The Proustian Series: Silvia Catanuso

La serie di interviste alle persone di H-FARM su modello proustiano.

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4 min readSep 15, 2020

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Nata il 9 agosto del 1983 — proprio l’anno in cui da ARPANET si passa a Internet — ma tecnologia e digitale entreranno nella sua vita solo molto tempo dopo. Frequenta il liceo linguistico a Treviso, fa un passaggio a Gorizia per studiare relazioni pubbliche, poi torna al suo amore per le lingue straniere e si laurea in mediazione linguistica. Arriva in H-FARM nel 2011 dopo un master in comunicazione digitale e da quel giorno è cambiata parecchio. My Linkedin

Un tratto tipico del tuo carattere. Mi viene abbastanza facile entrare in contatto con le persone. Anche se mi piace mediare e sdrammatizzare le situazioni scomode, sono anche una persona abbastanza drastica, il mio carattere non ha moltissime sfumature.

Il tuo principale difetto. Come dicevo, tendo a essere estrema. Direi quindi che sono molto impulsiva, oppure decisamente analitica. Questo mi porta a fare molti errori, in un senso o nell’altro.

Se potessi viaggiare nel tempo, dove andresti? Mi piacerebbe essere catapultata nel periodo che va dalla fine degli anni ’70 agli inizi degli anni ’80 e percorrere la Sunset Strip dal Whisky a Go Go fino allo Chateau Marmont.

Il tuo primo ricordo. Crescere con mio fratello. Abbiamo 8 anni di differenza e durante l’infanzia, ovvero la sua adolescenza, siamo stati amabili compagnoni ma anche grandi lottatori. In questo intreccio di amore-odio ricordo che un giorno mi ha invitato a entrare nella sua cameretta e lì, una volta spenta la luce, ho scoperto che aveva costruito una casa degli orrori artigianale tutta per me (o per noi insomma). Probabilmente il suo intento iniziale era quello di terrorizzarmi, invece è uno dei ricordi di quando eravamo piccoli che conservo più gelosamente.

La tua idea di felicità. Imparare a essere equilibrati e dosare le preoccupazioni. Vivere con consapevolezza senza essere sopraffatti dalla paura che il naturale corso delle cose spesso genera.

Un rimpianto. Un rimpianto leggero è non aver fatto l’Erasmus, aver procrastinato troppo. Quello più grande di tutti però è non aver passato abbastanza tempo con mia mamma.

Un sogno ricorrente. Faccio molta difficoltà a ricordare i sogni, perciò non so se ne ho di ricorrenti.

Un luogo dove ritorni quando puoi. Sicuramente è proprio quando posso, perché non è proprio dietro l’angolo: Los Angeles. So che per molti è la terra dei sogni infranti ma ho dei ricordi bellissimi legati alle giornate in questa città.

Una cosa difficile che ti è capitato di dover fare? Dover salutare mia mamma.

La app che usi più di frequente? Google Maps e Instagram. In un periodo “normale” aggiungerei SkySkanner.

Il viaggio della vita? Sicuramente l’estate del 2016 on the road attraverso la West Coast. Un domani mi piacerebbe visitare il Borneo.

Una generazione che ti affascina. Quella dei miei genitori, ricca dal punto di vista culturale, politico e sociale.

Dove prendi le decisioni importanti? Di solito in macchina, guidando. Soprattutto nei tratti molto conosciuti, dove posso permettermi in qualche modo di pensare anche ad altro, riesco a concepire idee e far fluire i pensieri. Ultimamente anche camminando.

Cosa consideri sopravvalutato? Il pensiero che senza talento non si vada da nessuna parte e che sia l’unica chiave per avere successo nella vita.

Qualcuno che ammiri nella vita reale? I miei genitori come modello di integrità, umiltà e ricerca della felicità.

Quel che detesti più di tutto? Chi spara un’opinione o un giudizio e non lo sa argomentare e chi tiene il piede in due scarpe.

La tua stravaganza? Mangiare la nutella ricoperta di sale. Toccarmi i capelli in questa specifica modalità: faccio una piccola asola con una ciocca di capelli e ci passo sopra l’indice per testarne l’elasticità. Questo gesto ha effetti ipnotici anche sui miei interlocutori.

Come passi il tempo libero? Se voglio stare da sola, leggendo. Mentre se voglio stare in compagnia, la domenica è la giornata deputata al fare e vedere cose nuove. Ho una vera e propria ansia da uscita domenicale, perché vorrei fare sempre qualcosa di diverso.

L’incontro che ti ha cambiato la vita? Non ne ho uno in particolare, non dico tutte ma sono molte le persone che nel corso della mia vita hanno lasciato il segno.

Una frase che ripeti spesso? “Daghene”.

Il dono di natura che vorresti avere? Mi piacerebbe essere più sicura di me.

Il ricordo di un giorno al lavoro? Il giorno del mio primo colloquio in H-FARM, ero partita con un incredibile anticipo perché temevo di arrivare in ritardo. Non avevo il navigatore e comunque avevo un Siemens a pedali, quindi solo telefonate e sms. Sono arrivata in reception dopo diversi tentativi rifacendo la strada 7–8 volte perché continuavo a perdermi prendendo stradine in mezzo ai campi.

In cosa sei particolarmente brava? Stabilire un contatto con le persone.

La tua più grande conquista? Quando i miei genitori hanno acquisito fiducia in me e hanno smesso di chiedermi a che ora sarei tornata. L’altra grande conquista è stata l’indipendenza economica.

Se non avessi fatto il mestiere che fai, cosa faresti? Mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore dei viaggi probabilmente come tour operator.

Da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso:

  • Film preferito: “Le conseguenze dell’amore” di Paolo Sorrentino
  • Un artista che ti manda in fibrillazione: Dave Grohl
  • Serie Tv definitiva: Homeland
  • Piatto irrinunciabile: Pizza siciliana
  • Il libro che ha cambiato il tuo modo di vedere le cose: “Così è la vita, imparare a dirsi addio” di Concita De Gregorio
  • Oggetto senza il quale non potresti vivere: Occhiali da sole

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