TC GROUP CHAT: LO SCOLLO A V DI JOACHIM LOW, L’INGHILTERRA A FARI SPENTI E IL PLEBISCITO PER IL BRASILE

Nicola Bonafini
Tribuna Centrale
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13 min readJun 14, 2018
Il premio tanto ambito (unsplash)

Russia 2018 inizia oggi. Anzi, mentre “andiamo in onda”, il derby del greggio tra Russia ed Arabia Saudita sarà in pieno svolgimento. Noi dello staff di Tribuna Centrale, ci siamo posizionati sui nostri comodi seggiolini per scambiare un po’ di opinioni su questa rassegna mondiale, sui “casi del giorno” e sulle big europee e sudamericane. Senza far mancare, ovviamente, i nostri pronostici.

COSA CI FACCIAMO QUI?

Simone Russo: Seguire il Mondiale con il giusto spirito.

Nicola Bonafini: Mah io ho pensato che le Finali Nba non mi hanno eccitato abbastanza e magari i Mondiali mi possono dare un quid in più…

Albert Bertolini: Cosa ci facciamo qui vestiti come dei bimbiminkia? Beh diciamolo: i mondiali sono calcio ma anche folclore, da sempre. Storie parallele che si intrecciano agli assist e ai tiri all’incrocio dei pali , storie che spesso col calcio c’entrano il giusto ma che poi restano e vengono tramandate (e giustamente ingigantite) nella tradizione orale.

Nicola: partiamo con i temi scottanti, quelli che la gente vuole sentire. Tipo: la Spagna ha deciso di suicidarsi? Eleggiamo già il Messico come la squadra cult di Russia 2018?

Albert: Questo non sarà soltanto il Mondiale senza l’Italia, ma anche quello della Spagna che caccia un allenatore imbattuto a una carrettata di ore dall’inizio della competizione per motivi probabilmente esoterici (l’unica reazione è quella di Fabregas , che dice “almeno forse adesso mi convocano?) e del Messico che decide bene di mandarla letteralmente in “vacca”! Vi pare poco? Io dico, bene così !

Simone: Il primo problema della Spagna forse è più l’obsolescenza di Iniesta che non l’allenatore

Nicola: il Messico, ragazzi, è sempre il solito. Li adoro, sono il Belgio del Latin America, ogni volta, ad ogni competizione di altissimo livello, trovano un modo per spararsi su un piede e implodere. Ed è un peccato, perché ci sono giocatori che comunque hanno un livello alto per la competizione. Irving Lozano per fare un esempio. Però queste storie extracurricolari avranno il loro peso.

Simone: Il Messico mi piace per il mix tra ex grandi promesse, buoni giocatori e Lozano, che deve confermarsi. Purtroppo hanno confermato che diversi giocatori non hanno speranze nella fisica quantistica…

Albert: Si ma una cosa tipo la maxi orgia del Messico mancava molto. Diciamolo, basta guardare i nostri avatar nel logo per capire quanto ci potesse mancare una roba così . Cioè, per noi che abbiamo vissuto la fuga dal ritiro dell’Inghilterra di Teddy Sheringham fin sulla sedia del dentista in un night portoghese, questa è manna. Il fatto che tra i nove della gang bang ci fosse Guillermo Ochoa poi rende tutto ancor più bello.

Nicola: in effetti l’orgia pre mondiale dà tutto un altro significato a questa Russia 2018. Tornando alle cose di campo, se così si può dire, vorrei sviscerare il discorso Spagna. Oggettivamente siamo davanti ad un fatto senza precedenti: cacciare un allenatore che non perde da 26 partite a un giorno dall’inizio del mondiale bisogna sentirsi molto bene a mio avviso, per arrivare a premere questo grilletto. Dico di più, il mio primo pensiero è stato verso i giocatori. Ossia: l’ufficializzazione da parte del Real Madrid, della firma di Julen Lopetegui come nuovo allenatore, ritenevo avesse potuto creare una spaccatura, in particolare , coi catalani che non si sarebbero fatti allenare da un madridista. Invece è stata la Federazione!!! I giocatori volevano Lopetegui… Quindi sulle Furie Rosse c’è già un bel bersaglio e una lente di ingrandimento grossa così. Ma, vi chiedo, quanto incide veramente questo esonero? A Simone: sull’obsolescenza di Don Andrès e del suo impatto sulla Spagna cosa puoi dirci di più?

