Seven: The Days Long Gone affascina ma spaventa

Federico Bortot
The Shelter
Published in
6 min readDec 18, 2017

Parlare di giochi come Seven: The Days Long Gone non è semplice, almeno non per me. Un po’ come successo con Elex, l’ultima opera di Piranha Bytes (ve li ricordate quelli delle saghe di Gothic e di Risen?), ha riscosso pareri molto contrastanti. Da una parte c’è stato chi l’ha bocciato mettendone in evidenza gli errori grossolani, i problemi, i bug e l’arretratezza (tecnica e di gameplay), dall’altra c’è stato chi, come il nostro Carmelo, l’ha comunque promosso riconoscendone le ottime intuizioni e i goffi pregi. Con questo Seven mi trovo in quella landa a metà tra i due estremi, e non è difficile valutare un gioco così ambizioso.

Cerchiamo quindi di inquadrare questo Seven: The Days Long Gone. Si tratta di un calderone in cui sono finiti molti ingredienti stuzzicanti: prima di tutto c’è un mondo aperto ampiamente esplorabile, ma che si apre a noi poco a poco. L’ambientazione pesca a piene mani dalla classica fantascienza distopica post-apocalittica, con Biomanti e Tecnomagi (o tecnomagHi?) che si contendono il dominio del territorio. Tutta la storia pregressa e il mondo di gioco sono ricchi di dettagli e sono ben approfonditi, e non mancano spunti narrativi interessanti e inediti, pur in un filone abbastanza saturo. Il mondo sarà esplorabile controllando direttamente il nostro personaggio tramite visuale isometrica, e non mancheranno combattimenti, dialoghi e fasi furtive. Il risultato è un titolo che prende spunti da tanti grandi classici del passato: Deus Ex, Thief, Gothic sono solo alcuni degli accordi che sentiremo risuonare nella sinfonia di Seven: The Days Long Gone.

Potremo seguire i cavi di alimentazione delle telecamere per disattivare il sistema centrale.

Le premesse sono dunque notevoli e il gioco permette al nostro alter ego, talentuoso ladro di nome Teriel, di affrontare le situazioni in molteplici modi. Ad esempio, una delle prime missioni proposte appena arrivati nella prigione ci chiederà di sottrarre un pacchetto (ma è fisicamente un pacchetto?) dalla stazione cargo. Per farlo avremo a disposizione diversi approcci. Il primo che sorge spontaneo è fare irruzione armi alla mano e falciare qualunque ostacolo ci si pari di fronte, ma scopriremo ben presto che il luogo è sorvegliato da un nutrito numero di guardie ben armate e addestrate, pronte ad accoglierci. Allora potremmo optare per un approccio meno invasivo, perlustrando la zona, studiando i percorsi delle ronde e controllando tutte le telecamere.

A questo punto il gioco svela molta profondità che a un distratto primo sguardo potrebbe sfuggire: le guardie hanno un campo visivo inaspettatamente ampio e dovremo stare attenti a sgattaiolare nelle loro vicinanze, e le telecamere hanno dei cavi che le collegano al sistema centrale che è possibile manomettere. Ma, se ancora non foste convinti di questo approccio, esiste sempre la possibilità di intrufolarsi nella struttura… travestendoci! Per farlo però dovremo trovare una guardia isolata, molto difficile da fare visto che viaggiano sempre in coppie o comunque si controllano a vicenda. Allora abbiamo l’occasione per esplorare un ulteriore livello di profondità offerto: possiamo piazzare delle trappole mortali con cui far fuori una guardia, e poi uccidere rapidamente quella restante; o ancora possiamo lanciare una pietra per depistarli e dividerli, così da allontanarli l’uno dall’altro e sbarazzarcene con tranquillità. Dopodiché potremo facilmente recuperare le uniformi e intrufolarci nella struttura. Pur sempre senza dare troppo nell’occhio, queste guardie sono molto diffidenti…

Tubature varie sono un’ottima alternativa in caso di percorso sbarrato.

Seven offre un piatto molto ricco in quanto a gameplay, e l’esplorazione sarà una parte fondamentale dell’avventura. Fortunatamente potremo saltare, accucciarci e nuotare liberamente (a nostro rischio, ovviamente) per tutte le aree che incontreremo, senza muri invisibili a bloccarci. Anzi, anche zone che ci sembrano inizialmente precluse poiché ancora non in possesso del giusto “pass” per l’accesso, ci risulteranno sempre incredibilmente invitanti grazie ai numerosi percorsi alternativi (ma non per questo sicuri) offerti. Inoltre i diversi pass, ad esempio, potranno essere ottenuti in vario modo: aiutando qualche mercante in cerca di aiuto, comprandoli dai rivenditori autorizzati, o ancora barattandoli con altri oggetti più rari nel mercato nero.

