Champions League group chat: tutti ai piedi di Leo Messi e dell’Ajax

Nicola Bonafini
Tribuna Centrale
Published in
7 min readMay 3, 2019

Un incredibile, inestricabile, imperscrutabile innamoramento collettivo: quello per l’Ajax e per Leo Messi. La Champions League ci ha regalato due semifinali d’andata da mandare agli annali.

Lo si sapeva, la qualità l’avrebbe fatta da padrona, e le emozioni che hanno accompagnato le prime due sfide con Tottenham e Liverpool hanno confermato una volta di più che a) l’Ajax “is for real” e b) Il Barca sembra “the team of destiny” quest’anno, con un triplete incredibile a portata di mano.

Un grande, calorosissimo, abbraccio a Jurgen Klopp ed al suo Liverpool. Hanno giocato una partita pazzesca. Avrebbero meritato almeno il pari. Hanno giocato “da Liverpool di Klopp”, e sono tornati a casa con tre gol sul gruppone. Il calcio è irrazionale. Lo sport, crudele.

Albert e Simone ci regalano un botta e risposta che è forse più un’analisi esistenzialista che un vero e proprio commento a due partite di “pallone”. Io farò una qualche intermission con mie idee… ma il palcoscenico è loro. Giustamente!

Barcellona-Liverpool

Simone Russo: «Nessuno osa dire che la vittoria del Barcellona ha proporzioni ingiuste. Messi oscura una partita del Barcellona con molte ombre…»

Albert Bertolini: «Beh, nessuno non direi. Ho sento più di un commentatore ammettere che il 3–0 finale è un risultato inaccettabile per la truppa di Klopp, inaccettabile per la prestazione che il Liverpool ha offerto e che va detto, per lunghi tratti è stata di grande livello. Più che altro il risultato di ieri sera da’ ancora una volta ragione a chi sostiene che il calcio è la scienza sportiva meno esatta di tutte: a volte la squadra che gioca meglio esce sconfitta, altre volte esce sconfitta e con le ossa rotte. Diciamo che il Liverpool è stato sconfitto dalla propria incapacità di concretizzare le occasioni create e da un extraterrestre che risponde al nome di Lionel Messi».

Simone Russo: «L’opzione scelta da Klopp per sostituire Firmino ti ha convinto? Nella prima mezz’ora del secondo tempo con una punta pura in mezzo forse almeno un pallone sarebbe entrato? Sto ovviamente parlando di Wijnaldum».

Albert Bertolini: «A me il Barcellona, al di là de fatto di aver caricato sull’aereo per Anfield un risultato oggettivamente bugiardo, è piaciuto. Delle quattro che ho visto mi sembra quella più da titolo. Perché nasconde le proprie lacune grazie alla qualità del palleggio e ha finalmente ritrovato una linea difensiva che offre garanzie. La partita di Pique’ e Langlet è stata monumentale. Sopratutto Mr Shakira, come già più volte sottolineato, è tornato tra i primi 5 centrali al mondo. Le grandi squadre sono quelle che soffrono e colpiscono quando sembrano a tappeto, così è stato ieri sera, con quel tremendo uno-due in una ripresa in cui a malapena i catalani avevano messo il muso fuori dalla porta».

Simone Russo: «Per me il Barcellona ha avuto delle grandi fiammate, con giocate da era Guardiola, ed ha confermato di avere un cinismo da squadra che vince il titolo. Mi ha stupito che, con un Messi momentaneamente fuori dal gioco, sia sparito per oltre mezza ripresa dal campo. Forse è integralmente merito del Liverpool, che in quel momento è molto salito di tono»