Albert: Per me sposta ma non più di tanto. Perché poi in campo vanno i giocatori come sempre si dividono sostanzialmente in due categorie : quelli buoni, e quelli scarsi. In Spagna continuano a dare calci alle siepi ed escono solo quelli della prima categoria quindi … un contraccolpo ci sarà, ma alla fine o questi decidono di andare contro alla Federazione e fare muro , oppure se optano per giocarsela per se stessi e per il paese che rappresentano , sarà comunque dura non trovarli nella parte finale della competizione.

Simone: Su Iniesta? Abbiamo visto che purtroppo il mago gioca 20, 30 minuti a partita. Isco e Asensio sono fortissimi ma la scuola spagnola non ha prodotto una mezzala con quelle caratteristiche lì. Iniesta cambiava le partite da solo. Era proprio la chiave di tutti i punti di svolta delle partite della Spagna. Senza lui la responsabilità va sulle spalle di giocatori con meno carisma, meno ‘presenza’. Nelle sfide a bassa intensità la sommatoria tecnico-atletica della Spagna li fa vincere. In sfide ad alta intensità, dagli ottavi in su, mancherà il cambio di ritmo di Iniesta e qualcun altro dovrà caricarsi sulle spalle la squadra. E’ un paradosso, ma su quel piano lì, il supplente non sarà Isco o Silva, ma forse Sergio Ramos, in particolare per la sua leadership.

I PADRONI DI CASA. LA RUSSIA SIN DOVE PUO’ ARRIVARE?

Alexander Golovin — Russia (Virgilio.it)

Nicola: posso essere cattivo? La Russia, secondo voi, fino a che altezza del Mondiale la faranno arrivare?

Simone: Nel girone se la gioca con l’Egitto per il secondo posto dietro l’Uruguay e ce la può fare, credo che proveranno a farla arrivare ai quarti ma è una squadra che non segna mai e ha poca qualità a parte questo Golovin che pare un giocatore di discreto livello. Ma hanno ancora gattone Akinfeev in porta e in attacco Smolov che non mi pare abbia dei gran numeri. Rimpiangono Salenko…

Nicola: Salenko?… quel Salenko?….. Concordo, su Golovin, a parte il mercato che ha, è uno di quei giocatori che mi intriga di più vedere.

Albert: Sulla Russia, dico che ai quarti ce la dovrebbero proprio spingere con la safety car. Già gli ottavi sarebbe un risultato che pur non impedendo una lunga serie di esecuzioni miliardi in piazza , eviterebbe forse l’invasione a caso per frustrazione di una repubblica ex URSS. A mio modesto avviso , l’assenza di quello che secondo me è l’unico vero giocatore di livello top 3 leagues europee, Kokorin, peserà quasi più del fatto che in porta stazioni ormai da troppo tempo un componibile Ikea come Akinfeev.

I CAMPIONI IN CARICA

Lo scollo a V di Joachim Low (soymadridista.com)

Nicola: La Germania ora. I campioni in carica meritano un capitolo a parte, giustamente. Joachim Low non riesce proprio a staccarsi da Marione Gomez, fa le convocazioni senza fare distinzioni tra attaccanti e centrocampisti ed ha lasciato a casa Leroy Sané dopo una stagione come quella appena conclusa al City (e bisogna essere Low per farlo), in favore di un grandissimo talento, ma non ancora provato al massimo livello, come Julian Brandt… com’è lo stato dell’arte in casa Nationalmannschaft secondo voi?

Albert: la Germania non si analizza, si contempla. Ha da tempo assurto al rango metafisico di sistema chiuso. Low oltre a non cambiare abbigliamento e pettinatura dai tempi di Derrick, può tutto. Gli sono concesse scelte che in altri paesi finirebbero nel question time del parlamento, tipo l’esclusione di Sanè, uno che potrebbe gareggiare in MotoGP senza moto, e la centesima convocazione di un “patto” vivente come Marione Gomez, uno che fra 15 anni tornerà nuovamente a Stoccarda e segnerà 15 gol. La Germania ha il miglior rapporto fisicità/qualità, anche se in quest’ottica terrei d’occhio la Francia.