Le mappe, molto generose e incredibilmente sviluppate in tutte e tre le dimensioni, a primo impatto risultano caotiche, ma una volta presa confidenza con la telecamera, si riveleranno ricche di segreti e premieranno sempre l’intraprendenza e la curiosità. Avanzando, inoltre, sbloccheremo nuove abilità in pieno stile cyber-punk, che daranno ancora più valore all’esplorazione (raggiungendo punti prima inaccessibili senza determinati poteri) aprendo la strada a nuovi approcci. Ad esempio, raggiungere una posizione sopraelevata di vantaggio ci permetterà di sparare impunemente ai nemici sottostanti, così da sfoltire le file in vista di un attacco a testa bassa. In aggiunta non manca una solida componente di artigianato (il sempreverde crafting), con cui creare nuovi chip di abilità, potenziamenti per il nostro equipaggiamento, nonché delle utilissime trappole di diversa natura, in base alla nostra necessità.

Non mancano i minigiochi per scassinare e per hackerare.

Le meccaniche alla base del titolo, dunque, sono molto solide, ma da sole non bastano. Seven, infatti, è caratterizzato da una realizzazione tecnica scadente, che non manca di minarne pesantemente l’esperienza. Bug e glitch di sorta appaiono a ogni piè sospinto e in qualunque tipo di situazione. Nemici che diventano temporaneamente invisibili, impossibilità a entrare o a uscire dalla modalità furtiva, il protagonista che si incastra in ogni possibile anfratto, morti improvvise e inspiegabili, personaggi che si compenetrano (e nelle miniere ho visto ben cinque operai incastrati nello stesso punto, uno dentro l’altro!), e via di questo passo. Purtroppo anche l’aspetto grafico non viene in aiuto, con un cel-shading (in stile fumettoso, come Borderlands) che confonde e appesantisce la visuale isometrica.

Persino l’interfaccia di gioco rovina l’esperienza, con icone che spuntano da tutte le parti senza ben spiegarne la funzione: ad esempio la patch 1.0.5 ha aggiunto un’icona sui personaggi che mostra quando possiamo effettuare un “backstab”, un colpo alle spalle in grado di infliggere grandi danni, ma non viene spiegato a meno di leggere il changelog ufficiale. Spesso mi sono sentito sopraffatto dall’interfaccia, con una quantità di informazioni che vanno dall’inutile al dannoso. Ad esempio, in basso a destra vengono evidenziati dei numeri all’interno di una sequenza in base alla zona in cui siamo, ma ci ho messo un bel po’ a capirlo (o il notevole carico cognitivo iniziale me ne ha fatto dimenticare la funzione). I comandi, quando non sono affetti da qualcuno dei numerosi bug, funzionano bene e hanno un’ottima risposta: non sono mai incappato in un “salto” non registrato o in una schivata ritardata.

La mappa di gioco non è vastissima, ma è completamente esplorabile e ricca di segreti.

È un vero peccato, perché quando Seven: The Days Long Gone funziona, riesce a immergere il giocatore in un mondo credibile, esplorabile e profondo, ricco di spunti interessanti e di approcci diversi. La cosa più particolare di Seven è che crescerà con noi, ma non in funzione dei meri “numerini”. Certo, avanzando troveremo spesso nuove abilità e nuovo equipaggiamento, con danni ed effetti via via maggiori, ma il vero punto di svolta sarà dato dalla nostra crescente consapevolezza del mondo di gioco. Impareremo a leggere l’ambientazione, a prevedere le azioni dei personaggi e di conseguenza a pianificare le nostre azioni su queste basi. La base d’azione non sarà l’equipaggiamento virtuale del nostro alter ego Teriel, ma il nostro bagaglio acquisito interagendo con il mondo intorno a noi.

Purtroppo, però, per godere davvero di Seven bisognerà passare sopra a tanti difetti, in alcuni casi troppo ingerenti: i numerosi e frequenti bug e glitch, il muro di contenuti e di meccaniche da apprendere all’inizio, la grafica sporca e spesso confusa fanno di Seven: The Days Long Gone un ricchissimo e invitante buffet custodito però da una legione di coccodrilli affamati. Se siete pronti ad armarvi di pazienza e di buona volontà, Seven: The Days Long Gone vi potrà dare delle grossissime soddisfazioni (e potete considerare due abbondanti punti in più al voto in fondo), ma se invece cercate un titolo più immediato e rifinito allora potete starne alla larga, soprattutto al prezzo attuale. Seven: The Days Long Gone è disponibile per PC su Steam, GOG.com e Humble Store, al costo di € 29,99.

Ho vestito i panni di Teriel grazie a un codice gentilmente offerto dagli sviluppatori. Come già detto, il titolo soffre di una realizzazione tecnica scadente, con framerate altalenante, bug e glitch a profusione.

7

--

--