Albert Bertolini: «Sulle scelte di Klopp… Fosse finita in pari o comunque con una sconfitta col minimo scarto, starebbero tutti a magnificare le intuizioni tattiche di Klopp. La realtà è che Firmino non stava manco al 50 per cento e quando è entrato si è visto, Origi è uno che può fare gli spezzoni in Premier ma titolare al Camp Nou rischia di assomigliare più a uno dei Black Eyed Peas che a un centravanti e Shaqiri mi sembra più uno da gara in corsa. Io credo che il piano tattico di Klopp, cioè Wjinaldum in posizione spuria tra attacco e trequarti abbia avuto una sua logica, ed è finito nel tritacarne perché quel 3–0 lì fa vedere tutto più grigio»

Simone Russo: «Si mi sembra che tutto sommato non avesse altre opzioni credibili a parte l’olandese»

Albert Bertolini: «Credo che il Barcellona sia sparito dal campo nella ripresa, fino al gol del 2–0, per merito del Liverpool. E sarebbe ora che cadesse in miseria questa leggenda metropolitana del “Klopp uguale ripertenze”. Mica solo. Klopp gioca in verticale, ma quando deve prendere possesso della tua metà campo lo fa alla grande. Più che Wjinaldum, io ho capito meno l’esclusione di Alexander Arnold, ma credo che al tedesco servisse un terzimo destro più difensivo visto che Robertson, nel frattempo, è diventato un Giggs scozzese. Che partita che ha fatto! Simone, abbiamo assistito a una partita tra marziani eh, va detto… Un livello che l’altra semifinale può solo tentare di raggiungere, al di là delle magnificenze di un Ajax in missione con i gioielli di casa che non smettono di brillare».

Simone Russo: «Infatti, una vera finale!Quindi, posto che, a parte il risultato, la banda Klopp ha fatto una buona partita, cosa deve cambiare in casa Reds per tentare l’impresa?»

Albert Bertolini: «Mah, posto che ad Anfield l’impresa la proveranno a prescindere, visto il luogo, l’ambiente e la mentalità della squadra, c’è da augurarsi che Klopp possa ritrovare un Firmino almeno al 70% così da poter ricomporre il tridente delle mearaviglie e arretrare Wjinaldum al posto di Keita che è uscito infortunato. Il Liverpool dovrà segnare una rete nel primo tempo e non concedere la zampata ad Alien Messi e ai suoi compari d’attacco. Non sarà facile, anzi direi quasi impossibile, ma se la Roma ha rimontato il Barca, che non era questo Barca, va detto, può provarci anche il Liverpool con la forza d’urto di cui può disporre in casa. Cosa non ti è piaciuto del Barcellona? Al di là del risultato bugiardo»

Simone Russo: «Mi è piaciuto Ter Stegen, un Jordi Alba stellare in fase di proposizione, mentre ho visto un Coutinho troppo a fasi alterne. I blaugrana sono tornati in campo stranamente appagati dopo l’intervallo, non riuscivano a stare alti con la difesa nella prima parte del secondo tempo, non sono riusciti a tenere Robertson e la velocità di Mané, che ha mancato una bella occasione, è stata per lunghi tratti un rebus indecifrabile per la difesa… ma alla fine… se hai Alien puoi permettertelo. Devo dire che il Liverpool in fase di pressing, recupero palla, rapidi cambi di gioco da una fascia all’altra, è stato uno spettacolo da università del calcio. Però conta il risultato…».

First Intermmision

Nicola Bonafini: «Posso dire? Mi lego al discorso di Simo su ciò che non è piaciuto del Barca per segnalare sommessamente un paio di aspetti. Il primo: Coutinho mi è sembrato molto peggio che a “fasi alterne”. Mi è parso come una sorta di “separato in casa” rispetto agli altri del Barca, molto sotto ritmo, passivo… quasi scoglionato… Se Dembelè avesse un’altra testa, sarebbe titolare indiscusso di questo tridente (stante questo Coutinho). Secondo aspetto: mi è parsa passata abbastanza sotto silenzio la mossa di Valverde nel secondo tempo di togliere Coutinho, appunto, e inserire Semedo e passare al 4–4–2 che a me è parso quasi più un 4–4–1–1… Ha riequilibrato la squadra, togliendo la profondità e un po’ di verticalizzazioni al Liverpool. La differenza con i Barcellona dei tempi passati è che in panchina c’è un uomo di buonsenso fortemente concreto. E’ consapevole che i big si stanno lentamente avviando verso la fase finale delle loro magnifiche carriere. Sta ottimizzando le risorse, e rischia di portarsi a casa un triplete incredibile. Infine Messi tuttocampista, è quasi una gioia per gli occhi».

