Adobe MAX 2018

Guido Polcan
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5 min readOct 22, 2018

Per chi avesse vissuto su un pianeta extraterrestre negli ultimi anni, Adobe MAX è l’evento che l’omonima multinazionale del software ha creato per celebrare la creatività e presentare le novità dei propri prodotti. L’edizione del 2018 si è tenuta a Los Angeles, città che non amo quando la penso da casa, ma che rimpiango sempre ogni volta che lascio.

Parto dalla fine, da quello che di solito sono le conclusioni di quando condividi il tuo pensiero, e lo faccio principalmente per chi non ha voglia di leggersi tutta la pappardella, ma che ne leggerebbe invece solo un’edizione ridotta.

La creatività va stimolata costantemente, bisogna nutrirsi di tutto ciò che può darci ispirazione, sia essa una fotografia, un’illustrazione, un font, ma anche una serie tv, un luogo, due righe di codice o un’improbabile presentatore nerd che ti racconta la geniale soluzione ad un problema.

Adobe MAX Keynote

Una delle cose che mi ha fatto riflettere maggiormente a MAX è un format che si chiama Sneaks che consiste nel far presentare a degli sviluppatori i prototipi su cui stanno ancora lavorando, e proprio di prototipi si tratta. Idee rivoluzionarie con bottoni orrendi, interfaccia al limite dell’essenziale, raccontati da giovanissimi neoassunti, che hanno passato gli ultimi mesi a sviluppare funzionalità che neppure sanno se andranno sul mercato. Hanno speso energie sognando di essere su un palco davanti a quattordici mila persone a raccontare la loro idea in maniera grezza, spontanea, curando i dettagli il giusto tralasciando a volte il gusto estetico a favore dell’idea.

E questo ha stimolato moltissimo la mia vena creativa, non solo per le soluzioni ma proprio per l’approccio.

Sneaks Full Length

Siamo spesso abituati a presentazioni di grandi brand che non mostrano nulla all’esterno senza averne sotto controllo ogni sfumatura, mentre qui siamo di fronte ad un’azienda profondamente cambiata negli anni, che sta sviluppando strumenti incredibili e lo sta facendo velocemente, condividendo cose che vanno ancora finite, aggiustate, ma che con il tipico approccio da startup preferisce le cose fatte, a quelle perfette. In questo modo possono essere più veloci, testare nuove soluzioni, scartarne rapidamente altre e accelerare la propria evoluzione. Non si vede tutti i giorni una multinazionale quotata cambiare completamente approccio culturale, posizionamento e rapporto con i clienti, le agenzie e i creativi di mezzo mondo. Tanto di cappello davvero.

Poi certo, è sempre Adobe, e solo per capire quale sia la versione giusta di un’App ti serve un esorcista, ma questa è un’altra storia.

Adobe MAX è durato il giusto, tre giorni intensi in un’alternanza di speaker pazzeschi, fotografi come Albert Watson, registi del calibro di Ron Howard, o illustratrici come Nicola Scott.

Nicola Scott on stage at Adobe MAX

Le sessioni generali si sono tenute in una sala enoooorme, quattordici mila persone sedute in un’unica stanza sono davvero tante ma era tutto orchestrato in maniera magistrale. Ci sono stati poi interventi verticali che andavano dalla presentazione degli ultimi sforzi come Adobe Sensei o Aero, a Tips&Tricks sui capisaldi della Creative Cloud. Ci sono state presentazioni di artisti, come la fantastica Gemma O’Brien specializzata in scritte giganti sui muri, ad agenzie come Vice che ha presentato il proprio flusso di lavoro interno, davvero delle macchine da guerra.
Per tutto il tempo c’era poi anche un’area di stand con presentazioni dei prodotti di aziende come Dell, Canon, Sony ed altri, ma anche brand che presentavano alcuni casi d’uso sulla tecnologia.

Adidas Experience at AdobeMAX

Uno di questi è stato Adidas, con cui abbiamo il piacere di lavorare da anni, che ha dato ai visitatori la possibilità di testare alcuni degli strumenti che hanno sviluppato per i loro designer, strumenti facili, immediati, volti a permettere a chi li utilizza di concentrarsi sul risultato del proprio lavoro, più che al tecnicismo dello strumento in se. Potevi sperimentare il processo creativo di un designer di scarpe, modificando forme disegnando semplicemente su un tablet che ricreava per te un modello 3D della tua idea e che potevi ulteriormente personalizzare nei colori e nei materiali utilizzando texture catturate dal mondo circostante.

Alti hanno puntato invece sull’aspetto scenografico, in uno stand per esempio avevano portato un mago. Solitamente queste figure si avvalgono di innate capacità di intrattenimento e coinvolgimento che ti portano a stimarle per le loro doti, ma nel suo caso invece io ho avuto paura, perché era chiaramente un mago vero e a certe cose non ci possono essere spiegazioni plausibili. La sua foto servirà per avvalorare la mia tesi tra molti anni, quando la scienza scoprirà che è un mago vero e io potrò dire: “ve lo avevo detto”.

The Magician

Il mood generale di MAX è stato trainato da tre capisaldi, il fatto che gli strumenti debbano Ridurre i tempi di lavorazione, Evitarti noiosi compiti ripetitivi e permetterti di Esprimere la tua creatività. A vedere da quello che hanno presentato sembra effettivamente ci siano molto vicini.
Sensei è l’intelligenza artificiale dietro il cloud, la sua integrazione con i vari software sta prendendo piede in maniera impressionante e nel prossimo futuro potrà essere usata su ambiti finora inimmaginabili. Tutto il resto delle novità si sono incentrare poi principalmente sul 3D e la realtà aumentata. Il flusso di lavoro per visualizzare prodotti, le grafiche ed altro utilizzando il mondo circostante come spazio di lavoro è stato semplificato moltissimo e l’integrazione con software di terze parti, vendesi ad esempio Substance Painter di Allegoritmic, non è mai stata così facile.

Adobe Aero

Il futuro ci darà grandi soddisfazioni, l’hardware è ormai sufficientemente performante da supportare la crescita di tutto questo, passeremo sempre meno tempo a fare cose noiose e molto più tempo dedicato a noi, ad ispirarci, a creare e a condividere le nostre creazioni.
Il mondo avrà sempre bisogno della capacità critica e creativa dell’essere umano, ma il supporto degli strumenti e dell’intelligenza artificiale ci darà grade spazio decisionale e maggior tempo per il confronto. Sarà come avere un super assistente che sa suggerirti idee meravigliose, ma che richiederanno la sensibilità umana per poter essere tradotte da uno spunto in qualcosa di meraviglioso

Grazie MAX, arrivederci.

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Guido Polcan
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Strategy & Innovation Culture at H-FARM, Founder at CRUDA