La responsabilità: quando è reciproca tra impresa e dipendente

Mavin
The Wave Studio
Published in
4 min readMar 31, 2020

Oggi mi ritengo piuttosto soddisfatto della mia vita. Non che dai miei ventidue anni possa raccontare molto, ma per il percorso che ho deciso d’intraprendere credo di aver imparato qualcosa d’importante su come funzionino le cose nel mondo.

Ciò di cui voglio parlare oggi è l’importanza di assumersi le proprie responsabilità, con particolare attenzione al mondo del lavoro nei panni di entrambe le parti: il dipendente e l’azienda.

Facciamo un passo indietro…

Un po’ di storia

A diciotto anni ho deciso di andare a vivere da solo. Progetto che avevo iniziato qualche anno prima e che sono riuscito a portare a termine con una discreta puntualità rispetto a quanto pensavo.

Come potete immaginare già dai primi giorni ho avuto modo d’incontrare le responsabilità, e a dirla tutta ne sono rimasto molto affascinato!

Non più c’è nessuno che pulisce casa per te, che ti prepara da mangiare, che ti lava i vestiti e li sistema dentro l’armadio. Sta a te assumerti la responsabilità di vivere in un ambiente pulito, ordinato e organizzato, senza farti mancare nulla.

Quella cosa, che fa muovere le cose…

La verità è che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’ingrediente principale di questa ricetta.

Quando ti ritrovi al panificio a comprare una pagnotta per poi uscire, prendere il cellulare e segnarti 0.20€ di spesa perché devi controllare le tue uscite per arrivare a fine mese… Beh, li ti rendi conto di quanto i soldi giochino un ruolo importante in tutto questo.

Alla ricerca di nuove opportunità

Sinceramente? Avevo paura.

Sono sempre stato abituato a lavorare per me stesso e ai miei progetti, gestendomi il lavoro come meglio credevo. Probabilmente avrò sbagliato qualcosa, anche perché il successo è durato poco.

Dopo essermi ripreso dall’ultimo fallimento avevo diverse perplessità che mi giravano per la testa… Lavorare per qualcun altro? Magari in un ambiente stressante e poco organizzato? Presentarmi ogni giorno in ufficio e dar conto a qualcuno se arrivo in ritardo? Non fa per me.

Eppure ne avevo bisogno. Così sono partito alla ricerca dell’ispirazione.

Ho trovato parecchie realtà con una cultura piuttosto convincente: orari di lavoro flessibili, possibilità di lavoro da remoto, scelta del posizionamento contrattuale (levatemi tutto ma non la mia partita IVA) e altri benefit.

Peccato che in Sicilia avevo trovato poco e niente, o comunque niente che mi convincesse. Neanche in Italia c’era granché e stavo per fare le valigie.

Tutto questo senza mai arrestare la ricerca di un lavoro nella mia terra. D’altronde la speranza è l’ultima a morire, dico bene?

The Wave Studio

Dopo aver rifiutato diverse offerte di lavoro locali (ricordiamoci che anche trovare il lavoro più adatto a sé è una responsabilità), ho avuto l’occasione di conoscere una nuova realtà: una Digital Agency giovane e che punta ad innovare.

Finito il colloquio nella mia testa c’è stato un “sì” immediato, nonostante dentro rimaneva vivo il pensiero che abbandonare la mia vita da libero professionista, e di conseguenza la mia totale flessibilità, un po’ mi spaventava.

Oggi

A tre mesi dal nuovo anno sono poche le cose di cui posso lamentarmi in The Wave Studio e credo che il fatto che tutti rispettino le proprie responsabilità sia alla base del mio benessere.

In questo ambiente dinamico formato da professionisti e altamente specializzato, non esiste la formula “vai a lavorare, fai passare la giornata in modo passivo, prendi lo stipendio a fine mese”.

Quando sei un professionista e ti assegnano un progetto da portare avanti, è tua responsabilità applicare la giusta proattività per portalo a termine.

Quando la tecnica è avanzata è tua responsabilità costruire una piattaforma che rispetti alti standard qualitativi che soddisfino le aspettative del cliente.

Quando il mondo entra in stato di emergenza e ti ritrovi ad aver tutto il team sparpagliato, è tua responsabilità continuare a lavorare come se fossi in ufficio, coordinandoti e gestendo la tua routine in modo da non perdere gli alti standard di produttività.

Ma soprattutto è responsabilità tua farti rispettare per le tue competenze.

E l’azienda? Ne ha di responsabilità?

Ovvio che sì.

Tutto ciò che si da è importante che torni indietro perché la cosa funzioni.

L’azienda ha la responsabilità di trattare i propri dipendenti come degli esseri umani, persone fatte di necessità particolari, problemi, personalità e modi di lavorare diversi. Ciò sembra una cosa piuttosto normale, ma ho scoperto che così non è nella maggior parte degli ambienti di lavoro.

É quindi necessario mettere il lavoratore nelle condizioni di lavorare al meglio. E non solo fornendo una postazione di lavoro dove potersi sedere, ma dando la possibilità di gestirsi i progetti nel modo che lo rendano più produttivo ed efficace, consentendo degli orari flessibili per quando ha bisogno di sbrigare delle faccende, ascoltando le sue necessità e trovando una soluzione efficace per entrambi.

Concludendo

Tutto ciò che rientra nelle responsabilità aziendali può essere racchiuso nella frase:

Un’azienda è responsabile della cura dell’entità chiave che la aiuta a farla andare avanti: la persona.

Esattamente come:

Il dipendente è responsabile nel dare il massimo all’azienda per cui lavora, chiedendo in cambio il giusto rispetto che si allinei con le sue competenze e con la sua vita e personalità.

Se questi due assiomi sono allineati, lavorare diventa una gran figata.

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Mavin
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