Tottenham-Ajax

Albert Bertolini: «Tottenham-Ajax: risultato giusto? Caso chiuso o gli Spurs sono ancora vivi?»

Simone Russo: «Secondo me sono ancora vivi a patto che Pochettino ritrovi la quadratura dietro è soprattutto… In più recupera Son per il ritorno, che non è assolutamente poco».

Albert Bertolini: «Gli Spurs sono troppo corti e troppo tirati per regalare contemporaneamente Kane e Son. Il coreano se non altro tornerà per il ritorno di Amsterdam, ma dietro il Tottenham rischia di aver perso Vertongen che è quello che forse dà le garanzie più ampie al suo allenatore in termini di focus e intelligenza calcistica. L’Ajax mi è sembrato superiore, per sviluppo, palleggio, convinzione. L’Ajax è la classica underdog che ha capito di poterci credere. D’altronde dopo aver eliminato il Real al Bernabeu e la Juve in trasferta, sanno di potersela giocare con tutti sul doppio confronto. A favore del Tottenham c’è da dire che in casa i Lancieri hanno brillato molto meno che in trasferta. Per me serie ancora molto aperta, sopratutto se Son è quello degli ultimi due mesi. Ajax con un chiaro vantaggio, ovvio, ma verdetto non così scontato. C’è anche da aggiungere una cosa molto importante: i gioielli dell’Ajax sanno che questa è la prima e ultima occasione, per loro, di fare la storia con la maglia della società che li ha cresciuti, perché il prossimo anno riscalderanno il cuore di altre piazze».

Simone Russo: «L’Ajax ha trovato convinzione, è in fiducia: gli riesce tutto. Contro gli Spurs la vera occasione dopo l 1–0 l’ha avuta Neres (palo). Per contro, quanti spazi in difesa a inizio gara lasciti dagli uomini di Pochettino».

Second Intermission

Nicola Bonafini: «L’Ajax è una squadra che sta vivendo a un metro e mezzo da terra un’avventura di Champions League che si sta trasformando in una campagna trionfale. Diciamo che in trasferta un modo per farti gol lo trovano sempre, ed hanno una qualità ed una struttura tale che in difficoltà ti mettono sempre, soprattutto con i contropiedi manovrati e le verticalizzazioni. Credo che Pochettino abbia optato per la difesa a tre iniziale ed infoltito il centrocampo per cercare di limitare le verticalizzazioni che sono il marchio di fabbria dei lancieri. C’è riuscito, perché alla fine è stata solo una quella dell’Ajax. Il problema è che quell’unica verticalizzazione è stato l’assist di Zyech per Van De Beek (ripeto il mio mantra dell’ultima chat: qualsiasi prezzo per un trequartista come questo!). Poi l’infortunio a Verthongen ha scompaginato un po’ i piano. Il Tottenham non può regalare Kane e Son agli avversari, perché Llorente è un giocatore troppo limitato per poter pensare di supportare una manovra offensiva di qualità e Lucas Moura ha bisogno di compagni di qualità che tengano impegnata la difesa per poter dispiegare la sua velocità e la sua verticalità. Il ritorno non è chiuso, ma indirizzato. Anche perché vedo una crescita tangibile nella convinzione dei ragazzi dell’Ajax in questa Champions League».

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Nicola Bonafini
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journalist, blogger, writer, media manager, editor. Sports, mainly… but not only. Italian is my language, English is my passion