Bilancio dei miei primi quindici giorni su Mastodon

Di che si parla? Il Fediverso è un universo di piattaforme, forum e a social network (Mastodon in particolare) senza un proprietario (nessun Musk né Zuckerberg), senza acquisizione di dati né profilazione degli iscritti, senza pubblicità, senza algoritmi che decidono cosa vedi e con chi entri in contatto.

Massimo Giuliani
Tutto è relazione
6 min readNov 20, 2022

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Mastodon non è su un server centralizzato ma su migliaia di server indipendenti e “federati” (da cui “fediverso”, “federato” più “universo”, una crasi non bellissima, ma sarà che contiene la parola “diverso”? Boh?).

I server (anche detti “istanze”) si differenziano per lingue e soprattutto interessi tematici. Quando ti iscrivi scegli una istanza (io sono su Mastodon Uno) e di conseguenza scegli il panorama che vedi immediatamente intorno a te, ma dalla tua istanza puoi vedere anche il feed di tutto il fediverso e seguire qualunque utente su qualunque istanza federata.

Se pensate alla posta elettronica, una rete dislocata in più server non è un fatto strano: lo sembra, semmai, oggi che la maggior parte degli utenti sta sul server di Gmail, ma fino a qualche tempo fa comunicare da un server a un altro era la norma.

Precisazione: il fediverso esiste da anni, io l’ho scoperto ora insieme a molti altri perché se ne è cominciato a parlare come dell’alternativa a Twitter e ai capricci di un miliardario. Non sono un pioniere, insomma. È possibile anche che scriva qualche imprecisione: se me la fate notare, certamente facciamo qualcosa di utile per la libertà di scelta delle persone.

La mia esperienza, dunque.

Se sei abituato ai social “commerciali” il primo contatto può non essere proprio intuitivo. Quando mi sono iscritto ho ricevuto sul mio profilo il benvenuto di un moderatore (ora, dopo l’ultimo boom di iscrizioni, questo trattamento mi pare un po’ più complicato). I moderatori sono comunque facilmente identificabili e contattabili, ti chiariscono tutti i dubbi con grande disponibilità. Vari utenti realizzano e condividono articoli e video che sono di grande aiuto. Questa è la prima esperienza che si ha della dimensione “orizzontale” di Mastodon, dove la percezione è di stare dentro una piccola comunità che costruisce l’ambiente nel quale ti muovi e se ne prende cura. Il che contribuisce parecchio alla qualità e al clima delle conversazioni, insieme ad alcuni altri elementi. Per esempio, tre elementi che eliminano le principali cause di intossicazione negli scambi che si svolgono altrove:

  1. Il limite di caratteri è di 500 (280 sono quelli di Twitter, originariamente erano 140). Non è poco: se provi, non c’è una cosa che puoi dire in 1000 caratteri che non possa essere detta anche in 500. E in 500 caratteri è possibile articolare un concetto: così sei incoraggiato a dire qualcosa di pensato invece che a reagire.
  2. Non ci sono meccanismi di retroazione che amplificano la circolazione di un post, e che fanno sì che più un post ha reazioni (magari perché è un post aggressivo) più continui a riceverne: non c’è un algoritmo che spinge i post “forti”.
  3. Non c’è un equivalente del “retweet con commento”, che è già irritante di suo, ma che inoltre è un un modo, utilizzato da politici ma non solo, per spostare discussioni sulla propria bacheca onde arruolare i propri fan e scatenarli contro l’avversario.

Naturalmente le persone restano le persone: però il contesto un po’ ne influenza il funzionamento. Mastodon contiene misure progettate con consapevolezza allo scopo di garantire una certa ecologia della comunicazione e che agiscono prima della moderazione “ex post”: ho assistito a tentativi di “flame” che si sono spenti da sé. Sono stati ignorati o hanno ricevuto risposte pacate.

Il fatto di porsi come l’”anti-Twitter” ha anche delle conseguenze problematiche. L’altro giorno è successo qualcosa (forse un servizio di RaiNews, ho letto da qualche parte) per cui Mastodon ha ricevuto un’ondata di iscrizioni senza precedenti. Il fatto è che gran parte di queste iscrizioni era di utenti di Twitter che sono arrivati per importare le stesse brutte abitudini che hanno di là. Per esempio ho segnalato un tale che, appena arrivato, si è presentato con “Odio i froci” (sessismo e omofobia sono ovviamente vietati). Chiaramente in un’invasione di tali proporzioni non sai se segnalando fai un favore alla comunità o se rischi di ammazzare i poveri moderatori (volontari, che in questo periodo stanno lavorando giorno e notte). Innumerevoli poi gli esordi tipo “come cazzo funziona ‘sta merda?”. Soggettivamente devo dire che fa un certo effetto, perché già dopo pochi giorni sei entrato in un clima in cui chi vomita pubblicamente ogni sbotto di bile ti sembra un soggetto piuttosto bizzarro.