Nicola: La Germania è affascinante per tante ragioni: al di là della rivalità, del fatto che loro sono tutto ciò che noi non siamo — e viceversa — credo che quello che intriga è proprio la costante capacità di stare ad alto livello essendo “continui nella novità”, perché comunque la catena produttiva dei giocatori è spaventosa e inquietante…

Albert: Esatto, lo definirei un laboratorio con catena di montaggio. Hanno capito che tipo di giocatori/atleti servono per esaltare un sistema che a livello di concetti, al di là dei meri numeri delle tre linee di un modulo, sono sempre gli stessi. E sono concetti vincenti.

Nicola: sullo scollo a V del maglioncino di Low e della sua idea su Sanè, ribadisco una mio cavallo di battaglia: è una mossa alla Wenger, quando ormai sei talmente tanto metafisico, che vuoi essere più bravo del gioco che alleni. Lui può, perché ha vinto tutto. In più, uno che fondamentalmente tratta una (forse) offerta del Real con la stessa attenzione come quella che avrebbe potuto avere al cospetto di una proposta dell’Union Berlin, vuol dire che la sua autostima è ai livelli di quella di Jens Weidmann, come minimo…

Simone: La Germania in realtà è sempre la stessa dai tempi di Moller e Effenberg, astutamente mimetizzati nei vari Kroos e Goretzka. I tedeschi hanno fatto un nido in cima al tabellone e ad ogni nuova stagione ci migrano dentro, c’è poco da fare

LE ALTRE BIG EUROPEE

Paul Pogba (signaturetv.com)

Nicola: Alberto un dollaro educatissimo lo mette sulla Francia…

Albert: Un dollaro educatissimo ce lo punto, perché ha cominciato facendo quello che fondamentalmente non faceva da tempo: avendo la fortuna di poter convocare tre diverse selezioni che a oggi tutte batterebbero l’Italia, la scelta di Deschamps parrebbe caduta sulla tutela dell’incolumità dello spogliatoio, notissima polveriera, ancor prima che sulla nuda e cruda cernita dei “più buoni”. Oh sotto la Tour Eiffel han fatto rinunce che fan rizzare i capelli in testa, cioè è rimasta a casa della roba pregiata. Mi sembra un roster che abbina qualità, velocità, potenza fisica, strapotere atletico, senza però sconfinare nel territorio dell’ignoranza e dell’individualismo. Sono giocatori forti ma anche funzionali. Davanti hanno un mix potenzialmente distruttivo. Dietro la combineranno ogni partita ma tre passi dei centrali sono 14 di quelli di altre nazionali.

Simone: La Francia ha buttato al vento l’ultimo europeo ed ha quindi un surplus di energia eolica da giramento di scatole che può essere un fattore. Ha un bel mix di tecnica e potenza pura che la avvicina alla Germania, anche se sembrano nazionali di continenti diversi: metafisica quadrata i tedeschi, astrofisica più arzigogolata quella dei francesi, con grande influenza dello spirito afrolatino che attraversa la squadra. Mbappe è pronto a tutto, dal trascinare la squadra a modificare l’inclinazione dell’asse terrestre, vediamo se starà con la testa dall’inizio alla fine dentro questo livello di competizione.

Nicola: io un occhio di riguardo lo tengo per il Belgio. Il Belgio, è un’altra di quelle nazionali che possono davvero regalare. Ora, per i ragazzi del Ct Martinez, si tratta solo di capire in quale momento del torneo decideranno che è arrivato il momento di andare in vacanza e buttare alle ortiche tutto quanto di potenzialmente buono possono costruire nel loro percorso russo. Per quanto mi riguarda, il livello di talento a disposizione è sconfinato. Non mi metto lì neanche a parlare della rosa, perché è oggettivamente insensato, però siamo alle solite… talento sconfinato, sistema sospetto, teste disabitate qua e là. Sono da prime quattro, ma non ci arriveranno.

Simone: Il Belgio dipende da quanto tiene le gambe chiuse Courtois che ha dimostrato una strana tendenza a prendere gol in tunnel. E anche da quanto chiudono l’angolo delle cosce gli altri giocatori, almeno a giudicare dall’esclusione di Naingolan, proprio mentre andava in TV a rivelare alla moglie che sulla sua testa campeggia un polmone verde di corna fiorite. Grande squadra, ma la logica dei clan etnici che ha affossato tante versioni ottime dell’ Olanda, potrebbe affossare anche loro.

