Le pagelle. I Tre Moschettieri spingono una brutta Francia sul tetto del mondo

Albert Bertolini
Tribuna Centrale
Published in
5 min readJul 15, 2018
Paul Pogba, il migliore in campo (foto da www.pulse.ng)

La Francia, pur non giocando a calcio per lunghi tratti della gara, è stata spinta dai suoi “tre trenori”: Pogba, Griezmann e Mbappè non hanno steccato una nota. Kante negativo un evento raro come il passaggio di una cometa. Alla Croazia non basta un grande Rakitic. Mandzukic stremato.

FRANCIA

Lloris 5: positivo, ben oltre le previsioni, per tutto il Mondiale. Nega a Rebic la rete del 2–2 con un bel riflesso. Quando la Coppa è già in viaggio verso Parigi si ricorda di essere francese e in un momento di abbacinante presunzione cerca di dribblare Mandzukic, regalando il punto del 4–2 e un’ultima parentesi di speranza ai croati.

Pavard 6: gara solida, con poche sortite ma diverse chiusure difensive di livello, soprattutto sullo 0–0 quando con una grande diagonale anticipa di testa Perisic.

Hernandez 6.5: anche lui lieta sorpresa del Mondiale. Finale in linea con lo standard di rendimento che ha saputo tenere nel corso della manifestazione. Serbatoio sempre pieno e una attenzione difensiva che non gli riconoscevamo. A Vrsaljko concede le sgroppate ma mai un cross.

Varane 5.5: pasticcione in uscita di palla, regala caramelle ai croati. Sembra aver lasciato il focus in albergo.

Umtiti 5.5: idem con patate. Si va valere nel gioco fisico e azzecca un paio di anticipi ma regala troppo spesso palla agli avversari.

Kante 5: giocatore dalla funzionalità fantascientifica, sbaglia una partita all’anno. Gli capita di sbagliare proprio la finale del Mondiale. Come sempre si fa in quattro in interdizione, ma il raccolto è scarso. Altruista al punto che, in fase di possesso, gioca con gli altri. Sostituito da N’Zonzi.

N’golo Kante (foto da www.twoeggz.com)

Pogba 7.5: prestazione sontuosa, a tutto campo, condita da un gol di grande fattura che scava il solco decisivo. Il giusto premio a un Mondiale in cui il Pogba “cazzaro”, autoreferenziale e superficiale lascia il posto un giocatore maturo, sempre concentrato, capace di mettere le proprie enormi qualità al servizio della squadra in entrambe le fasi.

Matuidi 5.5: ala tattica che sicuramente equilibra la Francia di Deschamps ma toglie anche tanto allo sviluppo. Si dà da fare soprattutto in fase difensiva. Giocatore che fatica a fare breccia nel cuore di chi vorrebbe vedere i galletti giocare a calcio, con la qualità che si ritrovano.

Giroud 5.5: il suo innesto nel tridente d’attacco è stato il giro di chiave decisivo per aprire lo scrigno dei sogni. Novanta minuti con le spalle alla porta. Sportellate, qualche sponda, una bella girata volante (Brozovic gran salvataggio) e poco altro.

Mbappè 7: un ragazzo che al suo primo Mondiale, vent’anni ancora da compiere, è già in grado di segnare solchi così profonde sulle partite che sono lo spartiacque tra la gloria e il rimpianto. Un puma che ti arriva addosso a 120 all’ora tutte le volte che riceve la palla ed è nelle condizioni di farti male. Si toglie anche il lusso di mandare i titoli di coda sul match siglando il gol del 4–1. Pasticcione negli ultimi 20'.

Griezmann 7: altro “big” che risponde presente. L’arbitro abbocca alla sceneggiata da cui nasce il calcio piazzato che porta all’1–0 francese. Sua la dolce parabola su punizione. Trasforma il penalty del 2–1 come bere un bicchier d’acqua. Secondo tempo di grande duttilità, recupera palloni e ribalta l’azione con fameliche ripartenze.

