“Pingami altrimenti non me lo ricordo”

Quello che vedo dall’altra parte della scrivania.

Carlo Alberto Bosco
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4 min readJul 3, 2017

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Laura Sicolo, Content Manager & Project Manager presso H-FARM

Da piccolo disegnavo sia con la mano destra che con la sinistra, ero cintura nera di “colorare dentro i bordi” e non c’era giorno in cui le mie mani non fossero coperte di inchiostro colorato. Non solo le mani. Non sono mai riuscito invece ad arrivare alla sufficienza in nessun tema scritto. Mai. Nemmeno quando copiavo. E copiavo parecchio. Questo per dirvi che c’è un motivo per cui sono designer e non copywriter. Quindi non vi aspettate chissaccheccosa.

Però quando Tomas mi ha chiesto di scrivere questo articolo, superato il panico iniziale, le parole sono uscite da sole.

fffchh fffchh.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

fffchh fffchh suono provocato dai palmi delle mani premuti l’uno contro l’altro come per schiacciare delle noci, ma senza noci. Questo movimento è spesso ripetuto. A seconda del livello di concentrazione.

Ecco. Laura quando è concentrata fa così, ffffchh fffchh con le mani.

Questo è uno delle caratteristiche che mi hanno incuriosito di lei, assieme agli inglesismi che sparpaglia nei suoi discorsi. Ti prendono di sorpresa come piccoli ninja, tu non capisci cosa vogliano dire e nel dubbio annuisci. Sempre.

Dopo la call facciamo un debrief, ti condivido il summary, mi raccomando pingami altrimenti non me lo ricordo.- Uaaatà!

Ma andiamo con ordine.

La cerco su Google. Google immagini, ovvio.

Ben due righe di foto mostrano una Laura solare, occhiali rossi, capelli ordinati e sorriso amichevole. Si capisce subito che la comunicazione è il suo pane, da sempre: blog, interviste, social, digital, ecc ecc…

Io l’ho conosciuta così, due anni fa quando ha iniziato a far parte della nostra squadra, professionale e composta.

Fin troppo professionale e composta.

Il passare del tempo e la disposizione ballerina delle postazioni di lavoro hanno voluto che ci trovassimo ai lati opposti della stessa scrivania, questo mi ha permesso di conoscere diversi aspetti di Laura.

Come la passione per lo sport che la spinge a non star mai ferma, a correre per chilometri in pausa pranzo con 40° all’ombra e zanzare tigri — chiamate così non per le strisce ma per le dimensioni — che ti succhiano letteralmente l’anima dal corpo.

Oppure quel lato più folkloristico di lei che se chiudi gli occhi e ascolti certe sue conversazioni ti ritrovi subito in mezzo a discussioni goliardiche tra amici di vecchia data che si dicono tutto con la massima schiettezza e pochi filtri.

Ho capito poi che è stata una pecora nera: nata e cresciuta in una famiglia di dottori, medici, farmacisti, lei ha scelto la strada della comunicazione digitale, e oggi porta avanti progetti personali e non, sempre con la massima dedizione e concentrazione.

fffchh fffchh.

Ci sono mille altre cose da dire di Laura, ma lascio fare a lei, che sicuramente è più brava di me.

Qui alcune domande a bruciapelo:

Cosa ti piaceva di più fare a 10 anni, in assoluto?

Disegnare vestiti di moda come se fossi una grande stilista e far volare gli aquiloni in campagna a casa di mia nonna, anche se era più il tempo che io e mio fratello spendevamo a ripararli che effettivamente a farli volare.

Qual è il tuo colore all’interno della ruota*? Ti riconosci?

Giallo, mi riconosco nel colore e nell’essere portatore di energia ed entusiasmo, così come nella voglia di instaurare un contesto di lavoro sereno che permetta a tutti di collaborare nel miglior modo possibile.

(Per sapere di cosa sta parlando, basta leggere l’articolo di Silvia su Irene)

Una paura/limite che riconosci di avere?

Sono una persona molto curiosa, quindi se ci sono 10 cose da fare o da provare io ne farei 11.

La cosa che ti fa più ridere?

L’umorismo smart e le persone intelligenti che sanno prendere la vita con ironia, con il mood giusto e che non si prendono troppo sul serio.

Cosa ti ricordi del primo giorno di lavoro qui?

Risposta diplomatica: “Wow, che bell’ambiente, pieno di creatività e opportunità”.

Risposta non diplomatica: “Mmm.. tanta gente e scrivanie piuttosto affollate, devo trovare il mio spazio vitale, costi quel che costi.”

Qual è la prossima cosa che vorresti imparare?

Un nuovo sport acquatico come surf o kayak, cucinare piatti sempre più complessi, voler bene di più alle persone che mi son vicine.

Come ti vedi tra 10 anni?

Felice. Chiedo troppo? :)

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