Le 5 cose che il mondo del lavoro può imparare dal mondo dei videogiochi

Gianluca Bortolanza
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9 min readMay 20, 2021

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I giochi da sempre hanno influenzato il mondo del lavoro e sfruttarne le dinamiche in contesti di lavoro non è certamente una nuova idea.

Pensate per esempio al concetto di classifica: una delle meccaniche di gioco più diffuse al mondo, vanta origini antichissime, viene usata da sempre nel mondo del lavoro per creare competizione tra le persone e motivarle nei loro obiettivi giornalieri.

Pare, infatti, che sin dagli antichi egizi, gruppi di operai, durante la costruzione delle piramidi, si dividessero in squadre e gareggiassero a chi sarebbe riuscito a completare prima la propria sezione e poi marchiassero, giorno per giorno, la vittoria del proprio gruppo con un graffito. Mantenevano così una sorta di storico delle vittorie sulle pareti delle piramidi.

Facciamo un drastico salto in avanti di 4500 anni: vi ritrovate in una concessionaria d’auto, e al muro è appesa una classifica dei migliori venditori del mese; il primo nome in classifica è chiaramente la persona che è riuscita a vendere più auto in un dato periodo e probabilmente riceverà un premio per questo.

Vedete come la stessa meccanica è stata ereditata ed evoluta dal passato, ma il concetto è rimasto invariato.

Oggigiorno, nel mondo del gaming, dai giochi da tavolo ai videogiochi, stanno nascendo nuove meccaniche e strumenti da cui attingere; i prossimi sono degli spunti a cui potete ispirarvi e dei consigli pratici che potete provare fin da subito!

1. Meeting e call sono noiosi, le voice chat rooms no!

Discord è un’applicazione dedicata alle chat sia in forma testuale che vocale, ed è stata inizialmente ideata e sviluppata per i videogiocatori.

Oggigiorno, però, è utilizzata da intere community e aziende come Sony o Nvidia che lo usano come canale principale per interagire con la propria audience e pubblicare notizie legate al proprio brand.

Su Discord si può parlare con altre persone in stanze virtuali vocali che possono contenere un numero a piacere di utenti (sì può essere un casino), ma la cosa più interessante è che in qualsiasi momento puoi decidere di passare da una stanza all’altra per parlare con persone differenti.

Mentre nella vita lavorativa di tutti i giorni, ora più che mai, abbiamo chiamate dirette con una o più persone, immaginate di adattare la vostra routine ad uno strumento come Discord e saltare da una stanza all’altra per parlare con una determinata persona o gruppo, proprio come fareste nella vita d’ufficio di tutti i giorni. Sembra divertente, no?

Consiglio: Provate ad introdurre Discord in un team ristretto di persone, oppure all’interno di un singolo reparto d’ufficio, e organizzate le stanze in corrispondenza a quelle reali che avete nella realtà della vostra azienda.

2. Siate il presentatore e il pubblico che vorreste avere

Immaginate di essere in un meeting online, dove state presentando il vostro ultimo prodotto tramite delle slide ad un cliente che vi ascolta passivamente, senza interazione, se non magari alla fine per le domande di rito; vi ritrovate a fare un monologo con uno schermo, non avete feedback dal pubblico che vi sta ascoltando e non sapete se le cose stanno andando bene o male, non sapete se le persone dall’altra parte sono interessate o annoiate.

La soluzione potrebbe essere più semplice di quanto si pensi: chiedete dei feedback costanti, interagite con chi vi ascolta, fate domande inerenti all’argomento, come farebbe un qualsiasi streamer, su una piattaforma come Twitch, che vuole intrattenere il proprio pubblico e non annoiarlo, perchè nel momento in cui il pubblico è annoiato, cambia canale!

Le livestream su Twitch, YouTube Live o Facebook Live, sono diventate alcuni dei principali mezzi di intrattenimento al giorno d’oggi.

Guardare passivamente un video su YouTube sul vostro canale preferito, non è comparabile con il partecipare ad una live con il vostro streamer di fiducia, ed interagire con lui/lei durante la diretta!

Valutate l’acquisto di un microfono e webcam migliori di quelle che avete.

Ma la cosa può essere ribaltata. Se foste voi il pubblico di voi stessi, non vorreste interagire con chi vi sta parlando? Dargli un parere utile su quello che sta dicendo?

Su Twitch, per esempio, ci sono una serie di feature a disposizione per l’audience di una diretta che permettono di valorizzare il messaggio, mandare un feedback a chi sta parlando, reagire con delle emoji e così via.

