La creatività è l’intelligenza che si diverte (cit.)

Sui nostri rituali per innovare e portarci a casa nuove competenze

Giulia Pozzobon
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4 min readMay 5, 2020

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l’innovazione richiede spazio di ricerca, libertà d’esecuzione, risorse sufficienti, persone appassionate e processi che supportino il lancio di nuove idee.

Abbiamo scritto così nell’introduzione a quello che facciamo. Questa definizione di innovazione racconta bene il modo in cui, al nostro interno, continuiamo a esplorare territori nuovi. In molte organizzazioni, questa funzione è per lo più guidata dalle divisioni R&D, quelle entità che hanno il compito di fare ricerca intorno a nuovi prodotti e servizi per tenere l’azienda in uno stato di apertura rispetto a quello che potrebbe diventare in futuro.

Nelle organizzazioni tradizionali, a fare questo lavoro sono team dedicati e istituiti che devono raggiungere risultati tangibili ed efficaci sul piano di sviluppo del business. Nel nostro caso, avendo come materia l’innovazione stessa e come necessità quella di arricchire competenze e offerta in modo continuo, ci siamo messi nelle condizioni di applicare i principi dell’ R&D un po’ a tutta l’organizzazione: non un team dedicato ma la totalità delle persone contribuisce, in modo spontaneo, a cercare spazi e aree di intervento nuove per noi. Proprio per garantirci “spazio di ricerca, libertà di esecuzione, risorse sufficienti e persone appassionate” da tre anni abbiamo lanciato i round di crew.

Cosa sono le crew? E come funzionano?

Prendo a prestito quello che abbiamo scritto all’interno del nostro corso di on boarding interno, è ciò che leggono tutti coloro che entrano a far parte della nostra squadra al loro arrivo per conoscere come funzioniamo e quali sono le dinamiche fondamentali intorno alle quali ci organizziamo.

Il budget di formazione, sperimentazione e prototipazione di progetti interni è assegnato a gruppi auto-costituiti — le crew appunto — che lavorano per sei mesi su filoni che propongono liberamente.

Le regole sono semplici:

  • 2 volte l’anno chiunque, a prescindere dal ruolo e dalla seniority, può promuovere la costituzione di una crew su un tema che ritiene rilevante esplorare e conoscere
  • per poter presentare una proposta serve un team di almeno tre persone (se non riesci a convincere almeno due colleghi che quella cosa ha senso probabilmente sei fuori strada, o forse tanto avanti …)
  • il team che promuove la crew presenta due pagine scritte con la proposta in cui spiega perché avrebbe senso, in che modo si lega al nostro purpose, un macro piano di lavoro, tre obiettivi misurabili da raggiungere entro l’anno e un budget di tempo e soldi da investire
  • i Tipi (un comitato eletto da tutti noi poco prima di ogni ciclo) hanno la responsabilità di allocare il budget scegliendo quali crew lanciare e quali scartare
  • nel corso dell’anno le crew lanciano i progetti, partecipano a conferenze o corsi e fanno tutto quello che ritengono opportuno, nel rispetto dei limiti delle risorse assegnate
  • a fine anno le crew presentano i risultati del lavoro e poi si sciolgono. Ovviamente possono essere riproposte con l’anno nuovo se la cosa ha senso e c’è motivazione sufficiente.
La parola thíṗi consiste di due elementi: il verbo thí, che significa “abitare”, e l’enclitico plurale (un suffisso che marca il soggetto del verbo come plurale) ṗi, che vuol dire “essi abitano”

E così, 2 volte all’anno, abbiamo il nostro rituale creativo — fatto di spazio, tempo e risorse dedicate — che nasce per volontà delle persone e ci aiuta a spostare sempre un po’ più in là il perimetro di quello che facciamo. Cito in ordine sparso alcune delle esperienze vissute negli anni a dimostrazione dell’ampiezza delle tematiche e degli ambiti di interesse.

La crew SINESTESIA per esempio, l’anno scorso ha inventato un’esperienza fisica per la raccolta di insights sulla cultura e le persone all’interno di un’azienda e lo ha fatto con una vera e propria installazione che prendeva un’intera stanza e che abbiamo come da tradizione prima di tutto testato su noi stessi.

La crew NERO, ciclo 2019, ha individuato un nuovo framework di indagine sui modelli organizzativi , ne è nato un affondo specifico della nostra offerta, alcuni ragionamenti della loro ricerca potete leggerli nell’articolo Disegnare una trustful organizatio.

Virtual space industry, sempre ciclo ’19, ha prototipato una forma di brainstorming pensato all’interno di eventi che utilizza la VR. Lo stato del progetto presuporrebbe ulteriori sviluppi, speriamo che la crew voglia tornare a lavorarci sopra presentandosi al nuovo ciclo in partenza.

La crew Stupendo infine sempre nello stesso round ha indagato il tema della leadership, leggendo la letteratura più interessante sull’argomento, aprendo e smontando i concetti, fino ad arrivare ad un manifesto interessante per noi ma anche per le organizzazioni in generale.

E poi altre ancora, ma torneremo a parlarvene presto. Di anno in anno la qualità dei progetti cresce, ci aiuta a rinforzare la nostra abitudine alla ricerca e a sviluppare nuove competenze.

Intanto, proprio oggi si chiudono le votazioni per i nuovi Tipi, che se avete letto sopra avrete capito, sono il gruppo di persone che sceglie le crew e le aiuta a fare bene nel corso del ciclo. Fumando di tanto in tanto un calumet della pace. Presto avrete notizie anche sulle nuove nate e sui loro progetti per l’estate-autunno 2020, sarà un anno interessante per un’infinità di motivi.

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