Un uccello? Un aereo? No, è il Supersalone!
Una retrospettiva (per nulla) supereroistica sul Salone del Mobile 2021 e la sua eredità
Il famigerato 2020 verrà ricordato per molti motivi, ma non tutti negativi. Infatti, nonostante l’esigua indulgenza verso tutte le tipologie di incontri e manifestazioni, il fronte digitale ha avuto modo di svilupparsi come mai prima d’ora. Quindi, forti dei mezzi proposti dal web e di un allentamento delle restrizioni, enti ed eventi da tutto il mondo son riusciti a superare la battuta d’arresto. Tra questi, un appuntamento uguale a nessun altro, per rilevanza a livello internazionale: stiamo ovviamente parlando del Salone del Mobile.
Vediamo dunque come questo 59esimo appuntamento ha saputo far leva sul digitale per spiccare, e quale potrebbe essere la sua eredità per il prossimo, in programma ad aprile.
La prima edizione delle News di TIDE è da collezione! Corri a leggerla!
Il cambio di costume
Un connubio di canali e di stili, per accogliere ogni partecipante.
La kermesse milanese — rinominata “Supersalone” dell’atteso rilancio — non è certo la prima fiera ibrida che i nativi della rete hanno avuto la chance di visitare, ma è probabilmente una di quelle che meglio ha saputo coniugare accessi in presenza e da dispositivo.
Da notare che l’esposizione, dopo la prospettiva rallentata ereditata dalla quarantena, ha superato anche una concezione decisamente datata. Basta elitismi quindi, e accesso libero pure a studenti e “semplici” curiosi. L’esibizione si è infatti distinta anche su un versante squisitamente numerico, registrando oltre 60 mila presenze. Metà di questa affluenza è da ricercarsi fuori dallo Stivale, in altri 113 Paesi, sempre assicurando la sicurezza dei partecipanti.
Al-fiera digitale
Quindi diffidare del “super” davanti? Non sempre, su.
Nessun escluso insomma, nemmeno dal poter visionare i prodotti, grazie anche agli inossidabili QR code — per prenotare e acquistare in un secondo tempo. Alla pianificazione della customer care e dell’esperienza personalizzata si sono aggiunte altre pratiche, provenienti dal fortunato settore dell’e-commerce. Tra le novità, simulazioni realistiche e consegne gestite da IA.
Un altro superpotere dell’evento è stato il suo saper far convergere contenuti di ogni genere, collaborando con magazine autorevoli e partecipando a interviste focalizzate al B2B e al B2C. Con un po’ di fortuna, la versalità e la trasversalità dimostrate non verranno dimenticate.
Superleggera (non la sedia)
Anche il cinema è design e anche lo spettacolo è progettazione.
Esteso e disteso, lo showroom ha dato pieno sfogo alla sua funzione, trattando prodotti e arredo, e agendo da teatro per veri e propri… show. Tra i tanti, citiamo l’installazione sonora Resonantrees performing Marco Mengoni e la serie cinematografica Object Interview.
La prima, dell’artista sonoro Federico Ortica, ha sfruttato le proprietà acustiche del bosco urbano Forestami per esaltare la voce del cantautore e richiamare l’attenzione sull’emergenza ambientale. Far risuonare la voce il mezzo, risvegliare gli animi l’obiettivo.
La seconda, figlia del regista-designer Alexandre Humbert, si compone di 19 episodi nati per ricercare le motivazioni dietro la creazione degli oggetti. Tramite essi, il video-progettista comunica la propria poetica, quella della narrazione. Una visione certamente condivisa dalla direzione della fiera, che a questa tornata ha concesso agli artigiani maggiore spazio per raccontarsi. Per ogni oggetto esposto, un produttore anteposto.
Capiamo allora che uno dei risultati paradossalmente più concreti di queste sei giornate è la glorificazione della smaterializzazione, al punto da rendere i contenuti intangibili principi dell’esperienza del visitatore. È forse proprio questa architettura dell’emozione l’eredità più grande per le future edizioni. Non solo per il Salone, ma per ogni genere di evento.
Mancava giusto il nostro padiglione… per fortuna gli articoli di TIDE son sempre presenti!
Ti fermi per un aperitivo?
Da tradizione mondana a traduzione virtuale.
Dai, non sarebbe stato un vero evento meneghino, senza. Tuttavia anche in una circostanza così apparentemente triviale si è tentato di implementare le potenzialità del digitale, evolvendo l’ormai cara impalcatura della videochiamata in un ologramma dal sapore retrofuturistico. Attraverso un monitor e un polimero grafico, ideati da Nescafé e realizzati da Breathing, è stato infatti possibile far interagire pubblico e barman.
Cosa insegna allora l’installazione posta allo Superstudio Più di Via Tortona? Che ogni occasione è buona (e magari dissetante), ma soprattutto di aspettarci in futuro altre performance di questo tipo, magari più elaborate e affini al mondo del design. La lezione della transizione — o meglio, commistione — digitale non si esaurisce certo con la quarantena.
Conclusioni
Il capoluogo si espande di nuovo… Ma non c’è solo Milano.
In qualsiasi città e da sempre, i mesi autunnali sono i più ricchi di possibilità per l’esplorazione delle produzioni culturali. Con mano o con un click, dalle numerosissime fiere a Torino — impossibile non capitarci, d’ottobre— al gargantuesco Lucca Comics, in programma fra pochi giorni.
La morale? Se non dovessi riuscire a partecipare a ogni grande evento, controlla sempre se sulle sue piattaforme sia prevista qualche modalità di visita online. E non farti scoraggiare dalle live, son chance preziose.
Per oggi è tutto, ci diamo appuntamento alla prossima edizione!
That’s it! This is Digital Experience.
Se pensi anche tu che questo articolo sia una digital experience, lasciaci qualche 👏 claps 👏👏👏 e condividilo con la tua rete! 😊
TIDE è una community fatta da giovani esperti digital.
Hai una Digital Experience da raccontare? Proponi subito il tuo articolo, scrivendoci su thisisdigitalexperience@gmail.com
Secondo noi Tiders potrebbe interessarti anche…