La Vedetta

Giorgio Remuzzi
This brave new world
5 min readJun 5, 2020

Dopo essere stati obbligati in casa per un paio di mesi, abbiamo avuto il via libera per tornare a vivere all’aria aperta, camminando per le vie dei centri storici e tornando a occupare le piazze. Sempre con la dovuta cautela e rispettando le norme di distanziamento sociale.

Distanziamento sociale

Penso siano stati mesi difficili per tutti, ma voglio provare a immaginare come sia stato rimanere chiusi in casa per tutti quei “ragazzi di strada”, tipo Tonino Carotone, o I Corvi, che sono “abituati a vivere ai margini della città” e a essere dei “poco di buono”. Anche loro hanno dovuto sospendere le loro attività, ma, appena il governo ha sancito che si poteva tornare per strada, senza bisogno di autocertificazioni, finalmente hanno potuto riappropriarsi dei loro spazi.

Ma per ogni ragazzo di strada che è tornato per le vie della città, c’è la sua controparte: La Signora Vedetta. La vedetta è una figura che non riesce ad esimersi dall’esercitare il proprio dominio sul suolo pubblico: è la signora che abita nel palazzo affacciato sulla piazza. Proprio quella signora che ha passato tutti i venerdì e sabato sera degli ultimi vent’anni chiamando la Polizia ai primi schiamazzi in piazza.

La Signora Vedetta, per il Ragazzo di strada, è proprio come la descrive Lucio Dalla:

“La Signora è mio padre e mia madre quando alza la voce
È una mano coi guanti che mi spegne la luce
È una montagna di carte in un ufficio postale
È un amico che diventa un nemico e mi ruba la voce.”

Durante il periodo di quarantena si è provato con ogni mezzo a combattere i Tonino Carotone a spasso per la città. A Roma ci ha pensato il Comune a fornire uno strumento alla Vedetta affinché avesse più possibilità di vittoria rispetto al Ragazzo di strada: all’interno del portale istituzioni di Roma è stata creata una sezione apposita chiamata Sistema unico di Segnalazione (SS?) cosicché chiunque veda comportamenti che ritiene non idonei possa segnalarli alle autorità competenti.

Non ci sono solo la tecnologia e La Vedetta a voler mettere i bastoni tra le ruote al ragazzo di strada. In questo ultimo mese è apparsa una figura a metà tra un ausiliare del traffico e Madre Teresa di Calcutta: gli Assistenti Civici. Questi uomini magari vestiti con gilet fosforescenti non avrebbero licenza di fare multe, ma potrebbero elargire ramanzine. Inoltre sembrerebbero talmente misericordiosi da consegnare pasti e beni di prima necessità ai più bisognosi. Mi chiedo: non potrebbero limitarsi a quello? Oltre a me, anche il governatore della regione Campania si pone degli interrogativi. Con una buona dose di teatralità.

Il ragazzo di strada non teme molto gli Assistenti Civici, anche se sa che La Vedetta potrebbe arruolarsi e appagare la sua sete di giustizia con predicozzi infiniti. Per il ragazzo di strada potrebbe essere letale la ramanzina faccia a faccia, ma confida nel fatto che La Vedetta non abbandonerà il suo habitat naturale: il balcone dal quale lancia le maledizioni.

La Signora Vedetta

Durante il periodo di quarantena è venuta a galla un’altra figura sempre cara a noi italiani, ma meno cara al Ragazzo di strada: “il moralizzatore”.
Il Moralizzatore è colui che si scagliava contro i runners, colpevoli di non riuscire a stare con le chiappe appiccicate al divano, oppure contro i driver dei servizi delivery, colpevoli di avere un lavoro che gli consentisse di girare anche durante la fase uno. Insomma il Moralizzatore è “uno come noi, solo che si sente meglio.

Sono tanti, arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti

In quel periodo la Signora Vedetta e il Moralizzatore hanno formato una copia imbattibile: si sentivano autorizzati a redarguire chiunque passeggiasse sotto il loro balcone, e forse avevano anche ragione, chi lo sa. Sicuramente è stato un periodo molto soddisfacente per La Vedetta, finalmente nessuno schiamazzo disturbava il suo riposo e la piazza vuota le dava un senso di soddisfazione.

Esempio di moralizzatore. Dito indice che punta: caratteristica inequivocabile

Ora invece la situazione è cambiata, il moralizzatore è tornato alle sue solite cose, mentre La Vedetta è sempre lì che scruta la piazza, con i gomiti appoggiati sulla ringhiera. Ultimamente sono tornati anche i bambini che urlano e corrono. La Vedetta non digerisce nemmeno i mini umani, e intanto continua a sbracciarsi e a urlare.

Siccome da sotto i portici non si riesce a comprendere il messaggio che La Vedetta sta lanciando agli sventurati occupanti della piazza, il Ragazzo di strada si fa coraggio e decide di affrontare la sua acerrima nemica.
Convinto di non voler arrivare allo scontro, si posiziona sotto il balcone.

“Signora, la vedo agitata. C’è qualche problema? Posso aiutarla?

“ Sì che puoi aiutarmi! Vattene a casa! Subito! Voi tutti se andate in giro diffondete il virus! Andatevene! Incoscienti! “

“Ma abbiamo le mascherine… Siamo distanziati…”

“Non mi interessa! Andate a casa! Dov’è la Polizia quando serve? Possibile che nemmeno gli Assistenti Civici riescano a tenere a bada ‘sti giovani? E intanto il virus serpeggia…”

Il Ragazzo di strada sembra confuso, non sa cosa ribattere e decide di rinunciare. La discussione appena terminata è la stessa di tutti i venerdì sera, con le differenze della mascherina e del distanziamento sociale, e del virus. Ma forse adesso il ragazzo ha capito perché la signora si agita sempre così tanto: perché è la sua natura! Esattamente come quando chiamava la Polizia per zittire i ragazzi festanti, e non c’era nessun virus. La signora vedetta non si concentra sul Covid, o contro chi non ha la mascherina, o contro chi disturba al venerdì sera. La Vedetta insegue uno scopo personale: proteggere la sua quiete e la piazza.
Eppure anche il Ragazzo di strada non fa altro che seguire la sua natura: vivere la piazza.

Come finirà? Chi avrà la meglio?

Appuntamento alla prossima pandemia.

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Giorgio Remuzzi
This brave new world

Alleno in una scuola calcio e scrivo di sport. Ho un archivio infinito di “questo è da far vedere nelle scuole calcio”. Alleno anche in digitale con 1•1.