Liverpool: il Gegenpressing ha rotto il salvadanaio. Basterà?

Albert Bertolini
Tribuna Centrale
Published in
6 min readJul 24, 2018
Il Liverpool proverà l’assalto alla Premier (foto da www.101greatgoals.net)

Times, they are changing.

Le parole di Bob Dylan sono sempre attuali e si applicano a tutti, anche a chi, come Jurgen Klopp, rischia da tempo di assurgere a entità semi divina quindi, a regola, immune dalle mortali leggi dello spazio e del tempo.

Nel 2016, il manager del Liverpool prese una decisa posizione dopo l’annuncio dell’acquisto di Paul Pogba da parte del Manchester United, per la cifra record di 90 milioni di sterline. “Credo che lascerò il mondo del football se questo genere di cifre per un calciatore dovesse diventare la norma”. Due anni dopo, “crazy money for a player” è diventata la norma. Jurgen Klopp è ancora il manager dei Reds. E nessuno ha aggredito questo mercato tanto quanto il suo Liverpool. Sono 176 i milioni di sterline usciti dale casse di Anfield quest’estate per cercare di riportare il titolo della Premier League sotto la Kop 28 anni dopo l’ultima volta. Il primo in ordine di tempo è stato Naby Keita, jolly di centrocampo, acquistato già al termine della scorsa stagione dal Red Bull Lipsia per 60 milioni di sterline. Poi Fabinho, anche lui centrocampista, 45 “sacchi” dal Monaco. Xherdan Shaqiri, attaccante esterno, 14,7 milioni di sterline dallo Stoke City. Una “sveltina” al discount di quartiere. Infine l’ultimo in ordine di tempo, il portiere Alisson Becker, trasferimento record per un estremo difensore, prelevato dalla Roma per 67 milioni di sterline. Tenuto presente che al roster dei Reds era già stato aggiunto nel gennaio scorso un altro “Transfer record” come Virgil Van Dijk, difensore centrale acquistato dal Southampton per la cifra monstre di 75 milioni di sterline, è inevitabile che il buon Jurgen avesse qualcosa da “chiarire” nella conferenza stampa post Alisson.

“L’IMPORTANTE E’ AVERE UN’IDEA”

“Farò quello che serve per riportare i trofei nella bacheca del Liverpool- le parole del tecnico tedesco- quando dissi quelle parole non avrei potuto immaginare che il mondo del calcio e delle cifre relative ai trasferimenti sarebbe cambiato così tanto. Due anni fa 100 milioni era una pazzia, ma da allora tutto è drasticamente cambiato. Prima di tutto, ho la responsabilità di rendere nuovamente il Liverpool un club vincente. Non credo che possa avere un senso dire no, non voglio grandi giocatori, non voglio spendere tanti soldi… se alla fine il club per cui lavoro non ha successo. Abbiamo una squadra veramente buona, e migliorarla non solo non è facile ma è anche certamente costoso. Trovare giocatori migliori di quelli che già avevamo… beh, non è che li trovi proprio dietro l’angolo. In fin dei conti, non ci interessa quello che il mondo intorno pensa di noi in questo momento, così come non credo che interessasse allo United quello che io avevo da dire due anni fa. Era solo la mia opinione in quel momento. Credo che sia meglio avere un’idea e poi cambiarla, rispetto a non averne affatto”.

BASTERA’?

Dal gennaio scorso a oggi fanno 275 milioni di sterline spesi per riportare la Premier League a Liverpool, sponda Anfield. Basteranno? Difficile sbilanciarsi. Certo l’impressione èche Klopp e gli omini del recruitment non abbiano gettato i soldi dalla finestra. Va premesso che già lo scorso anno il Liverpool non ha esattamente partecipato al Torneo delle Aziende. Una finale di Champions, il terzo posto in campionato, c’è chi sta peggio al mondo. A tratti nessuno ha giocato un calcio più contundente di quello dei Reds. Gegenpressing, cioè l’estremizzazione della pressione immediata sulla ripartenza avversaria, e la migliore verticalità vista a livello mondiale negli ultimi venticinque anni, fate anche trenta, un possesso palla mai fine a se stesso ma sempre finalizzato ad azzannare la profondità, dove Firmino, Salah e Manè sono la miglior “compilation” possibile in termini di tecnica in velocità, tagli, scambi, scelta degli spazi da attaccare.

