Il valore emozionale di un brand.

Il Triste Mietitore
TristeMietitore
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3 min readJul 11, 2016

Oggi mi è successo di dover spiegare il significato di “valore emozionale di un brand”, da una discussione informatica sui PC desktop All In One: i migliori sul mercato sono gli iMac della Apple ma in effetti, specie negli ultimi anni, si sono affacciati dei competitor con prodotti altrettanto buoni (probabilmente anche superiori) in termine di hardware ed estetica, ma non di prezzo, che la Apple troneggia sempre in questo. Allargando poi la discussione ad altri settori tecnologici come gli smartphone: gli iPhone sono ottimi ma, ad un prezzo inferiore, si trovano top di gamma di Samsung, LG e Sony (per citarne tre) che in termini di funzioni e prestazione sono assolutamente paragonabili a quelli della Mela.

La differenza di costo, spiegavo, a parità di performance ed esperienza d’uso, è quanto paghi per il valore emozionale del brand (che tu ne usufruisca o meno). Sì, ma che minchia è ed a cosa serve, mi sono sentito domandare. E sono riuscito a trovare una spiegazione semplicissima ma efficace, che ha l’unico difetto di essere un po’ sconcia: non lamentatevi leggendo oltre, vi ho appena avvisato.

Immaginate di dover fare l’amore con una ragazza normale e con Scarlett Johansson. E con ragazza normale intendo proprio una ragazza normale, non un bouquet di scatarri od un cesso a reazione. Adesso, al di là di sfumature estetiche, possiamo affermare che, analizzando l’aspetto funzionale atto al coito, Scarlett Johansson la tiene como todas, per parafrasare la Pausini. Anzi, spingendoci oltre, magari la ragazza normale poi tanto normale può non rivelarsi sotto le lenzuola: forse riesce a fare dei numeri da circo che si vedono solo nei film con Rocco Siffredi. Per contro Scarlett può essere un po’ meno dinamica nell’intimità — ovviamente sono affermazioni che non faccio per esperienza diretta — e dare le stesse soddisfazioni di scoparsi un cuscino. Infine aggiungiamo che per ottenere un happy ending con una ragazza normale di sicuro non è necessario impegnarsi — anche economicamente — come con la Johansson: nel primo caso magari basta il collaudato trittico aperitivo/cena/cinema mentre nel secondo devi minimo chiedere a Chef Gordon Ramsay di cucinarti Carlo Cracco in salmì. Insomma, molto più impegno per arrivare ad un risultato che poi, proprio in termini di frizione applicata al pene, è lo stesso: non che in un caso eiaculi arcobaleni, per capirci.
Quindi se aveste la possibilità di uscire con la ragazza della porta accanto o con Scarlett Johansson, sareste dei fessi a scegliere l’attrice.

Però, cazzo, vuoi mettere trombare con Scarlett Johansson??!! Io minimo ci farei una diretta video su Facebook, spammando inviti a tutti i miei amici. Diventerei l’eroe della città e ci sarebbero ingorghi stradali dalle file per venirmi a dare un cinque. Probabilmente me lo darebbe anche la mia ragazza — sì, seguito da uno in faccia — però sono certo che anche lei si bullerebbe con le amiche “sai, il mio ragazzo si è scopato Scarlett Johansson”. Seriamente, mi tatuerei sul pisello “Scarlett Johansson è stata qui sopra”. No, probabilmente non ci starebbe: ci farei comunque fare un asterisco con rimando alla stessa scritta su di una chiappa, dove c’è molto più spazio.

Ecco, questo è il valore emozionale di un brand e la sua funzione.

Cordialità,
Il Triste Mietitore

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Il Triste Mietitore
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La Morte, mietitrice di anime dalla notte dei tempi ed opinionista. Il suo punto di vista è circa 6 piedi sotto terra.