Il bello di tagliarsi le dita
Le dita sono la chiave in un’agenzia digitale: schiacciano delicatamente i tasti sulla tastiera (un po’ meno delicatamente se sei un Dev…), cliccano sullo scivolosissimo Magic Mouse, “tappano” gli schermi unti dei device, appiccicano post-it su lastre di vetro…
Si muovono agili, coccolate e protette sulle varie superfici in un ambiente pensato proprio per loro.
Ma non le mie.
Le mie soffrono a ogni click, ogni pressione mi ricorda un momento della sera precedente, della settimana precedente, del mese precedente… ebbene sì… la mia passione segreta è il modellismo.
Un passatempo innocuo dicono. Tranquillo e sicuro.
Ve lo assicuro, non è vero. Tenaglie, taglierini, bisturi, colle, acidi e vernici.
Strati di colore si depositano sui polpastrelli. Vengono poi squarciati da un movimento inaspettato del bisturi che entra profondo. Entrano poi nel solco dei simpatici diluenti.
È un mondo di dolore. Non il dolore visibile e palese, ma quello subdolo, quello sottopelle. Quello dei capillari rotti per la pressione e dei tagli di una piccola lama. Delle unghie scheggiate e della pelle strappata assieme alla colla.
Da ieri ho un taglio fresco sull’indice destro e questa ultima riga digitata me lo ricorda chiaramente.
L’ Msn-100 Hyaku-Shiki V 2.0 MG che me l’ha procurato mi guarda dal suo nuovo piedistallo.
Sento le dita pulsare: è tempo di aprire un’altra scatola.