Governo, sono ore cruciali. I 4 scenari e i rischi per il Paese

Conte al Quirinale con la lista dei ministri. Si tratta ancora sul nome di Savona

Giorgio Baglio
upday IT
3 min readMay 27, 2018

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Sono ore di febbrili trattative per la formazione del governo. Siamo arrivati al rush finale: se entro domani non si riuscisse a trovare la quadra, le elezioni anticipate potrebbero essere l’unica via percorribile.

Il premier incaricato, Giuseppe Conte — Fabio Cimaglia / LaPresse

Ormai da qualche giorno l’impasse è sul nome del futuro ministro dell’Economia, proposto dalla Lega, Paolo Savona. La posizione del Colle sulla sua figura sembra irremovibile. Oltre alle posizioni fortemente critiche nei confronti dell’euro, la preoccupazione del Quirinale è che la nomina di Savona possa provocare una rottura insanabile tra Italia e Germania. A pesare come un macigno è una delle frasi contenute nella sua autobiografia, in cui il professore paragona la Germania di Angela Merkel a quella nazista di Adolf Hitler. Un’affermazione intollerabile per i tedeschi.

Ci sono quattro scenari possibili, mentre il premier incaricato Giuseppe Conte è pronto a tornare dal presidente della Repubblica con la lista dei ministri per sciogliere la riserva.

Primo scenario: il leader della Lega, Matteo Salvini, cede sul nome di Savona. Il professore va a Palazzo Chigi come consigliere economico del premier. Al ministero dell’Economia va il leghista Giancarlo Giorgetti. Nasce il governo Lega-5 Stelle.

Matteo Salvini — LaPresse

Secondo scenario: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accetta la nomina di Savona come ministro dell’Economia. Si tratta di uno scenario altamente improbabile, perché per Mattarella significherebbe aver ceduto alle pressioni e ai diktat. Ciò rappresenterebbe un vulnus per le prerogative costituzionali del capo dello Stato, al quale, ricordiamolo, spetta la nomina dei ministri.

Terzo scenario: si fa strada anche la possibilità di uno spacchettamento del ministero dell’Economia in Tesoro e Finanza, con la possibilità di dare quest’ultimo a Savona per far sì che abbia un ruolo ridimensionato e meno voce in capitolo sulle politiche macroeconomiche da portare in sede europea.

Quarto scenario: si arriva al muro contro muro. Conte porta la lista con Savona all’Economia. Mattarella dice no e il premier scioglie la riserva negativamente. Si apre la strada per il voto anticipato. E la campagna elettorale, soprattutto quella della Lega, sarebbe tutta incentrata su poteri forti, establishment, egemonia della Germania, ingerenze straniere.

A guadagnare più voti potrebbe essere il partito di Matteo Salvini. Tra i retroscena di questi giorni si ipotizzava anche che il braccio di ferro con il Colle sul nome di Savona fosse una strategia della Lega per tornare alle urne, puntando alla pancia del Paese. Ma la partita, arrivati a questo punto, è molto rischiosa: contrapporre il “popolo” al Quirinale e al suo ruolo super partes di garanzia è una ferita che non ci possiamo permettere.

Ricordiamoci un’ultima cosa: domani riaprono le borse e gli speculatori sono in agguato. Lo spread — il differenziale di rendimento tra i nostri titoli e quelli tedeschi — e gli indici di Piazza Affari segneranno ancora una volta il termometro di una crisi durata fin troppo.

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Giorgio Baglio
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