Quaranteen, il nostro esperimento per convivere, con un sorriso, in questo periodo.

Giulia Carlon
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7 min readMar 25, 2020

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“Quando ci chiedono chi siamo, la maggior parte delle volte rispondiamo con quello che facciamo”, questo è ciò che è riportato nelle primissime righe del nostro manifesto. E questo è quello che è successo anche in questo caso.

Siamo un team (Strategy and Innovation Culture) che si occupa di cultura dell’innovazione all’interno di H-FARM. Siamo circa un centinaio di persone distribuite tra l’headquarter di Roncade (TV), dove presto nascerà il nuovo campus pensato come un polo internazionale dell’innovazione, e Milano.

Il nostro headquarter a Treviso
La sede di H-FARM a Milano sui Navigli. Le nostri sedi sono anche a Catania, Roma, Torino e Barcellona.

Ci troviamo, come tutto il resto d’Italia e altri paesi, in quarantena.

All’interno delle nostre case lavoriamo, mangiamo, immaginiamo quello che faremo quando saremo fuori da qui. Molte iniziative per sopravvivere alla quarantena sono già nate e altre vedranno la luce.

Anche in H-FARM è nata un’iniziativa interna per sopravvivere alla distanza fisica, per cercare di mantenere il nostro spirito aziendale e l’unione nonostante tutto. Quello che abbiamo creato a partire da una conversazione in Slack, parla di noi e del nostro modo di essere e di reagire, adattandoci alle situazioni.

E così da ormai 17 giorni viviamo l’esperienza di Quaranteen, (perchè siamo un po’ teenager…ma anche un po’ quarantenni, sicuramente in quarantena), un esperimento nato per aiutare chi come noi, in questo momento, può evadere solo con la propria mente.

Un primissimo logo che abbiamo creato per l’iniziativa.

L’idea è quella di pensare ed eseguire una sfida al giorno confrontandoci a fine giornata sui risultati ottenuti.

Giorno per giorno, sin dal primo di questa quarantena, collezioniamo i risultati delle sfide per darne una restituzione (forse un booklet o un sito, chissà!), che come un memorabilia, ci ricorderà di questo particolare momento e di chi siamo e dimostriamo di essere: persone creative e reattive, unite, appassionate, e non solo del nostro lavoro.

In H-FARM il concetto di sfida è cosa nota. Lavoriamo a stretto contatto con aziende che ogni giorno accettano la sfida di rinnovarsi per innovare, con startup che lanciano sfide prima di tutto a sé stesse. Progettiamo diversi format per la generazione di nuove idee, la cui base di partenza sono le sfide.

Come funziona quindi Quaranteen?

Ogni mattina viene lanciata la sfida giornaliera che si conclude alle 20.00.

Le attività che lanciamo sono un po’ lo specchio di chi siamo. Il nostro team si occupa in maniera omogenea di: Business, Content, Technology, 3D, Visual e Interaction e altrettanto poliedriche sono le persone che lavorano in questi ambiti. Le sfide non possono che essere, quindi, tutte diverse sia per modalità che per tematica, fresche (d’altra parte l’abbiamo detto, no? un po’ teenager un po’ quarantenni), multicanale, alle volte un po’ complicate, perché ci piacciono le cose sfidanti che aprono nuovi scenari e nuove possibilità.

Da poco, invece, abbiamo introdotto anche la quaranteen-collabo una “collaborazione”, appunto, con un collega che dà testimonianza della propria personalità attraverso il lancio di una sfida basata sulle proprie passioni. Se si trattasse di una canzone, questa sfida sarebbe un featuring, dove la partecipazione congiunta crea ricchezza creativa, mood ogni volta diversi e risultati inaspettati.

Quaranteen, è un esercizio costante, che viene popolato all’interno del nostro tool di collaborazione, Slack, che utilizziamo normalmente per la comunicazione interna e gestione dei progetti. In questo modo, sfruttando un canale già ben noto, riusciamo a godere in diretta dei risultati dei nostri colleghi, commentando e reagendo quasi a simulare una conversazione reale e live.

Quali sfide?

Come dicevamo, le sfide sono molto diverse, sfaccettate e sfruttano media differenti, un po’ come nel nostro lavoro. Le regole che ci siamo dati per la creazione delle sfide sono poche e semplici:

  • eseguibili con cose che abbiamo o che possiamo recuperare facilmente,
  • rappresentative di chi siamo, andando dalle cose più creative e punk a quelle più nerd o rigorose, o poetiche e romantiche,
  • realizzabili in un tempo massimo di 30 minuti.

Per un po’ di ispirazione, ecco qui alcune delle sfide che abbiamo lanciato.

Sfida giorno — 24 Crea una GIFF che rappresenti lo stato d’animo attuale.

