Rogue One è il prequel di Star Wars che aspettavamo da una vita

Matteo Novelli
The Shelter
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3 min readDec 15, 2016

C’è ancora di mezzo un padre e un figlio, anzi una figlia. Star Wars torna a fare un passo indietro, e decide di ampliare ulteriormente la sua già ricca mitologia con Rogue One. Il primo di una serie di side stories della galassia lontana lontana è un prequel funzionale e sorprendentemente in linea con l’universo di George Lucas. Dimenticate i timori di una mano Disneyana troppo invasiva e buonista: questo è un film di guerra in tutto e per tutto, che non solo ci mostra la ribellione dal “basso” (i protagonisti sono comuni e spigolosi, e per questo carismatici al punto giusto) ma descrive in modo adulto l’arte della guerra. Il merito forse è della mano libera data dalla storia, che conosce già il percorso per andare dal punto A al punto B, potendo così permettersi scelte e snodi narrativi totalmente indipendenti.

E il franchise non tradisce la sua filosofia, ancora una volta sono i legami famigliari a essere importanti, ad avviare la giostra degli eventi che porteranno uno sparuto gruppo di ribelli verso una vittoria ottenuta a suon di sacrifici mai così importanti. Sappiamo già tutto, eppure la fiamma di Rogue One riesce a divampare di un calore tutto suo, in grado di scaldare i cuori dei più scettici e infiammare quelli dei fan più accaniti.

Sì, ha il suo bel momento.

Gareth Edwards presta il suo taglio registico al mondo di Star Wars sfruttando meccanismi simili a quelli che avevamo visto nel suo Godzilla: da una parte una enorme minaccia, e dall’altra gli uomini comuni che lavorano per un obiettivo più grande e importante della loro vita. Bastano pochi accenni al passato di questi protagonisti per capire motivazioni e intenti; per approfondire non c’è tempo e nemmeno la necessità. Sono vittime di guerra, piene di cicatrici psicologiche o addirittura fisiche, mosse dalla speranza. Davanti a una prima parte più introduttiva e incerta, Edwards orchestra un secondo atto che è un tripudio di azione, cammei, richiami (bellissimi quelli sonori affidati a Micheal Giacchino), risposte e idee. Superfluo parlare delle singole interpretazioni, in una pellicola che vive una così ben bilanciata coralità fatta di battute e sguardi, di preghiere e atti eroici. Tutti i pezzi si muovono nel modo giusto, fino allo scacco finale che chiude una bellissima partita.

Rogue One intraprende un sentiero maturo e forse più dark della saga, strappando facilmente lo scettro a Episodio III. Si inserisce in una mitologia ricca e preziosa con rispetto e cura, virando verso epici momenti con il coraggio di chi si accosta all’ombra degli eroi. Impossibile non uscirne commossi, in qualche modo.

Nota a margine: è un vero peccato constatare quanto un doppiaggio sbagliato e totalmente inadeguato possa intaccare la visione di un ottimo film. Se avrete modo, il consiglio è di recuperare questa avventura in lingua originale.

8

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Matteo Novelli
The Shelter

Morbido dal 1991. Cresciuto in modo genuino grazie alla televisione, al videoregistratore, ai fumetti e al Game Boy. Say hi: novellimatteo509@gmail.com