Ad oggi nei servizi di meeting call vengono introdotte sempre più funzionalità che ricordano quelle dei siti di intrattenimento come Twitch. Per esempio su Zoom e Webex si possono mandare reaction con emoji senza interrompere chi parla, c’è la possibilità di creare sondaggi così da dare la propria opinione su un argomento, e infine è presente una chat.
La funzionalità chat è presente da diverso tempo all’interno di molti servizi di comunicazione digitale, ma viene spesso sottovalutata perché generalmente temuta. Questo timore potrebbe essere dovuto al fatto che in ambito lavorativo si ha spesso paura di dire la cosa sbagliata, e pur sapendo che avremmo potuto dire qualcosa di utile alla conversazione, non lo diciamo perché timorosi di essere fraintesi dai nostri colleghi o dai nostri superiori.

Idealmente, il presentatore in primis dovrebbe incitare il suo pubblico ad interagire via chat o stimolare delle reazioni, in base allo strumento che sta usando.

Ci dobbiamo accontentare delle normali videocall a cui il nuovo paradigma lavorativo ci ha abituato nell’ultimo anno?
O possono essere migliorate prendendo spunto da siti di streaming di intrattenimento come Twitch, YouTube o Facebook Gaming?

Andate su Twitch, scegliete una categoria di stream che più vi aggrada (non ci sono solo videogiochi su Twitch, ma potrete trovare musicisti, pittori, profili più tecnici che vi mostrano il loro lavoro quotidiano e molto altro ancora!), scegliete un canale, preferibilmente con un numero di spettatori maggiore di 50, e seguite la diretta. Fate caso a come si approccia col suo pubblico, a come cerca di intrattenerlo e allo stesso tempo fate caso al tono che la chat ha. Una volta che si comincia a fare caso a quanto sforzo ci vuole nel creare una community, capirete anche quanto è apprezzabile il lavoro di certi streamer e i loro team di moderatori.

Consiglio: Se doveste indossare i panni del presentatore, dettate un insieme di regole ad inizio call e fate un patto con il vostro pubblico anticipando i vostri intenti, così da cercare di stimolare l’attenzione e la vivacità di chi vi ascolta.

3. Immedesimati nel tuo utente finale

Conoscete DnD, o Dungeons and Dragons? Si tratta di un gioco di ruolo fantasy, dove i giocatori si immedesimano nei personaggi, da loro creati, e affrontano un’avventura guidata dal proprio master, colui che stabilisce la narrazione dell’avventura e gli avvenimenti che accadono in essa. Quando il giocatore entra nel proprio ruolo, non pensa più come il sé reale, ma agisce come il suo personaggio, in base alla personalità che possiede e che lo contraddistingue.

Il gioco di ruolo è un esercizio che può tornare utile durante lo sviluppo di un prodotto, che sia B2C o B2B.
Ponetevi quindi le seguenti domande:

  • Per chi state creando il prodotto?
  • Come pensate che verrà usata la vostra applicazione?
  • Cosa cerca il vostro utente tipo?

Immedesimatevi nel vostro utente finale e pensate come potrebbe interagire con la vostra applicazione o qual è il suo interesse o perchè dovrebbe usare la vostra creazione.

Pensate alle caratteristiche in primis di questo utente:

  • Quanti anni ha?
  • Che lavoro fa?
  • Quali sono i suoi interessi?

Questo esercizio può essere paragonato a quello che viene fatto con le personas, dove nel design e marketing centrato sull’utente si creano dei profili fittizi di clienti ideali, che hanno i propri bisogni, interessi, abitudini e aspirazioni degli utenti reali.

Consiglio: Provate a fare un esercizio collettivo in cui vi calate nei panni di chi avete immaginato e provate con la vostra immaginazione a percorrere la journey dei vostri clienti. Affrontate questa avventura in gruppo come fareste in DnD e pensate a quali ostacoli potreste trovare nel vostro percorso, tenete bene a mente però la motivazione personale di ogni singolo personaggio!

4.La Realtà Virtuale non è (quasi sempre) una cosa da nerd

La Realtà Virtuale ha avuto un boost negli ultimi anni, grazie a compagnie come Oculus di Facebook e Vive di HTC, che hanno rilanciato la tecnologia migliorando i visori di versione in versione.

Oggi viene usata come mezzo di intrattenimento: con un visore si possono vivere innumerevoli esperienze, da quelle videoludiche con partecipazione attiva dell’utente a quelle più passive, come guardare una partita di NBA in diretta seduti sugli spalti del match in corso dall’altra parte del mondo. Il mercato dei videogiochi è l’attore principale nella spinta di questa tecnologia, per questo viene valutato dai più come un gioco, o un device simile ad una console come Playstation.

