Matteo Dip
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3 min readOct 30, 2017

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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

Un ritratto che parla di Paolo non può che iniziare così.

Sono già diversi anni che Paolo collabora con noi. Ricordo i primi giorni, in cui guardavamo il nuovo collega con aria curiosa. D’altra parte, non è difficile farsi incuriosire da lui.
Anzitutto l’aspetto estetico: capelli rossi in una specie di caschetto che, combinati con gli occhiali, fecero venir in mente a tutti l’omino dei Playmobil, o dei Lego. Con il tempo poi capimmo il perché di questa somiglianza; come a volte i padroni assomigliano ai propri animali domestici, così Paolo deve esser pian piano diventato simile al proprio hobby preferito, le costruzioni Lego.

Eh sì, perché parlare di Paolo senza citare le sue passioni ludiche è probabilmente impresa impossibile. Da quando è in HIC (ma già dai tempi di LOG607), la sua presenza è caratterizzata da una quantità incredibile di oggetti in plastica che riempiono e colorano gli scaffali e le librerie dei nostri uffici, attirando gli sguardi curiosi dei clienti in visita. Robot, dinosauri, supereroi Marvel, manga giapponesi, modellini di Gundam , Alien in miniatura, …ma soprattutto Star Wars, in tutte le sue possibili declinazioni.

Paolo e il bassotto Bambù.

In HIC ha portato con sé l’arte jedi dell’Interaction design e una capacità tutta sua di affrontare le sfide quotidiane del nostro lavoro.

Da buon creativo, deve sempre avere un obiettivo che stimoli la sua, peraltro inesauribile, curiosità. Lo elaborerà nel suo cervello, in background, mentre sta lavorando su tutt’altro, a volte perfino perdendosi per immensi attimi, e poi in cinque minuti estrarrà dal cappello la soluzione innovativa e mai banale che stavamo tutti cercando.

E questa curiosità mai appagata è quella che gli permette di dar il suo contributo anche in altri ambiti di cui ci occupiamo, da una innata capacità nella realizzazione di video, all’invenzione di nuove interfacce in ambienti di Virtual Reality, alla creazione di complicati enigmi per giochi di campagne di comunicazione interna non convenzionali, anche grazie all’enciclopedica cultura nerd in fatto di film anni ‘80, videogiochi, cartoni animati.

Come da tradizione, lascio la parola a Paolo, che possa raccontarci un po’ di se stesso.

Qual è il tuo colore all’interno della ruota*? Ti riconosci?

Sulla ruota sono giallo e propendo ad essere giallo. Tre anni fa ero giallo fosforescente, ma sento che sto cambiando tonalità.

*(Alla fine dell’articolo di Silvia su Irene trovate la spiegazione della ruota dei colori)

Cosa ti ricordi del primo giorno di lavoro qui?

Il primo giorno di lavoro sono arrivato in anticipo sull’orario di lavoro stabilito, giusto per fare bella figura. Al mio arrivo in ufficio c’era solo Andrea, che non sapeva minimante dell’arrivo di uno stagista, e mi ha offerto un te alle macchinette mentre aspettavamo gli altri.
Poi in maniera tranquilla e rilassata sono arrivati tutti. E li ho pensato: bene, il mio ritardo cronico non sarà un problema insormontabile.

Una città, una canzone, un film che ti hanno particolarmente colpito.

Città… che domande: Tokyo. Perché? Beh, andateci e mi direte voi.
Film… che domande: Star Wars [cosa vi sareste aspettati? NdR]. Perché? Perché è stato un dono di mio papà.
Canzone: Undone dei Weezer. C’è tutto dentro quella canzone.

Qual è la prossima cosa che vorresti imparare?

Vorrei imparare ad usare l’aerografo in maniera seria.

Come ti vedi tra 10 anni?

Tra dieci anni mi vedo intrappolato tra centinaia di oggetti nerd in plastica.

Per concludere, lo sapevate che ogni anno, in tutto il mondo, si stampano più soldi per il gioco Monopoly che soldi veri ?
Neanche io, prima di conoscere Paolo e il suo #inutilenozionismo!

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