Quando le emergenze frenano il turismo

Gli attentati terroristici condizionano il trend del turismo. Ma altri eventi hanno un impatto ancor più significativo, dice uno studio

Mirko Spadoni
The Tank
4 min readSep 1, 2016

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Il 13 novembre del 2015, alcuni uomini legati al gruppo terrorista dello Stato islamico (IS) hanno organizzato diversi attentati a Parigi, uccidendo complessivamente 130 persone e ferendone altre 368. Gli effetti di quegli attacchi sono percepibili ancora oggi. Un rapporto del Comitato regionale del Turismo sostiene che, “dall’inizio del 2016, è stata registrata una perdita di 750 milioni di euro di fatturato per i professionisti del turismo di Parigi e gli abitanti della regione Ile-de-France”. A conti fatti, tra gennaio e giugno, ci sono stati un milione di turisti in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I terroristi non sono gli unici responsabili, però. Secondo la Commissione, anche le continue proteste — a giugno, le manifestazioni contro la riforma del lavoro voluta dal premier Manuel Valls hanno bloccato Parigi per diversi giorni — e le inondazioni hanno contribuito ad un calo del numero dei turisti che non ha precedenti dal 2010. Quello francese non è un caso isolato.

UN ALTRO ESEMPIO, LA TURCHIA

Anche la Turchia non vive un periodo felicissimo. Secondo i dati del ministero del turismo turco, gli arrivi di stranieri nel primo trimestre del 2016 sono diminuiti di quasi il 41% rispetto allo stesso periodo del 2015, passando dai 4.123.109 dei primi sei mesi dello scorso anno a 2.438.293 del 2016. I numerosi attentati — Le Monde riporta che, dal 1° gennaio al 28 giugno del 2016, ci sono stati 7 attacchi terroristici, costati la vita a 138 persone — hanno sicuramente reso la Turchia una meta meno ambita dai turisti stranieri.

QUANTO TEMONO IL TERRORISMO I TURISTI ITALIANI

Dunque il terrorismo influenza l’andamento del settore turistico. Difficile sorprendersi, però: secondo l’analisi sulle Vacanze Made in Italy condotta da Coldiretti-Ixè, il 27% degli italiani ha dichiarato di essere stato condizionato dal terrorismo nella scelta della località turistica nel 2016. Una percentuale che sale al 47% tra i giovani d’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Che il luogo scelto dove trascorrere le proprie vacanze sia all’estero o all’interno dei confini nazionali poco importa: un sondaggio Confesercenti-SWG rivela che per il 46% degli italiani non esistono mete sicure al 100%. Una consapevolezza che comunque non li induce a rinunciare alle vacanze. Ma questo vale anche per gli altri turisti in giro per il mondo.

COME ANDRÀ IL TURISMO NEL 2016

Nonostante i rischi legati al terrorismo e alle instabilità politiche, il 2016 dovrebbe essere un anno positivo per il comparto turistico che dovrebbe continuare a crescere. Un rapporto del WTTC — il World Trade & Tourism Council, un organismo che raggruppa i maggiori esponenti dell’industria turistica mondiale — prevede che l’attività turistica a livello globale dovrebbe aumentare del 3,1%. Una delle poche eccezioni? La Turchia, naturalmente: il WTTC prevede che il contributo dell’attività turistica al PIL turco dovrebbe diminuire del 3,2% contro lo 0,2% stimato in precedenza. In Francia, invece, le previsioni stimano una crescita dell’1,1%, in calo rispetto alla precedente stima (+2,9%).

LO STUDIO DEL WTTC

In un suo altro report, il WTTC ha misurato quanto tempo ci vuole prima che il settore turistico riesca a riprendersi da un evento negativo. L’analisi sostiene che i disordini politici e i disastri ambientali (terremoti, inondazioni…) hanno un impatto più significativo sul comparto, allontanando i turisti per un tempo medio superiore — rispettivamente 27 e 24 mesi circa — rispetto ai 13 mesi di un attentato terroristico. Il motivo è semplice: i disastri ambientali richiedono la ricostruzione delle infrastrutture.

IL TURISMO DOPO L’11 SETTEMBRE 2001

Ci sono casi e casi, ovviamente. Citando uno studio condotto da Brent Neiman e Phillip Swagel dell’University of Chicago Booth School of Business, lo United States Department of Homeland Security — il Dipartimento della sicurezza interna statunitense — sostiene che i viaggi dall’estero verso gli Stati Uniti sono tornati ai livelli precedenti dell’11 settembre del 2001 dopo circa sei anni dagli attentati condotti da al Qaeda e nonostante l’innalzamento delle misure di sicurezza negli aeroporti. Altre volte è andata diversamente: l’anno successivo agli attentati di Madrid del 2004, in cui persero la vita 191 persone, e a quelli di Londra del 2005, in cui sono morte 52 persone, il numero dei turisti è cresciuto in entrambi i Paesi.

Questo articolo è stato pubblicato anche su T-Mag, il magazine on-line dell’Istituto di ricerca Tecnè, il 31 agosto 2016.

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Mirko Spadoni
The Tank

Redattore per T-Mag. Ho scritto per Lazialità, il Caffè geopolitico e Zeppelin. Due libri — 1977 Juventus anno zero e Che peccato! — con il Collettivo Banfield.