CROAZIA

Subasic 5: tecnicamente non gli si possono addossare colpe specifiche sulle reti subite ma dà l’impressione di avere le gambe vuote e riflessi addormentati. Rinuncia a tuffarsi sul destro di Mbappè, che proprio una cannonata non è.

Vrsaljko 5.5: su quella fascia sembra la navetta JFK-Manhattan. Ha scorte di energia inesauribili. Il problema è che il novantanove per cento delle volte il suo uomo non lo salta ed è costretto a tornare indietro. Bravi i francesi a non concedergli mai la specialità della casa, il cross in corsa.

Strinic 5.5: sicuramente meglio nel finale di stagione che nelle puntate precedenti. Ma quella domanda continua a frullare in testa: non ce l’hanno in Croazia un terzino sinistro meglio di questo?

Lovren 6: sprazzi del Lovren che ci piace meno, quello che ha un debole per le frittate. Rischia di combinarla grossa ma quello di Giroud è effettivamente gioco pericoloso. Un paio di palloni sparacchiati senza un’idea. Sontuoso nel gioco aereo, riesce anche nell’impresa di spettinare il centravanti francese.

Vida 7: sigilla un Mondiale da grande (e inatteso) protagonista con una Finale in cui viene battuto soltanto una volta perché Mbappe in quelle situazioni non è oggettivamente arginabile. Almeno tre chiusure da applausi. Sempre pericoloso quando sale nell’area avversaria. Un guerriero.

Brozovic 6: non incide come vorrebbe ma è prezioso nelle pressioni e nei recuperi. Ci si aspetta sempre qualcosa di meglio da un giocatore che in mediana ha trovato la propria definitiva dimensione.

Rakitic 7: i grandi giocatori sono quelli che più la partita è calda, più la posta in palio è alta, più loro sono in grado di innalzare il proprio rendimento. Rakitic è uno di questi. E non a caso gioca nel Barcellona. Sempre nel vivo dell’azione, dai suoi piedi partono lanci illuminanti ed è un grande collante tattico.

Mandzukic 5.5: il guerriero arriva alla battaglia finale senza forze. Trova il modo di iscriversi a referto tra i marcatori perché Lloris è in vena di regali e lui è uno di quelli che anche da morto continuerà a crederci. Dà l’impressione di stare in piedi coi quattro venti. Resta uno di quegli attaccanti che mette d’accordo tifois, allenatori e avversari: tutti lo vorrebbero, uno così.

Modric 6.5: diciamo la verità, un po’ tutti facevano il tifo per la Croazia anche e sopratutto per lui. Che in caso di vittoria avrebbe seriamente rischiato di vincere il Pallone d’Oro. Giocatore sublime, forse l’ultimo rimasto a parlare alla palla con il linguaggio degli Eletti. La sua non è una finale memorabile, ma trova comunque il modo di deliziare la platea con tocchi e intuizioni che sono “altra roba”. Russia 2018 ha avuto il merito di ricordare a tutti che Luka Modric è un fuoriclasse.

Perisic 7: mezzo punto in meno per quel braccino galeotto e anche un po’ ingenuo che costringe il drettore di gara a rivedere il tutto al Var e a decretare il rigore che riporta in vantaggio i francesi, quasi dal nulla. Poco prima aveva nuovamente illuminato la scena con un gol che è il trionfo di coordinazione, forza, tecnica e precisione. Altre notevoli fiammate nel corso del match, riesce sempre a creare qualcosa di buono quando riceve palla sulle sue mattonelle.

Rebic 6: molto più in ombra rispetto alle prestazioni scintillanti dei turni precedenti. Giocatore che ha bisogno di essere al meglio per alzare i giri di unj motore che ha pochi eguali, dà l’impressione di essere arrivato in fondo (comprensibilmente) in riserva. Trova comunque il modo di rendersi pericoloso, ma trova Lloris sulla propria strada.

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