Trips In Mezzo Alle Leggende della Silicon Valley

Luca De Giglio (Tripluca)
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Published in
5 min readOct 2, 2019
trova l’intruso

Non sono mai stato nella Silicon Valley.
Negli Stati Uniti sono stato solo a Chicago ad una fiera e a New York dove non sono salito sulle torri gemelle. Al mio collega dissi: “non ne ho voglia, ci andrò la prossima volta”.
Era il 1998, tre anni dopo crollarono.

Silicon Valley mi ha tolto il terreno sotto i piedi quando nel 2008 si è inventata di investire in Airbnb, un’idea talmente stupida (in teoria) che solo Silicon Valley poteva provarci.
Ma questa è una storia raccontata fino alla sfinimento quindi sorvoliamo.

Silicon Valley per me oggi è soprattutto Hacker News, un forum in completa controtendenza rispetto ai Social più usati: contenuti di qualità, zero immagini, algoritmo che tenta di prioritizzare la qualità e non di tenerti incollato allo schermo.
Ha persino una funzione chiamata “noprocrast” che ti permette di Non Procrastinare il lavoro e ti vieta di collegarti e cazzeggiare.

Collegati massimo 20 minuti alla volta e non più spesso di ogni 3 ore.

Silicon Valley inoltre è quel luogo mitologico dove risiedono le aziende che si sono mangiate internet, quali Google e Facebook.
Dico “mangiate”, perché internet non doveva essere un oligopolio di poche mega aziende che hanno scoperto 20 anni prima dei governi come prendere il controllo di tutto, attraverso i dati.
I governi che ti chiedono di andare al comune a farti fare un “certificato di esistenza al mondo”, che non si capisce come facciano a non sapere ancora che esisti.

Internet doveva essere un luogo dove le persone entravano in contatto con le persone (il famoso peer to peer), attraverso protocolli (leggi: “software gratuito ed aperto che fa le cose in automatico senza fregarti”).
Erano i tempi in cui ancora la gente credeva alla democrazia, forse perché ricordava le alternative.
E invece è diventato un luogo dove le persone entrano in contatto attraverso corporazioni, con “software gratuito ed oscuro che fa le cose in automatico in cambio di dati che te credi non valgano nulla ma loro sanno che sono preziosi, solo che lo scoprirai troppo tardi”.

Oggi invece anche i miei amici più spaventati dalla tecnologia (quelli dell’ “oddio, cambia tutto, oddio fatemi scendere”) sono tutto il giorno a spippolare su Facebook e Whatsapp, riempiendo i malefici server dei Nuovi Padroni di informazioni ad uso e consumo di futuri algoritmi che decideranno tutto: se tutto va bene solo quanto pagherai quell’assicurazione, se tuo figlio potrà frequentare quella scuola, quanto dovrai aspettare per quell’esame e, se tutto va male come sta andando male in Cina, se puoi salire su quel treno o quell’aereo.

Il fatto è che ormai la tecnologia è pervasiva: oppure vai in una caverna in montagna o impari a gestirla.
Se ti limiti a denunciare la difficoltà a starci dietro (“oddio, l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro” e poi giù a spippolare su Instagram) non risolvi nulla.

D’altra parte, purtroppo, è anche vero che da solo non combini nulla, al massimo riduci i danni.
Certo, personalmente cerco di evitare Whatsapp ed usare Signal, ma tutto il giorno, con quel cavolo di smartphone in tasca, rilascio uno stream di dati terrificante e il fatto che uso Signal probabilmente mi fa apparire più in alto nelle classifiche degli individui da tenere d’occhio in quanto ho qualcosa da nascondere.

La soluzione può essere solo collettiva.
E può essere solo tecnologica.
(In realtà la strada migliore sarebbe probabilmente quella legislativa ma ho pochissime speranze che i governi possano proteggere i propri cittadini).

E quindi, la soluzione dovrà venire dal codice, così come il problema è venuto dal codice.
Forse la soluzione arriverà proprio dalla Silicon Valley, o forse no, ma è un’ottima candidata.

Quando abbiamo scelto Origin Protocol come partner, la scommessa era basata sul fatto che internet come lo conosciamo è nato lì.
Le persone che lo hanno creato sono lì.
Quindi le persone che lo possono sistemare sono forse lì.
Quelli che hanno inventato e creato Paypal, Youtube, Google e Dropbox per esempio:

dal nuovo sito di Origin Protocol

Gente che vuole provare a riportare un po’ di equilibrio.
O che semplicemente, quando vede una tecnologia nuova di questa portata non resiste e ci deve lavorare.

Gente che ha lavorato a fianco di personaggi come Steve Chan, fondatore di Youtube:

Steve Chan parla del Team di Origin

O Yu Pan, che ha fondato assieme ad altri Paypal, prima che arrivasse l’ancora più etereo Musk.

Yu Pan, lavora in Origin

E hanno alle loro spalle investitori che uno da solo fa ombra a tutti gli investitori italiani messi assieme.
Roba pesante, gente che rischia davvero.

E soprattutto hanno dei Partner d’eccezione, come Trips Community:

come ci siamo finiti là???

D’accordo, lo scopo di questo articolo era appunto vantarmi del fatto che siamo finiti nella Home di Origin Protocol, in mezzo ai mostri sacri di Silicon Valley.

Quando me ne sono accorto sono rimasto senza parole e da quel momento ho cercato di capire cosa potesse significare per Trips.

Cioè, il fondatore di Youtube che parla di Matt di Origin e Matt di Origin che ci considera un partner importante, cosa vuole dire?
Cosa vuol dire per la credibilità del progetto Trips?
Attirerà persone nuove? Investitori? Ci renderà più facile l’accesso ai capitali?
Me lo sto domandando da una settimana e non ho risposte, lo vedremo.

Intanto lo celebriamo, che dite?

Siamo arrivati in questa posizione con uno sforzo collettivo, con lavoro volontario, con denaro raccolto all’interno della Community, senza passare per incubatori o VC.
E quindi con la nostra indipendenza completamente preservata.

Indipendenza fondamentale, se vogliamo creare una piattaforma neutrale che faccia l’interesse di chi la usa.

Siamo una cosa diversa, non una start-up, non un’azienda, non ancora una DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata).
E questo essere UnCategorized è una condanna e una benedizione allo stesso tempo, lo sperimento da vent’anni sulla mia pelle.

Ok, bando ai discorsi alternativi, vediamoci un video pensato per piacere anche ai palati più tradizionali.

Questo video per me significa: ok, iniziamo a parlare alle persone normali, nel linguaggio più adatto a loro. Iniziamo ad uscire dalle caverne.

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