The Proustian Series: Camilla Zani

La serie di interviste alle persone di H-FARM su modello proustiano.

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4 min readJul 28, 2020

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Nata in montagna e cresciuta a bresaola, polenta e sci, Camilla si è trasferita a Milano per studiare lingue e in seguito comunicazione per la moda con specializzazione in graphic design. Dopo un paio d’anni di esperienze in agenzie digital più o meno grandi, ha trascorso un periodo veronese lavorando come digital specialist per il gruppo Calzedonia. Rientrata a Milano, approda in
H-FARM e dal 2018 ricopre il ruolo di Visual Designer.
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Un tratto tipico del tuo carattere. La testardaggine, se mi metto in testa una cosa devo farla a tutti i costi.

Il tuo principale difetto. A volte sono dispotica e faccio fatica ad accettare che le altre persone non abbiano voglia di combattere le mie battaglie.

Se potessi viaggiare nel tempo, dove andresti? Durante gli anni d’oro del Jazz, anche solo per il fatto che tutti erano sempre vestiti benissimo.

Il tuo primo ricordo. Un litigio con mia madre: volevo a tutti i costi andare all’asilo e lei non mi lasciava perché ero ancora troppo piccola.

La tua idea di felicità. Avere tempo.

Un rimpianto. Mi sento ancora troppo giovane per avere rimpianti.

Un sogno ricorrente. Mi trovo sulla linea di partenza di una gara, ma non riesco a correre. Anche se cerco di metterci tutta la mia forza di volontà, i piedi non si staccano da terra e io rimango immobile.

Un luogo dove ritorni quando puoi. Tra le mie montagne, nel paese dove sono cresciuta, è l’unico posto dove mi sento al sicuro e dove riesco a liberare la testa.

Una cosa difficile che ti è capitato di dover fare. Imparare a nuotare da grande. Mi ci sono trovata quando ho scelto di fare triathlon, è stato davvero difficilissimo.

La app che usi più di frequente? Instagram è il mio Google.

Il viaggio della vita? Qualunque viaggio in bici. Ti mette alla prova fisicamente e mentalmente, ma ti offre la possibilità di vedere le cose al tuo ritmo e in modi a volte inaspettati.

Una generazione che ti affascina. I due grandi opposti: anziani e giovanissimi. I primi perché hanno mille storie da raccontare e pochi mezzi per farlo i secondi per il motivo opposto, non hanno quasi niente da raccontare e riescono a inondare il mondo di contenuti.

Dove prendi le decisioni importanti? Mentre corro. Non c’è tempo per decidere cosa pensare e i pensieri scorrono liberi.

Cosa consideri sopravvalutato? Il giudizio basato sull’ideale di bellezza. In quest’epoca di iper condivisione, abbiamo la tendenza a fare paragoni, a credere che gli altri stiano facendo delle cose più belle. Con il grande rischio di perderci il bello che stiamo vivendo noi.

Qualcuno che ammiri nella vita reale? Mio padre, ha sempre avuto la capacità di vivere ogni giorno esattamente come vuole. Ha sempre lavorato duro, avendo anche il coraggio di rischiare, di trasformare tutti i suoi sogni in realtà e le sue passioni nel suo lavoro.

Quel che detesti più di tutto? Le promesse non mantenute.

La tua stravaganza? Sono sempre alla ricerca dei capelli perfetti, e so che non li avrò mai.

Come passi il tempo libero? Buona parte del mio tempo libero la dedico allo sport e allo stare il più lontano possibile dal computer. Se c’è neve, scio.

L’incontro che ti ha cambiato la vita. Quello con Lorenzo, il mio fidanzato. Mi piace definirlo l’uomo del “dai che adesso spiana”, è quello che mi batte le mani in cima alle salite più dure e che mi sprona a dare sempre il massimo.

Una frase che ripeti spesso. Credo di non avere una frase ricorrente, o forse ce l’ho, ma mi ascolto da troppo tempo per farci caso. Indagherò.

Il dono di natura che vorresti avere. L’incontestabilità, che forse mi sono appena inventata, o il dono di poter fare tutto senza ripercussioni.

In cosa sei particolarmente brava? Ad aiutare le persone a non piangersi addosso.

Un ricordo del primo giorno di lavoro? Il primo maize.live, un evento che si tiene due volte l’anno in H-FARM. Ho pensato che stavamo facendo una cosa eccezionale, ed era solo la prima.

La tua più grande conquista? Aver accettato quella che sono.

Se non avessi fatto il mestiere che hai fatto, cosa faresti? La maestra di sci.

Da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso:

  • Film preferito: Jurassic Park
  • Un artista che ti manda in fibrillazione: Chriss Cornell (soprattutto quello ai tempi dei Soundgarden)
  • Serie Tv definitiva: The Big Bang Theory
  • Piatto irrinunciabile: La polenta
  • Il libro che ha cambiato il tuo modo di vedere le cose: “Le otto montagne” di Paolo Cognetti
  • Oggetto senza il quale non potresti vivere: La mia bicicletta

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