Nicola. Apriamo il doveroso capitolo sui Tre Leoni dell’Inghilterra. Partono a fari spenti. Il livello delle aspettative è relativamente basso, Southgate è un tecnico molto sottovalutato, i mammasantissima sfiatati dalle stagioni interminabili delle versioni scorse mi paiono andati in soffitta. E’ una squadra giovane, fresca, con due treni sulle fasce, un livello di talento molto alto. Secondo me non sono un team da vincerla, la coppa, da che possa rendere, orgogliosi i tifosi inglesi per una volta nella vita, quello sì…

Simone: L’Inghilterra mi fa pensare a qualcosa come l’Italia del 78, squadra con giovani arrembanti e blasone un po’ appannato. Sono curiosissimo di vedere l’asse Alli — Kane fuori dal contesto Tottenham. Mi pare una squadra forte, più sugli esterni che al centro. Servirà una bella disciplina tattica per tenere le distanze giuste nel quadrilatero Stones- Cahill- Henderson- Dier per non esporre i primi due alla velocità di qualche contropiede o al gioco in verticale degli avversari più tecnici. Vorrei vedere in campo il talento di Rashford, una miscela imprevedibile di qualità diverse. Squadra che ha molto da dire, senza grossa pressione i giovani possono fare la differenza.

Albert: Questa Inghilterra mi intriga e anche un bel po’. Finalmente nessuno la inserisce tra le favorite. Finalmente è una squadra giovane, con poche stelle ma tanti giocatori forti con colpi in canna e una velocità diffusa veramente importante. Finalmente non ci sono troppi “nomi” da forzare in posizioni non congeniali nello scolastico e tradizionale 4–4–2 (Gerrard ala destra e Scholes ala sinistra mi perseguitano tuttora nei peggiori incubi), e il 3–5–2 di Southgate può esaltare le caratteristiche dei giocatori, soprattutto nella catena di destra, con il geniale arretramento di Walker in posizione di terzo centrale di destra a proteggere quel motorino di Trippier, tra i papabili terzini “rivelazione” di questa edizione. Kane, Alli (se eviterà le solite bravate), Sterling, Rashford possono fare male a molti. Vardy va a avanti a birre e fagioli ma su palla filtrante o sopra la linea non ha eguali secondo me. Squadra forse un po’ troppo poco qualitativa in mezzo, però … però se questi cominciano bene e non cominciano a fare troppo gli inglesi, possono davvero provare a rovinare la festa alle favorite.

LE SUDAMERICANE

Uno dei giocatori più attesi del Mondiale (Calciobetter.com)

Nicola: ragazzi, entriamo nel regno del fùtbol, dove il dominus incontrastato è Simone Russo. Primo fra tutti il Brasile.

Simone: Il Brasile è decisamente la mia favorita sulla carta, ha uno dei più grossi trequartisti del mondo a fare il terzino sinistro, schiera il miglior portiere del momento, un Neymar stratosferico… Bisogna vedere se i ghostbuster brasiliani hanno fatto qualche passaggio nella testa di questi giocatori dopo il fracaso dell’ultima edizione. Altra incognita l’eta’ del muro Miranda — Thiago Silva, che iniziano a vedere l’ultima curva prima del traguardo di fine carriera. Anche in questo caso, sarà decisivo Casemiro come elemento di riequilibrio tra i fuochi d’artificio dei primi banchi e i fiatoni dell’ultima fila.

Nicola: Ci sta di dire che è il Brasile più “europeo” degli ultimi anni? Per assetto tattico e concretezza e “quadratura” (anche se per il Brasile sembra un ossimoro) di squadra?

Simone: Era ancora più europeo quello del 94, ultradifensivista, tanto che Parreira ancora oggi lo criticano nonostante la vittoria. È però molto europeo se consideri alcuni elementi. Il primo è banale: i titolari giocano tutti nei maggiori campionati europei da anni e ne hanno assorbito la disciplina. È europeo perché ha il falso nueve di chiaro imprinting barcelonista. E’ europeo nella scelta dei centrocampisti che necessariamente non potranno fare il solito gioco da pivot alla moviola classico della cultura calcistica sudamericana, ma dovranno sfiancarsi box to box per reggere le sfuriate dei tre davanti e dare una mano alla geriatria dietro. E’ una nazionale che non può permettersi un Mazinho, ma nemmeno un Socrates, per dire. E che non ha un Falcao.

