L’avventurosa storia della prima calcolatrice tascabile

Giovanni Boaga
Through the optic glass
5 min readMar 14, 2016

Omaggio ad un uomo intelligente, tenace e coraggioso

Castello di Vaduz, Liechtenstein

Chissà come sarebbe stato felice Isaac Newton di possedere una piccola calcolatrice con la quale eseguire, in pochi secondi, le operazioni matematiche che lo impegnavano per ore nelle verifiche numeriche delle meravigliose teorie che andava costruendo. Queste fatiche contabili per noi sono un retaggio del passato e anche un leggerissimo telefono cellulare ci permette di fare calcoli in qualunque posto ci troviamo. Ma non è forse noto a tutti che il primo strumento veramente portatile per compiere le quattro operazioni non fu prodotto dall’industria elettronica ma da quella meccanica e non nacque negli Sati Uniti ma in una piccola monarchia tra le Alpi: il Liechtenstein.

Curt Herzstark

Il geniale inventore che progettò questo gioiello della meccanica di precisione si chiamava Curt Herzstark e la storia di questa realizzazione attraversa la prima metà del secolo scorso e gli eventi drammatici che la caratterizzarono.
Nato in Austria nel 1902, in una famiglia che possedeva un’industria di calcolatrici, Herzstark entrò fin da piccolo in contatto con il mondo del calcolo automatico. Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, con la riconversione di molte industrie belliche, apparvero nuovi concorrenti nel campo della produzione delle calcolatrici. Tra questi Fritz Walther, ex costruttore di pistole automatiche, che trasformò la sua azienda in una che produceva addizionatrici elettriche. Il mercato, però, offriva soltanto esemplari molto pesanti e difficili da trasportare. L’addizionatrice Marchant più leggera pesava 9 chili e i contabili se la portavano in giro chiusa in una grossa valigia.

Addizionatrice Marchant

Il giovane Herzstark si chiese allora come fare a costruire una calcolatrice che potesse alleviare il lavoro di capocantiere, funzionari di dogana e quanti altri non potevano permettersi di recarsi in un ufficio per fare i loro calcoli. Si buttò a capofitto nella progettazione nell’intento di ottenere una macchina facile da usare e portatile, facendosi guidare più dagli aspetti funzionali che dai problemi legati al meccanismo di calcolo, che sarebbe stato adattato alle esigenze d’uso e non viceversa.

Calcolatrice Curta

Alla fine del 1937 era pronto per costruire una calcolatrice in grado di eseguire le quattro operazioni. Era meccanica, quindi indipendente dalla disponibilità di energia elettrica, cilindrica, per cui facilmente impugnabile con una mano; i numeri si impostavano con l’altra mano su cursori posti in circolo, si girava una manovella e… voilà sulla faccia superiore del cilindro appariva il risultato.

Ma all’inizio del 1938 le truppe naziste invasero l’Austria e per Herzstark, figlio di madre cattolica e padre ebreo, cominciarono i guai. Dopo un primo momento in cui furono obbligati dai tedeschi a produrre pezzi di precisione per la costruzione dei Panzer, le cose precipitarono ed Herzstark fu condotto al campo di concentramento di Buchenwald. Conosciamo ormai tutti i particolari della vita dei deportati nei lager nazisti e non fu diversa la sorte che gli toccò nei primi tempi di permanenza nel campo. In seguito fu mandato a lavorare nella vicina fabbrica di Milbau destinata a progetti militari segreti, dove, nei due anni successivi e in condizioni di vita decisamente migliori, costruì componenti per i famigerati razzi V2.

Razzo V2

Ma il caso doveva riservare a Herzstark un’occasione ancora migliore. Durante un’ispezione dei proprietari della fabbrica uno di loro lo riconobbe: era Fritz Walther, il vecchio concorrente degli Herzstark che aveva ricominciato a produrre pistole. Walther che conosceva benissimo le qualità di quell’anonimo prigioniero fece in modo che gli venisse data la possibilità di realizzare progetti innovativi e lui, nonostante le SS non gli riducessero il carico di lavoro, si buttò a capofitto nell’impresa di disegnare la calcolatrice che aveva progettato prima dell’avvento dei nazisti. Ma l’11 aprile, proprio mentre completava i suoi disegni, una jeep con dei soldati americani entrava a Buchenwald, primo campo ad essere liberato dagli alleati.

Libero e con in tasca il futuro, Herzstark tentò di interessare varie industrie a Weimar e a Vienna tra quelle rimaste ancora in piedi dopo il conflitto mondiale, ma con scarsa fortuna soprattutto a causa della mancanza di infrastrutture. L’unica possibilità in quel momento era di rivolgersi al principe del Liechtenstein che aveva deciso di modernizzare in suo piccolo paese, principalmente dedito ad attività agricole. Invitato a corte presentò i suoi prototipi che suscitarono subito grande attenzione.

Palazzo del Governo, Vaduz

Il principe stesso non resistette e si mise, divertito, a fare calcoli. Herzstark aveva trovato il posto giusto. In poco tempo venne messa in piedi la società Cortina per la costruzione delle prime calcolatrici Curta, come vennero chiamate. E fu un successo mondiale che continuò per vent’anni, fino alla comparsa sul mercato delle prime calcolatrici elettroniche: l’ultima delle 150.000 Curta fu venduta all’inizio degli anni settanta.

A quasi ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia, che a tanti nostri concittadini hanno riservato un destino ben più triste di quello di Herzstark, è bello ricordare un uomo geniale e coraggioso e la sua opera, un monumento alla creatività e all’ingegno dell’Uomo che nessun muro di odio e irrazionalità potrà mai soffocare.

--

--