PUNTARE AL CENTRO

Manuela Bonfanti Bozzini
The Travelogue
Published in
5 min readAug 30, 2020

Abruzzo e Marche, luglio 2020

L’estate della pandemia. Così sarà ricordata nei libri di storia. L’estate della mascherina e del gel igienizzante, ma soprattutto l’estate in cui viaggiare è tornato ad essere local. Poco male: la meta l’avevo scelta prima che tutto ciò accadesse, volevo scoprire una regione meno conosciuta del Belpaese. Così la scelta è caduta sull’Abruzzo, stretto tra le altrettanto poco battute Marche e Molise, sintesi perfetta tra montagna, mare e borghi storici, ma lontana dalla calca delle regioni più sexy d’Italia, perennemente corteggiate dalla classifica del turismo: Trentino, Sicilia, Toscana, Sardegna, Emilia Romagna e giù, giù fino a quelle che non si nominano mai — a parte qui.

Quest’anno lo stay local ha avvantaggiato anche tutte le altre regioni, che hanno accolto i vicini di casa. Così si fa la conoscenza dei simpatici nonni in camper con il nipotino, che da Viterbo hanno si sono arrampicati sui vicini Appennini per ritrovarsi tra auto targate I. Il pensiero fugge al luglio dello scorso anno, Penisola del Cavallino: targhe D, A, NL. “Non sopravvivremmo senza di loro” — aveva commentato il gestore del campeggio. Avrà cambiato idea?

Caramanico Terme, nel parco della Majella

Da mesi ogni viaggiatore si pone scottanti domande: saremo ancora liberi di esplorare il mondo? L’era del turismo globale è arrivata al capolinea? Chissà. In certi momenti mi sono sentita come quando ho iniziato a viaggiare. Erano gli anni Novanta. Ricordo che gli abitanti delle isole greche attendevano le barche ai porti per offrire a chi sbarcava una modesta camera e spiagge talmente deserte da potersi bagnare nudi; ricordo l’aurora indonesiana al Monte Bromo, con la gente che mi scattava foto di nascosto perché incuriosita dal mio viso occidentale; mi torna in mente una piccola località balneare sulla costa dello Yucatan dove, alle soglie del 2000, si passeggiava sul bagnasciuga per chilometri senza imbattersi in un albergo. Di quella località, oggi, non resta nulla se non il nome: Playa del Carmen, mecca del turismo messicano. E ora? Via alle speculazioni: c’è chi dice che viaggeremo ancora, ma in modo diverso — più vicino, più nella natura, più sportivamente, con mezzi di locomozione più green, e smetteremo di voler riprodurre lo stile di vita che abbiamo a casa, anche quando siamo in vacanza.

Ecologico e salutare: escursionismo d’alta quota sul Gran Sasso

Qualcuno ha detto vacanza? La parola mi infastidisce, non l’associo ai miei spostamenti nel mondo. Che ci crediate o no, la mia carta astrale parla chiaro: con uno stellium di pianeti nella casa che anticamente era definita “dei lunghi viaggi oltremare”, ero destinata a viaggiare per motivi che raramente hanno a che fare con il desiderio di movimento o di riposo. Fin da piccola, ogni partenza, anche a poche decine di chilometri da casa, mi faceva sentire stranamente eccitata. Non cerco l’avventura come Freya Stark o Ella Maillard: cerco la bellezza, l’incontro, il diverso. Miro ad espandere i miei orizzonti fisici e mentali. E a trovare storie da raccontare.

Sospetto che, nei prossimi anni, la gioia di viaggiare la si assaporerà vicino a casa. E mentre sospiro pensando ai lunghi viaggi oltremare, capisco che va bene anche così, perché la bellezza esiste anche local. Basta guardarsi intorno: l’altopiano di Campo Imperatore, nel Parco del Gran Sasso, è definito il Tibet d’Abruzzo.

Campo Imperatore, Gran Sasso d’Italia

E che dire del borgo marchigiano di Ascoli Piceno? Se qualcuno crede non sia sexy abbastanza per dire “vado in ‘vacanza’ ad Ascoli…”, ci dia prima una lunga occhiata. Il gestore del parcheggio lo definisce senza modestia “uno dei borghi più belli del Centro Italia, se non addirittura il più bello”. Non saprei dargli torto.

Ascoli, Piazza Arringo

Ma come competere con altre regioni, quando Marche e Abruzzo portano sul volto le cicatrici inflitte dai terremoti? Tutti ricordano quello del 2009. Ma anche i più recenti hanno raso al suolo interi villaggi. La popolazione è stata trasferita in case di fortuna costruite in urgenza, e negli occhi del proprietario del Rifugio degli Alpini si affacciano lacrime: “Non ci è rimasto più niente… cosa volete andarci a fare?” — mormora quando illustriamo l’idea di passare da Amatrice per raggiungere il Gran Sasso. “Io di andarci non ho avuto il coraggio. Non ce la facevo a vedere quella torre, piantata là in mezzo al paese.”

Al confine tra Marche e Abruzzo, là dove i terremoti non hanno dato tregua alla terra

Temendo che andarci fosse un atto di voyeurismo, ho rinunciato. È troppo sperare in una ricostruzione? Laddove la storia si esprime con l’architettura e con l’arte, si è fatto uno sforzo, ma il risultato temporaneo non è rallegrante. E così, se il centro storico di Ascoli pare scampato ai terremoti, L’Aquila non ha avuto diritto allo stesso miracolo. Il volto di quest’ultima è deturpato da gru ed edifici impacchettati da teloni. Si spera non per sempre.

Piazza del Popolo, L’Aquila

Le montagne, però, sono rimaste intatte. Una rete escursionistica importante percorre i parchi degli Appennini, offrendo scorci di bellezza abbagliante.

Passo San Leonardo, Majella

Sono sopravvissuti innumerevoli borghi scenici e avamposti militari.

Pacentro, alle pendici della Majella

E i Trabocchi della costa abruzzo-molisana che hanno ispirato D’Annunzio sono preziose vestigia dell’attività umana.

Un Trabocco, tipica costruzione da pesca

Qualcuno mi dirà che non basta. Che se il Centro non è al centro delle rotte turistiche, una ragione ci sarà. Non ne sono convinta. Il Centro Italia è come il bimbo di mezzo, in cerca di una sua identità tra le posizioni già chiare del primogenito e dell’ultimogenito, ma non per questo meno bello, meno interessante o meno amato degli altri. Se non ai vacanzieri, di sicuro piacerà ai viaggiatori. Ha le sue carte da giocare, e può vincere.

Per quel che mi riguarda, quest’anno ho puntato al Centro. E ho fatto centro.

The Travelogue è una rivista on line curata da scrittori e scrittrici che viaggiano, alla ricerca di spunti, suggestioni, emozioni da trasformare in storie. Il viaggio per noi è una fonte di ispirazione, uno strumento per allargare i confini delle nostre vite, una scusa buona per inventare una nuova storia. La scrittura per noi è una necessità.

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Manuela Bonfanti Bozzini
The Travelogue

scrittrice e esploratrice — autrice di Ladra di memorie, Punti e interrogativi, La lettera G, Ladakh&Rupshu e blog Voci dal silenzio. FB manuelabonfantiautrice