L’amore e l’inganno

Massimo Lazzari
The Travelogue
Published in
4 min readJan 15, 2019

Pensi alla Giordania e ti rendi conto che, secoli fa, questo lembo di terra è stato il crocevia di eventi storici e religiosi che hanno cambiato il mondo.

Le testimonianze di questo glorioso passato sono ancora evidenti, dalla tomba di Mosè sul Monte Nebo al sito del Battesimo di Gesù lungo il fiume Giordano.

Ma sai bene che il turismo religioso, per quanto immortale, non è più quello di una volta.

E che la Giordania di oggi, un Paese arabo con un forte sviluppo turistico, deve molto della sua fama non tanto alla Bibbia, quanto a due opere letterarie decisamente più recenti, scritte da due europei.

La prima è I sette pilastri della saggezza, il romanzo autobiografico in cui Thomas Edward Lawrence (meglio conosciuto come “Lawrence d’Arabia”) racconta la sua partecipazione alla Rivolta Araba che, durante la Prima Guerra Mondiale, fu determinante per aiutare inglesi e francesi a cacciare i turchi dal Medio Oriente.

Gran parte dell’opera è ambientata proprio nel territorio giordano e la scelta narrativa dell’autore ne fa una sorta di guida di viaggio ante-litteram. Tra le pagine dense di combattimenti, operazioni militari e personaggi storici viene comunque riservato ampio spazio alle descrizioni naturalistiche e paesaggistiche, e pare di sentire

“il suono di molti nomi, ciascuno diventato superlativo nell’immaginazione: Rumm la magnifica, Petra la scintillante, Azrak la nascosta, Batra la nitida”.

Ed è proprio il Wadi Rum, l’incredibile deserto rosso esteso 750 kmq nel sud del Paese, che ottiene i maggiori benefici del romanzo di Lawrence (e soprattutto del cult-movie successivo). Quel deserto di cui l’autore diceva che

“solo le immagini di paesaggi in un sogno di fanciullezza si affacciano talvolta così immense e nitide”

è oggi infatti meta preferenziale di migliaia di turisti attratti dal mito. E da trucchetti come quello di chiamare il massiccio roccioso più particolare dell’area proprio con il nome dell’opera, I sette pilastri della saggezza.

L’altra opera a cui la fama della Giordania deve forse ancora di più è Travels in Syria and the Holy Land, il diario di viaggio in cui l’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt rivelò al mondo nel 1822 l’esistenza della misteriosa città di Petra.

Proprio quella Petra che oggi è una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno e richiama in Giordania ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo. L’antica città, costruita dagli ingegnosi nabatei qualche secolo prima di Cristo, era caduta in disgrazia nel Medioevo sotto il dominio ottomano, evacuata e quindi dimenticata. Non dai beduini del luogo, che riuscirono a tenerla nascosta al resto del mondo per secoli.

Fino a che non arrivò questo intraprendente svizzero che, durante un viaggio da Damasco a Il Cairo, passò da Wadi Mousa alla ricerca della misteriosa città di cui aveva letto nei testi antichi. Qui ingannò un beduino, fingendosi un arabo in pellegrinaggio alla tomba di Aronne, e facendosi guidare attraverso il celebre Siq, lo scenografico canyon che conduce al Tesoro. Rientrato in patria, scrisse il libro che regalò fama a lui e Petra al resto del mondo.

Sono quindi questi due europei gli eroi nazionali a cui deve la sua attuale vitalità la Giordania?

La risposta, lo sai, è no.

I veri eroi, come spesso accade, sono sconosciuti ai più, restano molto lontani dai riflettori del successo mediatico, celati tra le ombre dell’oblio. Ombre da cui almeno tu vuoi provare a riscattarli.

E allora dillo che I sette pilastri della saggezza non sarebbe mai stato scritto se Lawrence non si fosse lanciato nella folle impresa della Rivolta Araba solo per amore di un ragazzo beduino di nome Dahoum, che morì prima della conquista di Damasco e a cui l’inglese dedicò l’opera.

E devi anche dire che il mondo non deve ringraziare Burckhardt per avergli riconsegnato Petra, ma quel beduino che si fece da lui ingannare e di cui non viene rivelato il nome.

Chissà magari, per uno strano scherzo del destino, anche lui si chiamava Dahoum.

Dillo allora a tutti i viaggiatori che visitano la Giordania per scoprire le meraviglie di Petra e del Wadi Rum, e dillo anche a tutti i giordani che hanno costruito una florida economica basata sul turismo.

Che tutti sappiano che non devono ringraziare il presuntuoso Lawrence e il furbo Burckhardt, ma i due beduini Dahoum.

E l’amore e l’inganno.

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Massimo Lazzari
The Travelogue

Autore di La Storia dell’Acqua (2021), La Fine della Terra (2019), Il libro perfetto (2017), Quando guardo verso Ovest (2015) ed Esprimi un desiderio (2012)