontano, ma anche parare tiri avversari. Per ogni prodezza sono previsti simpatici riconoscimenti in termini di punti, così da stilare una classifica dei giocatori più abili alla fine della partita. Insomma, un’idea tanto semplice quanto ben realizzata, che non dimentica di offrire anche una buona vagonata di personalizzazione della propria vettura, sia grafica che strutturale. Le auto con assetto da corsa, per esempio, schizzeranno via come saette (pur se tutte corrono alla stessa velocità), permettendo più facilmente pallonetti e colpi potenti in rovesciata; al contrario, i camioncini saranno veri e propri muri, ottimi per difendere, ma soprattutto per dare sportellate agli avversari.

In definitiva, Rocket League riesce perfettamente a sposare meccaniche ripetitive a uno divertimento di fondo che difficilmente vi porterà alla noia o alla frustrazione (non è poi così facile segnare!). Ma questo non importa: perché che corriate sempre come pazzi verso la palla al calcio d’inizio per colpire per primi, o che decidiate di giocare da ultimo difensore — ruolo vitale per sperare di vincere — passerete sempre e comunque del tempo ridendo, urlando e bestemmiando. Il tutto moltiplicato all’ennesima potenza nel momento in cui vi organizzerete con degli amici per fare squadra e spaccare le ossa. Ma attenti a quelli dello Shelter Team (tutti su PS4 tranne il sottoscritto purtroppo): sono un po’ come la Toho di Holly & Benji, con un Mark “Di Romolo” Lenders sempre pronto a farvi a fettine! Trovate Rocket League a 20 euro su Steam in un completo e perfetto italiano!

Aggiornamento

È passato più di un anno dal lancio di Rocket League, ed è doveroso sottolineare come, nonostante le mancanze del lancio, il successo stratosferico del gioco ha spinto Psyonix a pubblicare aggiornamenti e patch a getto continuo, aggiungendo contenuti, migliorando la stabilità dei server e implementando rapidamente il cross-play tra le diverse piattaforme, garantendo a tutti gli utenti (e soprattutto a noi shelteriani) di sfidarci in tenzoni infiniti indipendentemente che ci trovassimo su PlayStation 4, Xbox One o PC. “Ancora una e a nanna”, fino alle due del mattino.

Mentre quelle simpatiche canaglie dei miei colleghi mi ignoravano perché tutti su PlayStation, ho avuto il piacere di asfaltare altri giocatori con il buon Derua grazie a un codice gentilmente offertomi dagli sviluppatori.

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Francesco Riccobono
The Shelter

Translator and Language Project Lead, gamer and entertainment lover, editor-in-chief of https://theshelter.online/