Il cambiamento dell’uso dei social media in Spagna durante il COVID-19

Trascorrere intere settimane confinati tra le mura di casa ci ha costretto a impiegare il tempo in modi diversi. Scopriamo com’è cambiato l’uso dei social media in Spagna durante la quarantena

Francesca Cioffi
UCSC Editoria Multimediale 2020
3 min readMay 21, 2020

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Picture by geralt (Gerd Altmann) on Pixabay

I social media sono sempre stati uno strumento per mantenersi in contatto con gli altri; tuttavia, mai avremmo immaginato che sarebbero diventati l’unico modo per comunicare.

In Spagna, l’uso dei social media è aumentato esponenzialmente durante il periodo di quarantena, che ha avuto inizio il 15 marzo 2020 quando il Presidente del Governo, Pedro Sánchez, in un discorso alla nazione trasmesso in televisione ha ufficialmente proclamato lo stato di allerta nazionale. In particolare, il social che più ha beneficiato del lockdown è stato Whatsapp con un incremento del 61% (arrivando a 30 minuti di media al giorno); subito dopo Twitter, con un aumento del 56.1%; a seguire, Facebook con il 36.5% e Instagram 22.7%, secondo i dati raccolti dalla società di consulenza Smartme Analytics.

Purtroppo, l’intensificazione dell’utilizzo dei social media ha comportato una diffusione più rapida di fake news trasmesse via messaggi vocali, video e immagini. Rebold, compagnia di marketing e comunicazione basata sull’analisi dei dati, rileva Twitter come maggior generatore di contenuto, raggruppando il 95% delle menzioni di Coronavirus.

Di pari passo con la crescita del tempo dedicato ai social media, è aumentato anche l’uso del telefono cellulare, con un incremento del 50% in chiamate e del 25% in dati internet, a riprova del fatto che si cerchi di stare connessi in ogni modo. Riportando i dati di Smartme Analytics, per gli spagnoli l’utilizzo medio quotidiano del telefono è aumentato di un’ora al giorno, partendo da 2 ore e 40 minuti di utilizzo registrate la settimana antecedente la quarantena a 3 ore e 24 minuti nella seconda settimana di marzo, la prima settimana di quarantena.

Il tempo che gli spagnoli hanno a disposizione, inoltre, viene impiegato per guardare programmi televisivi e per guardare film (19.9%), leggere articoli di giornale o ascoltare la radio (14.7%) e all’istruzione (14.3%). I telegiornali della penisola Iberica hanno registrato un incremento notevole di pubblico, dal 51% al 56% durante l’ultima settimana di marzo. Allo stesso modo, è cresciuto l’uso di piattaforme streaming, prima tra tutte Netflix con il 30.6% e Amazon Prime Video con il 22.2%.

Per affrontare l’emergenza sanitaria e cercare di limitare al massimo la diffusione di notizie false e allarmanti, le policy dei social media sono cambiate. In particolare, il 22 aprile 2020 Twitter España, tramite il suo profilo ufficiale, ha annunciato che sarà effettuata l’eliminazione di tweet che abbiano nel loro contenuto 11 elementi, tra cui teorie complottiste e informazioni erronee riguardo al virus, per mantenere le persone in sicurezza, in coordinamento con le autorità della salute pubblica e il governo spagnolo.

Whatsapp, invece, ha introdotto un limite per inviare i messaggi inoltrati: sarà possibile condividere un messaggio inoltrato tante volte, una sola volta per chat. Instagram, dal canto suo, lavora con l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per ridurre la disinformazione. Infatti, quando si cerca “Coronavirus” su Instagram, la piattaforma consiglia di visitare la pagina web del Ministero della Salute spagnolo, e il primo account suggerito è quello dell’OMS.

La SESPAS (Società Spagnola di Salute Pubblica) evidenzia l’impegno del governo nel garantire una comunicazione costante e attendibile: la pagina web del Ministero della Salute viene aggiornata due volte al giorno con i nuovi dati, le informazioni vengono fornite da esperti e si lavora a stretto contatto con le Comunità Autonome e gli enti Europei.

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