Team Building Time!

Serena Zambon
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5 min readDec 22, 2017

Nella mia testa il termine Team Building ha sempre richiamato un preciso tipo di scenario: gruppi di dipendenti che si riuniscono in grigie sale conferenze di alberghi, guidati da qualche strano motivatore/guru con il microfono stile Non è la Rai, che si cimentano in attività per accrescere la propria autostima e la fiducia nel gruppo.

Per intenderci, mi immaginavo una situazione in cui qualche dirigente mostra con entusiasmo grafici a torte che illustrano i profitti dell’azienda e la gente risponde urlando slogan in coro; qualcuno poi vince una crociera e si finisce tutti camminando sui carboni ardenti o alle prese con l’esercizio in cui ti devi lasciare andare all’indietro a occhi chiusi e tuoi colleghi ti prendono al volo. Le signore si tolgono la giacca del tailleur e gli uomini si allentano la cravatta prima di chiudere con un pianto liberatorio.

Ecco io ho sempre immaginato questo nella mia testa, poi però ho sperimentato un’altra realtà!

Se vi è capitato di leggerci qui su Unbotton, già lo sapete che siamo una grande e bizzarra compagnia; viviamo e lavoriamo a stretto contatto tutto l’anno e questo significa irrimediabilmente gioie e dolori. Momenti di esaltazione e soddisfazione per il nostro lavoro si alternano a insofferenza e stanchezza da deadline.

È per questo che per noi l’arrivo delle vacanze natalizie significa sempre 3 cose precise: meritato riposo, festa in costume di H-Farm (un giorno ve ne parleremo… forse) e l’attesissimo Team Building di fine anno.

La formula è semplice: qualche anima buona organizza assieme a Tomas (il nostro capo) un evento segreto, che segreto rimane fino alla data prescelta, soprattutto se si usa l’accortezza di non condividerlo con le persone sbagliate (tra cui la sottoscritta che è geneticamente incapace di non lasciarsi scappare tema e luogo del Team Building) e ogni volta si cerca di creare una bella esperienza da vivere assieme in cui divertirsi e fare il punto sul nostro lavoro.

Nel corso degli anni ci è capitato di ciaspolare in montagna durante uno dei dicembre più caldi degli ultimi tempi, oppure di guardarci l’ultimo Star Wars al cinema con una proiezione privata solo per noi. Ci è capitato pure di cantare canzoni suddivisi in team armati di chitarre e strumenti improvvisati.

Quest’anno invece siamo partiti presto alla volta di Padova, in direzione Busa dei Briganti, una birreria un po’ particolare. Se siete curiosi cliccate sul nome e scoprite di più sul loro sito, ma intanto vi racconto in breve di questo interessante progetto. Si definiscono non una semplice birreria che offre birra artigianale, ma una “birreria agricola” proprio perché tutte le loro birre nascono dall’orzo coltivato nei loro campi, nella zona dei Colli Euganei.

Come i briganti che un tempo abitavano queste terre e si nascondevano nella famosa “Busa dei Briganti”, andiamo contro corrente, sfidiamo il concetto di industriale e del fatto in serie.

Con questa frase ci raccontano la loro filosofia che non può che sposare a pieno la logica che sta alla base anche del lavoro di HIC.

Al nostro arrivo i ragazzi della Busa ci hanno accolto con una colazione fatta in casa e un sacco di informazioni sul loro progetto e dopo le presentazioni di rito ci hanno messo subito al lavoro.

La cosa speciale di questa giornata è stata infatti la possibilità di creare, nel loro brew-lab, una nostra speciale edizione di birra agricola, un’American Pale Ale carica di toni fruttati e una punta di amaro, la HIC SUNT DRACONES.
Se vi chiedete il perché della scelta di questo nome, le foto qui sotto potrebbero aiutarvi (aguzzate la vista per leggere il nostro invito):

La mattinata si è conclusa con un’interessante degustazione delle loro birre artigianali; dico interessante perché degustare birre alle 11:00 di mattina offre la possibilità di vivere momenti di particolare euforia e lì in quel preciso momento abbiamo compreso la scelta di farci arrivare e tornare in treno.

Non vi preoccupate… Abbiamo anche pranzato poi!

Un’altra grande certezza dei nostri Team Building è il momento in cui Tomas fa assieme a noi il punto sull’anno trascorso. Parliamo di cosa è andato bene e di quello che ci piacerebbe migliorare durante l’anno nuovo; si condividono i risultati ottenuti e si fa una previsione di dove si vuole arrivare nei successivi 12 mesi di lavoro…
Senza annoiarvi troppo, vi riporto qui sotto una breve rappresentazione visiva di quello che sarà il nostro percorso nel 2018:

scalare l’Everest? … una passeggiata!

È così ora possiamo dire di essere anche produttori di birra agricola artigianale…
Un altro Team Building invernale è andato e noi già rivolgiamo il pensiero a quello estivo… nel frattempo ci riguardiamo un po’ di foto scattate alla Busa dei Briganti.

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