Ciò che non viene a galla il più delle volte è l’utilizzo professionale a cui questa tecnologia può essere applicata.

Una simulazione di Realtà Virtuale applicata al mondo del lavoro.

La potenzialità incredibile della Realtà Virtuale è che una volta indossato il visore e impugnati i controller, l’utente viene immerso completamente in una realtà alternativa, staccandosi quasi completamente da quello che ha attorno.

L’immersione che un visore VR può fornire, permette ai content creator di realizzare ambientazioni alternative dove l’utente può interagire con il nuovo mondo in cui viene inserito. Per esempio, uno degli scenari più interessanti a cui si può applicare questa tecnologia è la creazione di ambienti virtuali e situazioni di pericolo, che difficilmente si possono insegnare senza rischi nelle aule di formazione o in un centro di addestramento (come un incidente su un palo di alta tensione o sulla cima di una pala eolica).

Questo tipo di esercitazioni, sono costose da simulare e richiedono dei centri di formazione dedicati. Per questo motivo non se ne hanno generalmente molti e occorre muoversi per raggiungerli.

La Realtà Virtuale può in questo caso venire in aiuto, in quanto la realizzazione di una simulazione è un costo fisso, ed una volta realizzata, può essere installata su un numero indefinito di visori che possono essere facilmente spediti e che non rappresentano un costo eccessivo. Si riesce così a creare una soluzione scalabile e facilmente distribuibile su tutto il territorio.

Consiglio: Scoprite di più su come questa tecnologia può aiutare il mondo della formazione, date uno sguardo a questo esempio pratico di esperienze di Realtà Virtuale immersive pensate per il mondo del training.

5. Giocare è una cosa seria!

Chi di voi, ancora, pensa che i giochi possano essere usati solo per scopi puramente ludici?
Speriamo oramai nessuno, arrivati a questo punto dell’articolo, ma nel caso ci fosse qualcuno di voi che ancora lo crede, beh, ora vi daremo la prova contraria.

Giocare è da sempre un bisogno innato nell’uomo, come diceva Johan Huizinga in Homo Ludens nel 1938:

Il gioco è più antico della cultura, perché il concetto di cultura, per quanto possa essere definito insufficientemente, presuppone in ogni modo convivenza umana, e gli animali non hanno aspettato che gli uomini insegnassero loro a giocare.”

Le connotazioni che un gioco può avere dipendono dal contesto. Ad esempio, nel caso dei Serious Games, ovvero i cosiddetti giochi seri, il gioco viene sfruttato in un’ottica di apprendimento ed è usato come vero e proprio strumento per la formazione.

I Serious Games bilanciano gli aspetti ludici con quelli formativi e hanno principalmente 3 caratteristiche: intrattenimento, simulazione e apprendimento.

L’elemento ludico favorisce il coinvolgimento di coloro che partecipano, ma l’obiettivo finale è quello di insegnare, in un ambiente protetto, una lezione che, nel nostro caso, può essere applicata nel mondo del lavoro.

The Game of Life.

In H-FARM Innovation, da sempre, il gioco e la narrazione vanno di pari passo. La prima, oltre a creare immedesimazione, serve a veicolare messaggi, valori e contenuti e a immergere il pubblico in un mondo altro da quello in cui vive; il gioco invece attiva tutti i sensi, è divertente per definizione e crea momenti di apprendimento volontario e coinvolgimento spontaneo.

I casi di applicazione sono molti: dalla comunicazione interna alla promozione di un prodotto, dall’onboarding alla valorizzazione di un territorio o di un brand. In oltre dieci anni di esperienza diretta sul campo abbiamo imparato a riconoscere in modo istintivo quando ricorrere al gioco e alla narrazione per aumentare esponenzialmente il risultato e fornire una potente soluzione a problemi vecchi e nuovi.

Consiglio: Scegliete un gioco da tavolo che possa aiutare il vostro team a sviluppare delle abilità utili nel vostro lavoro di tutti i giorni e giocatelo assieme! In un periodo come questo, in cui trovarsi fisicamente è difficile, piattaforme web come Tabletopia o Board Game Arena vengono in nostro soccorso.

Questo articolo ha visto il contributo di:
Irene Mercorelli, Moreno Callegari, Paolo Basso e Gianluca Bortolanza

Se l’articolo ti ha offerto spunti interessanti, se vuoi semplicemente parlarne con noi o saperne di più riguardo giochi, Realtà Virtuale e tecnologie emergenti, scrivi a innovation@h-farm.com

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