Caffè in giro e caffettiere portatili
Da appassionato di caffè, ogni volta che viaggio fuori dai confini nazionali, è sempre un dramma. Specialmente quando mi reco negli Stati Uniti, i posti dove si trova un buon espresso si contano sulle dita di una mano.
Da un paio di anni ho deciso di portare nel mio zaino una caffettiera portatile, che mi permetta di bere un caffè della giusta lunghezza. Ho cercato su internet qualcosa che fosse semplice e, possibilmente, senza bisogno di alimentazione. Mi sono quindi imbattuto in Wacaco, un’azienda che produce una particolare caffettiera portatile.
Come funziona
L’idea dietro queste macchinette è di usare una pompetta che, azionata con le dita, permetta di sviluppare una pressione tale da filtrare il caffè ed ottenere la bevanda.
Il modello che ho deciso di acquistare è la Nanopresso, un marchingegno estremamente portatile composto da 3 sezioni:
- alla base si trova una piccola cisterna per l’acqua calda, sufficiente per un espresso lungo;
- la parte centrale è costituita dalla pompa vera e propria che viene azionata mediante i pollici, e si richiude per permettere un trasporto più agevole;
- infine, in cima si trova la camera dove si può mettere il caffè in polvere o, in alternativa, una capsula compatibile con il sistema Nespresso.
Perché le capsule Nespresso?
Essenzialmente perché sono estremamente semplici da trovare: non importa in quale parte del mondo ci si trovi, è probabile che si trovino del caffè in polvere o delle capsule, da qualche parte. Meglio avere la scelta, in fondo.
La mia opinione
uesto piccolo marchingegno mi ha accompagnato in diversi viaggi, negli ultimi 2 anni. Si tratta, a mio avviso, di uno strumento essenziale, quando non si è a casa (o se ci si rompe la macchina del caffè). L’unica nota dolente è il dover utilizzare acqua riscaldata in precedenza, ma è un ostacolo facilmente sormontabile.
