Michael Kirkham — Urban Goals

L’aura melanconica del giocare in strada

Uno-Due
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5 min readJan 22, 2017

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By Mattia Kessli

© Michael Kirkham

Michael Kirkham è la mente e l’obiettivo dietro al progetto “Urban Goals”. Cominciando da Liverpool, Michael ha documentato quei luoghi in cui tutti abbiamo giocato da piccoli. Per calciare una palla (o una lattina vuota), non serviva una rete, non servivano neanche due pali. Bastava un muro e una porta disegnata.

Creando una bellissimo equilibrio tra l’aura malinconica, le atmosfere dell’Inghilterra e i ricordi da bambini, Urban Goals è un progetto che tocca corde uniche e potenti attraverso una sensibilità fotografica semplice e diretta.

Lo abbiamo intervistato per fargli alcune domande riguardo ai retroscena del progetto.

Raccontaci del progetto, le foto sono tutte fatte intorno a Liverpool? Che reazioni hai avuto?

Le foto le ho fatte in giro per la Gran Bretagna. Fino ad’ora ho visitato Liverpool, Manchester, London, Hull, Sheffield, Leeds, Rochdale, Oldham & Bradford. Le reazioni sono state fantastiche, tutti ci si rispecchiano. Ci abbiamo giocato tutti da piccoli, e mi hanno scritto molte persone che ci hanno giocato e che le hanno dipinte. Sono luoghi che rievocano tante belle memorie.

Come ti é venuta l’idea?

Ci sono così tante [porte disegnate] a Liverpool, le vedo tutti I giorni. Ho cominciato a pensare ai sogni dei bambini che ci giocano. Di solito queste porte sono disegnate in quartieri disagiati e cadenti. I ragazzi che ci vivono sono dimenticati, o al massimo ignorati dallo stato. Mi sono immaginato i loro obiettivi, le loro ‘porte urbane’. (In inglese la parola ‘goal’ può significare sia ‘obbiettivo’ che ‘porta’ n.d.r)

© Michael Kirkham

Ti sei ispirato alla tua esperienza personale? Giocavi anche tu per strada da piccolo?

Sì, moltissimo. [Da piccoli] usavamo di tutto per giocare, lattine vuote, palle da tennis.. Si giocava sempre per strada davanti casa. A volte ci riuscivamo a permettere persino una vera palla.

Senti che la città–o almeno parti–abbiano ancora un’identità definita?

Sei andato via da Liverpool per poi tornarci. Come è cambiata la città? I ragazzi giocano ancora per strada? Ci si sente a voi la città, o parti di esso, ancora avere un’identità precisa?

Ci siamo trasferiti nel sud-est [dell’Inghilterra] quando avevo 8 anni e sono tornato all’età di 26 anni, la città è cambiata molto, in meglio. I bambini non sembrano giocare più in strada così tanto, ma penso sia una tendenza nazionale, e che abbia più a che fare con la società e la tecnologia del calcio. Ho sempre sentito Liverpool come la mia città natale, e anche se non ho più l’accento, il sangue nelle mie vene è rosso in tutti I sensi. Una cosa interessante del progetto è stato capire le piccole stranezze che compongono una città e la sua identità. Liverpool ne ha moltissime; ed ha anche il maggior numero di porte disegnate, quindi ci deve essere un collegamento lì, non credi?

© Michael Kirkham

La gente ha una visione diversa dello sport? Pensi ci sia una crisi del calcio ‘popolare’? Pensi ci sia un declino del calcio come solo intrattenimento?

Per me è una crisi economica. Non c’è abbastanza investimento a livello base in questo paese, e si riflette sul calibro della squadra nazionale. Non direi però che lo sport sia in crisi, I campionati amatoriali sembrano essere più vivi che mai qui in UK. Deve essere un bene, no?

Come pensi che la città influenzi la scena del calcio, non solo a livello professionale?

Qui a Liverpool, non sono sicuro chi influenzi chi. Le squadre, la città o la gente?

© Michael Kirkham

Parliamo di fotogradia. A chi o cosa ti ispiri?

Mi ispira la socitetà, i nostri tempi. Molto del mio lavoro si incentra sul tema di classe e il suo posto nella società. Sono affascinato dalla capacità della fotografia di registrare la storia. Il lavoro di Robert Capa e Don McCullin sono ancora enormi influenze su di me, lo sono da quando ero un bambino.

Quale sono le qualità di un buon fotografo di strada?

Capire la gente, i tuoi soggetti. L’empatia, e un occhio all’inusuale.

Quale sarà il prossimo progetto? Qualcosa relazionato al calcio?

Spero di espandere il progetto un po’ e lavorare–attraverso il calcio–con alcuni enti di beneficenza locali e le organizzazioni.

All Pictures © Michael Kirkham

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