Spareresti agli immigrati?
Un “esperimento shock” o un “esperimento eticamente censurabile”?
Una premessa: non ho alcuna soluzione o certezza. Esprimerò qualche dubbio e farò qualche domanda. La prime due a mio avviso le più importanti:
1⃣ Un “esperimento sociale” come questo riprodotto nel video che segnalo in coda a questo post si può condurre liberamente per le strade italiane?
2⃣ E senza prevedere alcuna protezione “psicologica” delle famiglie coinvolte?
Cominciamo da quello che sembra l’autore/regista del video. Nella riproduzione che ho visionato compare il marchio di @fanpage, una rispettabile testata giornalistica online cui dobbiamo molti interessanti testi e video. Tra le altre cose un canale YouTube denominato “provocatore sociale [esperimento sociale]” https://tinyurl.com/y5x5d94l che raccoglie alcuni video ideati da Luca Iavarone (attuale direttore creativo di @fanpage?)
Dal momento che “l’esperimento” aveva caratteristiche decisamente “forti” ho per prima cosa verificato l’effettiva autenticità dell’autore. Il video che analizzerò brevemente e che ho visto su Twitter e Instagram non è caricato nel canale Youtube che ho citato sopra, ma a quanto pare l’autore è effettivamente Luca Iavarone.
Nella sua pagina facebook https://tinyurl.com/yxaks5ec compare un commento a suo nome a un link (non più attivo) che riproduceva il video che ho visionato e che dice così: “Eravamo pronti al peggio, credevamo di essere attaccati anche con violenza. Nulla. Al secondo giorno alcuni della troupe hanno cominciato ad avere crisi di pianto”
Effettivamente le voci dei bambini che “applaudono” e “incitano” i genitori nella realistica simulazione che prevede l’uccisione di fantocci che raffigurano migranti di colore, oltre che Carola Rackete, sono terrificanti.
Un vero ambiente sperimentale avrebbe dovuto prevedere l’approvazione di un comitato etico (visto che viene attuata una vera e non troppo blanda manipolazione psicologica), e almeno un ambiente protetto post-partecipazione “alla fase sperimentale”. In modo da permettere ai protagonisti di rielaborare i comportamenti attuati e dare a queste famiglie una qualche vaga possibilità di “riformulare l’accaduto”.
Questa fase di rassicurazione/protezione è prevista anche nella lunga e antica tradizione delle varie “candid camera” cui in qualche modo l’autore certamente si ispira.
E invece niente di simile compare quantomeno nei video, né per consolare le persone che abbandonano disgustate il setting, né per informare dell’inganno in cui sono caduti, manifestando intollerabili forme di razzismo, le persone che esprimono il peggio della nostra “umana” natura.
Lo ricordo per i più giovani: nella tradizione di “candid camera” il momento di spiegazione/rassicurazione era sempre presente.
Non metto in dubbio le buone intenzioni degli autori e la volontà di denunciare la gravità della situazione e del clima politico che viviamo, ma bisogna fare attenzione, quando si propongono questo genere di “esperimenti”, innanzitutto all’effetto “rassicurante” della stessa partecipazione attiva su comportamenti futuri, questa volta nella realtà quotidiana.
Comportamenti che riguardano non solo la sfera civica ma anche quella mentale e psicologica. Una rielaborazione del “contesto”, persino in situazioni ben più innocenti, è fondamentale per la salute, in senso lato, delle persone inconsapevolmente “arruolate”, in particolare i bambini che da questo punto di vista sono estremamente fragili e condizionabili.
La civiltà di una società si misura in molti modi, non solo in quelli che sono immediatamente visibili. La denuncia che il video esprime è forte ma le deduzioni che si possono fare sull’effettivo stato di salute civica e mentale dei nostri concittadini, oltre che la loro vulnerabilità effettiva alla propaganda razzista, sono limitate.
Le forzature esplicite, che inducono “pensieri criminosi” in questo genere di setting sono estremamente numerose. E quello che vediamo non può essere attribuito tutto e automaticamente all’infausto clima politico che viviamo.
Infine un’ultima considerazione: stiamo assistendo alla morte del giornalismo tradizionale e alla progressiva scomparsa del giornalismo d’inchiesta. Sebbene con rare e pregevoli eccezioni.
3⃣ Quello che si sta imponendo, con questa tipologia di servizi, che genere di giornalismo è?
4⃣ Siamo sicuri che non serva un minimo di riflessione etica collettiva?
È certo che, comunque la si pensi, non siamo messi molto bene.
Infine:
5⃣ Qualcuno si è preso cura del vissuto emotivo dei bambini coinvolti nel “setting dell’esperimento”?
Potete visionare il video di cui parlo ai link che segnalo di seguito.
Su questo profilo instagram https://www.instagram.com/un_razzista_al_giorno/
“Spareresti agli immigrati? Esperimento shock”
Sul profilo Twitter @AlRazzista il video è suddiviso in due spezzoni
Il primo è reperibile da questo link: https://twitter.com/AlRazzista/status/1161668322519396352
il secondo da questo link: https://twitter.com/AlRazzista/status/1161672771035914241