Roba da spellarsi le mani per gli applausi. Un entusiasmo incontenibile. Ma un conto è vincere all’applausometro, ben altro conto è vincere un titolo. Se poi stiamo parlando della Premier League, benaltrissimo conto. Andiamo ad analizzare nel dettaglio come e con quale logica è stata rafforzata la rosa. Primo concetto: depth. Profondità. Puoi anche giocare il cacio della New Team di Holly e Benji ma la Premier League con 13/14 giocatori di prima fascia non la vinci mai. Soprattutto in mezzo e davanti il Liverpool era oggettivamente troppo corto. A maggior ragione dopo che a Melwood è arrivata la notizia definitiva di Oxlade Chamberlain fuori per la stagione. Ci sta quindi, in quest’ottica, l’ingaggio di Xherdan Shaqiri, funambolo mancino svizzero che in Premier ha già dimostrato di poterci stare e anche bene, classico esterno d’attacco con le caratteristiche che sfarfallano lo stomaco di Klopp: rapido, veloce, tecnico, capace di prendersi la profondità come di mandarci i compagni. Il cambio naturale di Momo Salah. Sicuramente un “upgrade” rispetto al “quarto uomo” designato del tridente d’attacco, quell’Adam Lallana che non ha mai realmente dimostrato di essere più da Liverpool che da Southampton. Un dollaro educato me lo gioco sull’ex Inter, come possibile “sorpresa” del prossimo campionato.

Gli aggiustamenti più pesanti il Liverpool li ha fatti in mezzo, un po’ perché numericamente vi era urgenza dopo la partenza a parametro zero di Emre Can (Juventus), un po’ perché James Milner ha orai superato i chilometri del maratoneta Stefano Baldini in carriera e comincia a essere un po’ frusto, Henderson è capitano di personalità ma per la qualità ripassare domani, Wjinaldum tende a essere buono che piega senza mai riuscire a traslocare dal piano del potenziale a quello della certezza. Dentro quindi il solido Fabinho e un talento vero come Naby Keita, che i tifosi sembrano già aver eletto a prossimo crack della massima serie inglese al grido di “The Premier League is not ready for him!”. Potrebbero anche non essere così lontani dalla verità…

Secondo concetto: il portiere. Con tutto il rispetto, provare a vincere Premier e Champions League con Mignolet e Karius ad alternarsi tra i pali, è un po’ come “andare a fari spenti nella notte”. Klopp, maestro di gestione degli uomini, il che significa proteggere i tuoi giocatori, anche quando sei rimasto l’ultimo a provarci, si è dovuto arrendere al gigantesco punto esclamativo “among the sticks”. Concussion o non concussion, riproporre Karius come numero uno titolare sarebbe stato come andare in tour coi Metallica senza gli amplificatori. Troppo gravi e troppo esposti i due macroscopici errori nella finale di Champions, tant’è che il tedesco ha continuato a pestare immaginarie bucce di banana anche nel corso dell’attuale pre-season. Il club di Anfield ha così deciso di porre rimedio una volta per tutte, rompendo il salvadanaio per assicurarsi le prestazioni di Alisson Becker, numero uno della Selecao e oggettivamente tra i primi 5 portieri a livello mondiale al momento.

“A MESSAGE TO THE WORLD”

Caso chiuso? Sulla carta, sì. Ma tra gli ex che hanno fatto la storia del Liverpool e che come tanti altri si cimentano a dire la loro sulla campagna acquisti faraonica e sulle possibilità di vincere la Premier League dopo 28 anni, non manca qualche voce illustre fuori dal coro. Tra questi in prima fila c’è l’indimenticabile centravanti Robbie Fowler, che invita tutti alla calma su Alisson e, più in generale, sulle chance da titolo dei Reds. “Abbiamo preso quello che è certamente un portiere di livello mondiale- dichiara Robbie al Daily Mirror — ma attenzione, la Premier è tosta. Alisson farà errori. Abbiamo visto tutti quanto tempo sia servito a David De Gea al Manchester United per affermarsi come uno dei migliori portieri. Come tutti i tifosi, anche io sono eccitato per l’acquisto di un portiere così forte e per una cifra record, ma non facciamoci tutti trascinare via e non commettiamo l’errore di pensare che basterà questo a colmare il gap di 25 punti con il Manchester City. Per quanto mi riguarda, loro rimangono la squadra da battere”

Un altro ex attaccante del Liverpool è invece convinto che il prossimo, sarà l’anno buono. Dean Sounders sprizza fiducia da tutti i pori e avverte i naviganti: Klopp ha mandato un messaggio al mondo con la recente campagna acquisti. “La squadra non era abbastanza forte, la panchina era corta e il portiere maldestro- dichiara Deanoooo- Jurgen Klopp ha sistemato tutte queste falle. Penso a quei tre là davanti, che sono inarrestabili, la perfetta combinazione di velocità e capacità di giocare la palla… Ora che la rosa è stata sistemata, mi ci gioco la faccia e dico che abbiamo la chance di riportare il titolo a casa. Spero di prenderci…”.

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