The Proustian Series: Valentina Lunardi

La serie di interviste alle persone di H-FARM su modello proustiano.

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4 min readMar 9, 2021

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Nasce nella periferia milanese all’ombra del decadente stabilimento dell’Alfa Romeo e cresce inseguendo la vita cittadina tra aperitivi molto milanesi e libri di storia dell’arte. Tra Milano e la Germania scopre che il business può essere un’area di ricerca e creatività interessante anche per una mente umanistica e inizia a lavorare prima per una startup per poi approdare nel mondo della consulenza strategica. Si tuffa così nel mare della ricerca e dei trend e arriva in H-FARM in un soleggiato giorno di marzo. My Linkedin

Un tratto tipico del tuo carattere. ⅓ saputella, ⅓ ironica, ⅓ polemica. Un cocktail “agitato” non “mescolato” di ingredienti.

Il tuo principale difetto. Penso gli stessi tratti ma mescolati male.

Se potessi viaggiare nel tempo, dove andresti? Berlino,1983, o giù di lì. Sono molto appassionata di storia e cultura tedesca. Mi sarebbe piaciuto vivere quell’atmosfera di sperimentazione sospesa tra il Muro e spettacoli e raduni segreti di artisti, musicisti e persone alla ricerca di un futuro da immaginare. Un periodo storico incasinato, stridente e pieno di contrasti che mi affascina.

Il tuo primo ricordo. Il mio primo ricordo penso sia finto e derivi da una fotografia che ho trovato di recente. È l’ora del tramonto, io sono in braccio a mio papà e stiamo ascoltando uno dei suoi dischi nella casa in cui vivevamo al tempo. Mi sembra di ricordare tutto molto bene, anche i dettagli, nonostante avessi solo un anno e mezzo.

La tua idea di felicità. Sono molto felice in quei pomeriggi di fine primavera o inizio estate, di musica e amici seduti su un prato o al mare. Il tempo sembra infinito, sono con persone con cui sto bene e mi sento di poter fare tutto quello che voglio.

Un rimpianto. Non aver fatto l’Erasmus.

Un sogno ricorrente. Faccio sogni ricorrenti fin da bambina e tendenzialmente sono distopici. Il sogno comincia a casa dei miei nonni e poi mi ritrovo in una sorta di cittadella mediorientale e scappo tra le vie strette di un mercato. Negli anni lo scenario è diventato più complesso e ricco di dettagli, mantenendone però i tratti principali.

Un luogo dove ritorni quando puoi. Berlino. O il mare.

Una cosa difficile che ti è capitato di dover fare? Andare al funerale dei miei nonni.

La app che usi più di frequente? Instagram. Seguo profili di magazine o persone che mi interessano per fare ricerca visuale e per non dover solo leggere articoli.

Il viaggio della vita? Penso di non averlo ancora fatto. Prossime mete: Sud America e la Cina.

Una generazione che ti affascina. La generazione che ha vissuto la propria gioventù durante la Seconda Guerra Mondiale perché hanno vissuto una trasformazione incredibile e violenta del mondo, cercando di immaginarsene poi uno nuovo, catapultati da una vita agricola a un’epoca di benessere e contraddizioni.

Dove prendi le decisioni importanti? Molto spesso vicino ad una finestra. Mi siedo lì e guardo fuori mentre penso.

Cosa consideri sopravvalutato? Il concetto di brand. I soldi che spendiamo per metterci addosso un timbro o una firma spesso non sono corrisposti da un prodotto che ha veramente qualità o caratteristiche di valore.

Qualcuno che ammiri nella vita reale? Ho degli amici che ammiro molto, per come pensano e per come vivono la vita. Con loro sento di potermi esprimere liberamente e rompere un po’ il mio guscio protettivo.

Quel che detesti più di tutto? L’ignoranza.

La tua stravaganza? Faccio discorsi e litigi interiori che gli altri non sanno che stanno accadendo e ho una passione sfrenata per i glitter. Anche nei giorni più difficili una spolverata di glitter può strapparmi un sorriso.

Come passi il tempo libero? Leggo molto.

L’incontro che ti ha cambiato la vita? Quello che mi ha portato a dire sì di pancia a un viaggio lontano.

Una frase che ripeti spesso? “Ho letto che…”.

Il dono di natura che vorresti avere? Avere una memoria infallibile.

Un ricordo di un giorno di lavoro? Quando con il mio vecchio team di lavoro eravamo ad Amsterdam: dopo una giornata di workshop intenso siamo finiti tutti in un locale techno da cui siamo usciti più che brilli e ci siamo trovati a vagare per la città in bicicletta. Probabilmente l’iniziativa di team building meno programmata ma meglio riuscita di sempre.

In cosa sei particolarmente brava? A studiare e scovare qualunque cosa online.

La tua più grande conquista? Avere più autocontrollo. Ma ci sto ancora lavorando su.

Se non avessi fatto il mestiere che fai, cosa faresti? Anche se dovessi cambiare lavoro, mi immagino comunque qualcosa che ha a che fare con la ricerca, lo studio e il racconto.

Da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso:

  • Film preferito: L’attimo fuggente
  • Un artista che ti manda in fibrillazione: Georg Grosz
  • Serie Tv definitiva: Mad Man
  • Piatto irrinunciabile: Pizza
  • Il libro che ha cambiato il tuo modo di vedere le cose: 1493, Uncovering the New World Columbus Created di Charles C.Mann
  • Oggetto senza il quale non potresti vivere: Bicchiere per un buon Gin Tonic

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