Nicola: l’Argentina?

Simone: Siamo all’incubo nel senso che una generazione di giocatori fortissimi non vince. E anche stavolta la squadra è spaccata in due tronconi: fortissima davanti, pecche dietro, incognite in mezzo con Banega Biglia. Per molti di questi peraltro non si vedono ricambi immediati. È una squadra sull’orlo di una crisi di nervi, l’infortunio di Lanzini, giocatore sottovalutato, ha colpito l’ambiente. Squadra rebus: tra le prime quattro, sulla carta, ma ha preso pallate in amichevole dalla Spagna…

Nicola: Adesso calo l’asso… si fa per dire. La Colombia. Personalmente la considero una delle “sleepers” del torneo, perché alla fine hanno la possibilità di essere una di quelle che non ti aspetti. Hanno il miglior James Rodriguez di sempre, perché l’anno al Bayern lo ha rigenerato fisicamente, mentalmente, migliorandolo tatticamente, perché adesso gioca da quasi “tuttocampista”. E’ un regista con i piedi buonissimi ed ha la capacità di vedere la rete di un “diez” di qualità. L’attacco con Falcao, Bacca e Muriel può diventare esplosivo anche se pecca di freschezza. Ospina in porta non mi lascia tranquillissimo. Purtroppo, devo dire che Davinson Sanchez è sempre a un blunder dall’essere un difensore affidabile, anche se a talento non è secondo a nessuno. Occhio a Yerri Mina che è considerato un grandissimo talento di prospettiva. Il girone è abbordabile, anche addirittura da primi. Secondo me sono molto pericolosi, anche perché Josè Pèkerman è un trainer navigato e che sa comunque gestire le pressioni di un torneo di questa levatura.

Simone: Ho tifato Cafeteros, sono innamorato dei colombiani del Boca, anche se ci sarà solo Wilmar Barrios che è un gran medianaccio rubapalloni. li guardo con estrema simpatia. È una squadra che in passato si è spesso dimenticata di giocare per intere mezz’ore, ma oggi sull’asse James- Radamel Falcao ha una qualità notevole. Gli manca il mio preferito che è i fantasista paffutello Cardona, i cui piedi soffici avrebbero dato una mano alla causa. Secondo me in effetti hanno una bella zavorra dietro, dove rischiano di ballare e hanno perso per infortunio titolare mancino Fabra. Squadra lunatica con un monumento vivente in panchina: vediamo cosa riesce a tirare fuori da questo gruppo Pèkerman. Intanto non c’è più Teo Gutierrez che andava negli spogliatoi con le pistole, magari aiuta la concentrazione.

Nicola: chiudiamo con la Celeste. L’Uruguay…

Simone: L’Uruguay deve passare il girone: ormai di Cavani e Suarez conosciamo pure il Dna ma sul resto della squadra ho qualche dubbio. Non sui centrali che sono due monumenti alla garra, quanto sui difensori esterni e il centrocampo. Ho visto diverse partite di Bentancur e non mi ha mai emozionato troppo. Lo stesso vale per Nandez, che ha dei numeri e grinta da vendere ma non mi sembra pronto ad alti livelli. Tabarez con quello che sta passando metterà qualcosa in più sul piano emozionale per la squadra ma non so se basterà per fare strada. Vedremo…

I PRONOSTICI

Nicola: Beh direi che abbiamo prodotto una panoramica esaustiva per questa prima presa di contatto con la rassegna mondiale. Non abbiamo volutamente parlato troppo di giocatori, perché credo sia giusto andare più in profondità a bocce in movimento. Chiudiamo con le nostre favorite e le possibili sorprese…

Albert: Germania, Brasile, Francia. Le sorprese? Inghilterra ed Egitto.

Simone: Favorite per me Brasile Francia Germania, sorprese mi gioco due nomi un po’ hard: Croazia e Polonia.

Nicola: Favorite: Brasile, Germania e Francia. Sorprese: Inghilterra e Colombia.

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Nicola Bonafini
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journalist, blogger, writer, media manager, editor. Sports, mainly… but not only. Italian is my language, English is my passion