Altra usanza spiacevole importata è la quantità di post tipo i buongiorni o le fesserie che riservi alla tua bolla, e che qua fanno volume ma sono oltremodo molesti, sebbene non sanzionabili. “Fare volume” su Mastodon è problematico (non parliamo poi dei meme e delle immagini inutili): il fediverso non può contare sugli ettari di server di Facebook, ha piccoli server decentrati che vengono tenuti in attività senza le entrate della pubblicità. Una piccola parte degli utenti (sarebbe buono e utile che crescesse) contribuisce con offerte piccole o ragguardevoli ma periodiche. I server in questa settimana sono stati molto provati e, dove possibile, aggiornati e incrementati. Resta comunque importante sapere che se devi postare una jpeg, fai bene a ridimensionarne prima il peso, se supera dimensioni sopportabili.

Peraltro l’invasione dell’altro giorno sembra essersi ridimensionata (almeno, è la mia impressione) se non sotto il profilo quantitativo, almeno sotto quello dell’invadenza dei contenuti: immagino che se arrivi per fare l’utente passivo, l’ambiente di Mastodon debba sembrarti un po’ inospitale: dopo il primo giretto e il primo sbotto di fiele volti i tacchi senza rimpianto.

Altra questione. Mi si dice: Mastodon replica a livello di istanze il sistema delle “bolle” e lo rende persino strutturale.

Io credo che la cosa vada osservata con altri occhi. A parte che non vedrei niente di male nel fatto che uno selezioni la propria rete secondo interessi e compatibilità di vario genere (sempre che non sia un algoritmo a farlo per lui), qui non si parla di una comunità da cui emergono “bolle” separate: si parla, al contrario, di piccole comunità che si federano fra loro. Mi dicono che un server si è isolato da un altro che non accettava di sanzionare un membro che aveva pubblicato cose non permesse. Nel fediverso la moderazione funziona, ed è eseguita non da una macchina che non ti dà spiegazioni (come Facebook), ma da esseri umani con cui puoi interloquire. Non ho trovato tracce dell’episodio che mi hanno segnalato, ma non mi pare strano che se una istanza ritiene poco affidabile un’altra, decida di sconnetterla. Chiunque può aprirne una con pochi soldi e con intenzioni tutte sue (appena entrato ho saputo che una istanza di neonazisti era stata isolata). Peraltro, nessuno mi impedisce di iscrivermi anche a quell’altra e pertanto di decidere autonomamente di intrattenere relazioni con chi voglio. Anzi, le principali app di Mastodon ti permettono di gestire con un solo strumento più iscrizioni contemporaneamente. Io, dicevo, sono iscritto a Mastodon Uno, ma sto esplorando anche altre istanze tematiche: ad alcune ti iscrivi in un attimo, ad altre ti presenti e chiedi un “invito”.

Ultima cosa: il fediverso non è soltanto social network. C’è una piattaforma di blogging, Noblogo, che come impostazione ricorda Medium: peraltro da anni il problema principale di Medium è che la versione italiana è stata abbandonata alla deriva, gli articoli della guida sono antichi e non aggiornati. Non esiste più un’assistenza. Ho richiesto un invito su Noblogo, dove potrei decidere di spostare i miei blog e dove (per lo stesso principio che dicevo all’inizio) posso confrontarmi con chiunque, in qualunque momento, per risolvere qualunque problema tecnico o farmi spiegare quello che non capisco.

Sia Mastodon che Noblogo sono ospitati sui server di Devol: a Devol e a Mastodon Uno farò donazioni mensili di pochissimi euro (puoi mandarne anche uno). Dopo un po’ che sei lì ti sembra abbastanza normale decidere di contribuire, più o meno simbolicamente, a far funzionare una cosa che ti interessa e che non ti impone di stare dentro ai meccanismi impersonali di un social e alla fame smisurata di denaro del suo padrone.

Poi, se non trovi una istanza per l’argomento che ti sta a cuore, esiste Feddit, piattaforma per chi è abituato a Reddit, che ha aperto forum su vari argomenti. Anche lì, ne ho trovato uno che mi interessa, pubblico post, commento e ho rapporti diretti con chi lo amministra e che è disponibilissimo, cortese e sollecito nelle risposte.

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Massimo Giuliani
Tutto è relazione

La cura e la musica sono i miei due punti di vista sul mondo. Sembrano due faccende diverse, ma è sempre questione di suonare insieme.