Un’incredibile (costruibile) famiglia di supereroi

Jacopo Di Iorio
The Shelter
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5 min readJul 5, 2018

Ricordo nel 2005 l’avere quattordici anni, l’autunno inglese ed un casa composita, un caravan, per usare il termine autoctono, in riva a un lago. Ricordo anche che io quel weekend in riva al lago non avevo proprio voglia di farlo perché avevo paura di un incidente stradale tra Newcastle e la destinazione, perché pensavo che il caravan in questione fosse un camper e io in un camper con la mia host family obesa proprio non ci volevo stare. Eppure, nei miei ricordi, eccomi lì, il lago grigio oltre la finestra e io, con indosso giubbotto e cappello, non posso essere più diverso dagli autoctoni inglesi con le loro t-shirt estive.

L’immagine però è fumosa. Sì, il cappello è arancione con una scritta blu, però c’è una grande foschia, un po’ perché i ricordi sbiadiscono con il tempo, un po’ perché la mia tenera host mom non poteva fare a meno delle sue chesterfield blu, sigarette che dieci anni dopo l’avrebbero uccisa. Una cosa però la ricordo chiaramente: la tv è accesa e sullo schermo si susseguono le immagine di Gli Incredibili accompagnate da quel classico tema musicale oramai entrato nella storia. Lo stesso tema che suona orgoglioso sulla schermata iniziale di LEGO: Gli Incredibili, il gioco tutto mattoncini colorati ispirato alla celebre famiglia di supereroi Pixar.

Una cosa però la ricordo chiaramente: la tv è accesa e sullo schermo si susseguono le immagine di Gli Incredibili

Superati i crismi iniziali, tra cui il classico video scanzonato in stile LEGO Movie, si viene subito catapultati nel bel mezzo dell’azione: c’è, insomma, un cattivone cattivissimo da fermare e una squadra di eroi da imparare a padroneggiare. In questo sforzo superoistico per salvare la città dalla distruzione totale si sviluppano anche i nostri sforzi per mettere al giogo un sistema di controllo spesso selvaggio e imbizzarrito.

In ogni occasione il giocatore si trova infatti a gestire almeno due eroi, avendo la possibilità di cambiare da uno all’altro con la semplice pressione di un pulsante. Forse però “semplice” non è il termine più adatto quando i personaggi a disposizione crescono di numero e l’azione diventa concitata. E l’azione, ammettiamolo, è spesso concitata. Oltre ai nostri eroi infatti anche un nutrito numero di nemici si accalcherà sulle scene del nostro schermo, rendendo la situazione di difficile lettura nel momento in cui si passa alle mani. Aggiungi a tale abbondanza il fatto che il mondo di gioco, totalmente fatto di mattoncini Lego, è ampiamente distruttibile a suon di botte e sarà chiaro che LEGO: Gli Incredibili si allontana il quanto più possibile dalle statiche regie e dinamiche di un classicissimo teatro Ronconiano. Gli schermi sono infatti pieni di personaggi, di elementi infrangibili, di monete sonanti fluttuanti verso il contatore fissato in alto, di colori acidi e, chiaramente, mattoncini squadrati.

Ci si abitua però presto a tale abbondanza arrivando, dopo il tutorial iniziale con cui si apre la storia, ad apprezzare la copiosità e ruvidità delle situazioni. E, come dovrebbe essere con ogni gioco, tralasciando in questo caso qualche bestemmione perché “cavolo, ho sbagliato personaggio” o perché “questa abilità è inutile! Ma a che serve?!”, ci si inizia a divertire. La campagna principale, che ripercorre gli avvenimenti del film di prossima uscita qui nel Bel Paese, fila liscia come l’olio tra scene action e alcuni momenti cervellotici di risoluzione degli enigmi e tutto sembra andare per il verso giusto. Si menano i cattivi in leggerezza, imparando a fregarsene delle rigidità del sistema di controllo e iniziando ad apprezzare un combat system scanzonato e pigia-pigia, e si può sperimentare la varietà dei poteri dei vari personaggi perché alla fine, seppur con delle differenze nell'efficacia degli schiaffoni, combatterete con il personaggio che vi sta più a cuore nella maggior parte delle occasioni.

La stessa cosa invece non può essere detta per quanto riguarda la risoluzione degli enigmi che impone l’utilizzo di abilità specifiche di un certo personaggio. Bisogna, ad esempio, infilarsi nel condotto di areazione posto troppo in alto per essere umanamente raggiunto? È il momento di sfruttare l’incredibile elasticità di ElastiGirl. Bisogna invece superare le velenose scorie chimiche riversate sul manto stradale al seguito di un incidente? I campi di forza protettivi di Violetta sembrano essere un tocca sano!

Insomma per quanto contenuta, LEGO Gli Incredibili riesce, grazie a un nutrito team di personaggi, a dare un senso di (finta) varietà agli enigmi arrivando a presentare anche situazioni assurde come quando, ad un certo punto, ci si troverà a sciogliere casseforti e lucchetti con il potere del… reflusso gastroesofageo. Così, tra una missione e l’altra, testando le varie capacità del copioso cast di personaggi, si arriva in men che non si dica alla conclusione delle avventure tratte dai due film di riferimento e quindi ai titoli di coda. E mentre guardi i credits scendere a cascata dall'alto al basso ti chiedi “Ma è tutto qui? Ma quella porta che non sono riuscito a sfondare? Quel collezionabile che non sono riuscito a raggiungere?”

Ed è ora che la struttura open world del gioco si apre in tutto il suo potenziale precedentemente solo accennato. Tutta l’avventura si svolge infatti nella nuova città dove l‘incredibile famiglia si è recentemente trasferita. Tra quartieri portuali dove è in voga il gelato e stazioni ferroviarie in pericolo, il giocatore ha pressoché fin da subito la possibilità di buttarsi a capofitto nella storia principale o di seguire un ritmo più rilassato, dandosi al cazzeggio tra le strade cittadine che ospitano una quantità significativa di collezionabili e sfide secondarie. Insomma c’è molto da fare prima di arrivare ai titoli di coda e, soprattutto, c’è molto da fare dopo, anche se spesso la natura giocattolosa, da parco divertimenti del mondo cittadino potrebbe non attrarre i giocatori alla ricerca di sfide più estreme. Per tutti gli altri, soprattutto grazie alla possibilità di sbloccare e personalizzare nuovi eroi con nuove abilità macinando missioni secondarie e sfide, LEGO: Gli Incredibili non apparirà come un piatto magro, anzi. Forse, però, un’avventura principale più cicciuta non avrebbe fatto male, ma questo è quello che passa la casa e noi, in sincerità, un po’ come con la mia avventura inglese nel 2005, nonostante i difetti, ne siamo moderatamente soddisfatti.

Ho vissuto le avventure di questa incredibile famiglia su PS4 grazie a un codice gentilmente offertomi dagli sviluppatori

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Jacopo Di Iorio
The Shelter

Da piccolo volevo fare il pittore ora come ora il pirata. Scrivo di videogiochi, di cultura pop e di tutto ciò che “c’entra perché ci capa”.