Sfida giorno — 22 Torniamo indietro di qualche tempo e andiamo a SAN REMO. La sfida di oggi, infatti è creare una playlist su Spotify che sia solo good vibes, come direbbe Mahmood. Questa playlist, aiuterà un tuo amico in quarantena a shakerare i fianchi come Shakira e a strappare qualche sorriso in questo periodo. Regole:

  • 10 canzoni massimo. L’ordine è importante: la prima canzone di apertura, è la canzone di apertura. Chiaro, no? E quella di chiusura, chiude il cerchio con un senso (quindi poi non le ascoltate in shuffle, dai)
  • Diamo un nome bello alle playlist e pensiamo alla persona a cui potrebbe essere più adatta. Il nome della playlist sarà quindi: “nome playlist” for “nome persona a cui si dedica”
  • Ci deve essere una canzone bonus che è quella che inserirebbe tuo padre o tua madre se potesse farsi una playlist su Spotify per passare la quarantena (fa parte delle 10 quindi non sarà l’11esima)

Sfida giorno — 16 Fotografare la vita da quarantena con un haiku. Gli haiku sono brevissime composizioni poetiche con cui i giapponesi riescono ad esprimere in pochi suoni un’esperienza, un momento, un’immagine. Quello che le rende tanto speciali è che riescono a cogliere aspetti che solitamente consideriamo soggettivi, come emozioni o sentimenti, in modo oggettivo e senza giudizi. Questo paradosso può suscitare nei lettori un ”MAH!”, un “OK”, un “AH AH” oppure un

che li trascina un una lunga meditazione e conseguente sensazione di relax. Quali sono le regole?

  • Deve essere composto da 3 “versi” di: 5 sillabe, 7 sillabe, 5 sillabe
  • Scegli 1 momento / situazione / esperienza che vuoi catturare
  • Raccontalo attraverso 2 soggetti
  • Fai riferimento a una stagione (può essere anche indiretto, come un indizio)
  • suggerimento non obbligatorio: usa 1 o più sensi per descrivere al meglio una sensazione

Un esempio:

(5) Folla pungente

(7) Compaiono le prime

(5) foglie d’acero.

[soggetto 1: la folla — soggetto 2: le foglie d’acero, stagione: le prime foglie compaiono in primavera, sensi: pungente + compaiono]

I primi risultati

Quando abbiamo lanciato Quaranteen, non ci eravamo immaginati di ottenere nessun risultato, se non quello di intrattenerci e mantenerci in contatto nonostante il lavoro a distanza. Sul piano emotivo, infatti, Quaranteen sta avendo il ruolo di donare una boccata d’aria alle persone che partecipano, che mettono da parte per un momento tutto il grigiore e lo scombussolamento d’animo dato dall’emergenza del Coronavirus, per dedicarsi a un’attività che li mette in gioco e in azione creativa.

Altre cose che l’esperienza di Quaranteen ci sta insegnando sono:

  1. Cos’è l’engagement? Le sfide sfruttano la dinamica del gioco dove ogni persona è portata a misurarsi con gli altri seguendo alcune piccole regole. Seppur non in maniera competitiva, i partecipanti si misurano e si confrontano con il resto degli sfidanti. L’engagement, in questo caso, nasce proprio dalla curiosità e volontà di vedere i risultati altrui e interagire con gli altri senza nessuna pressione o imposizione.

2.“Dammi una sfida, e ti dirò chi sei”. I cuori del nostro team si sono accesi maggiormente con alcune sfide, una fra tutte quella della playlist. L’esercizio di Quaranteen sta mettendo in luce le passioni che ci accomunano e le nostre attitudini in una mappatura che si fa a mano a mano più chiara.

3. Conoscerci dopo tutto. Qualche tempo fa il nostro team si è allargato e abbiamo aperto il nostro nuovo ufficio su Milano. Una delle prime necessità fu quella di conoscere i nuovi colleghi da un punto di vista professionale, ma anche personale per poter collaborare sin da subito al meglio. Grazie a Quaranteen e alle interazioni nate dalla sfide, le persone si stanno conoscendo in maniera semplice e spontanea. Nessun meeting o presentazione personale organizzata, nessuna “forzatura” nel sistema di interazione e reciproca conoscenza. La riflessione che ne è emersa è che molte aziende, come la nostra, si trovano spesso nella condizione di riassemblare team o ampliarli e abbiamo compreso che forse questa modalità di gioco potrebbe fluidificare e accelerare la conoscenza.

… e i risultati che otterremo

Vorremmo sfruttare in maniera positiva questo esercizio per trarne un’analisi approfondita di tutto ciò che impareremo da questa esperienza.

Alla fine di questi 25 giorni, infatti, produrremo un report dove ci piacerebbe parlare per esempio di:
Umore: Com’è cambiato il nostro umore in questi 25 giorni?

Flussi e partecipazione: Quali sono state le sfide maggiormente partecipate? dove si sono accesi i cuori? perché?

Creatività e propensioni: Come si sono espressi i nostri colleghi? quale talento hanno messo in gioco? riusciamo a trovare delle sinergie tra le diverse competenze? le persone tendenzialmente analitiche come hanno reagito? e quelle invece impulsive?

Il prossimo articolo, che sarà realizzato alla fine di questo periodo sarà dedicato proprio a questo. Ci vediamo quindi dopo il 3 Aprile.

Nel frattempo restiamo a casa, e connessi ❤

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Giulia Carlon
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🌫ice🌫 Senior Project Manager @H-FARM Innovation