Salotto upday — Le “Notti Magiche” degli eterni anni ’90

Il mondo è andato avanti, ma quel periodo sembra non volerci abbandonare più. Un libro di Errico Buonanno e Luca Mastrantonio raccoglie volti, storie, simboli e feticci di una fase che, forse, “non supereremo mai”

Federico Thoman
upday IT
5 min readJan 18, 2018

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Totò Schillaci, uomo simbolo dell’Italia ai Mondiali casalinghi del 1990 (foto Getty Images)

L’ultimo decennio del “secolo breve”, il Novecento, è stato un po’ più lungo. Il crollo di un muro, quello di Berlino nel 1989, e di due torri, quelle gemelle di New York l’11 settembre 2001, sono le due cesure. Da una struggente promessa di libertà e pace a una nuova normalità su cui aleggia una presunta minaccia costante e intangibile, il terrorismo, il passo è stato corto, in apparenza. Neanche 12 anni. Ma in quel lasso di tempo le pulsioni sociali, politiche, culturali, musicali, economiche, sportive e persino commerciali hanno dato vita a un miscuglio di emozioni e rappresentazioni che sembra non volere lasciarci mai. Non è un caso se proprio ieri sera su Italia1 ha debuttato in prima serata un programma chiamato “90 Special” dedicato proprio agli anni ‘90.

Un atlante sentimentale da Berlusconi a Schillaci

Silvio Berlusconi nel 1994, poco prima di diventare premier

È invece con un libro che Errico Buonanno e Luca Mastrantonio cercano di guidarci in questo dedalo di immagini e simboli. Vogliono offrirci una retrospettiva che non ha il retrogusto insipido della nostalgia fine a sé stessa, ma la carica fresca di uno stimolo attualizzante. Il volume si chiama Notti Magiche — Atlante sentimentale degli anni novanta (Utet) e in esso i due autori ripercorrono miti, riti e soprattutto icone di questi benedetti e maledetti anni Novanta. Da Totò Schillaci a Roberto Baggio, dalla Smemoranda al Tamagochi, da Bush padre a Bill Clinton, da Craxi a Di Pietro, da Berlusconi a Prodi, un diario e itinerario nei luoghi e nei volti di un mondo e di una visione del mondo che sembrano così distanti eppure ancora così vicini a noi.

Evocare e rievocare con le immagini

Oggi “ultratrentenni”, Buonanno e Mastrantonio hanno vissuto in quegli anni il cuore della loro adolescenza. Un periodo che, quasi per tutti, è fatto di slanci, ormoni, eccessi e oscillazioni di ogni sorta. Un periodo in cui il bisogno di appartenenza e riconoscimento dell’individuo in un ‘gruppo’ (la classe, la squadra, la ‘compagnia’ di amici) raggiunge il suo picco massimo. L’obiezione immediata che può fare chi non ha vissuto quegli anni è quella di dire: “Ok, va bene, ma io cosa posso capirne?”. La bravura di Buonanno e Mastrantonio sta proprio nell’aver costruito un percorso in cui le linee del tempo e dello spazio si dilatano e si intersecano senza opprimere o imbarazzare. Come? Parlando per immagini, nomi (anche marchi) e volti. Un’antologia di personaggi, oggetti e vicende che riporta con la mente e a volte col cuore a un episodio particolare della propria esistenza.

Una Smemoranda dei ricordi

Una “Smemoranda”, il diario più celebre degli studenti italiani negli anni ’90 (foto di Federico Thoman)

Sfogliando il libro la narrazione è infatti godibile, diretta e immediata. Ma la struttura del volume, come spiegano gli autori nell’introduzione, è in realtà parecchio articolata e raffinata. I livelli di lettura possono essere così molteplici. Si può sfogliare il testo proprio come si faceva una volta, d’estate, con “la Smemo” dell’anno scolastico appena terminato. Per cazzeggio, per avere voglia di fare un tuffo pigro in un passato più o meno recente. L’atlante, in questo senso, è un’antologia intimista. Una raccolta di mappe, documenti e carte che ci guida dentro noi stessi e nei nostri ricordi. Passando senza soluzione di continuità dal bianchetto alla merendina mangiata all’intervallo, dall’odio (o amore) viscerale per Take That o Spice Girls al chiedersi che fine ha fatto Mauro Repetto (il biondino che saltava senza aprire bocca dietro Max Pezzali negli “anni d’oro” degli 883).

Il passato come specchio

Si può però leggere Notti Magiche anche con uno sguardo più analitico. Ecco così che l’arguzia e la capacità degli autori rivelano un sottotesto fitto di riferimenti che, anche se non criptici, non sono all’apparenza usuali per quello che dalla copertina e dalle molte, fondamentali immagini sembrerebbe un libro ‘allegro’ e spensierato. Lo sguardo rivolto agli anni Novanta diventa infatti occasione di guardarsi oggi allo specchio. E di chiedersi come individui, come uomini (il libro è, giocoforza, parecchio androcentrico: sarebbe bello, magari, leggerne una versione scritta da due donne), come italiani, come europei e come cittadini del mondo a che punto siamo oggi. Se le promesse confuse, contraddittorie, giuste e sbagliate di oltre 20 anni fa siano state realizzate, tradite o accantonate.

Un viaggio nei ricordi personalizzabile all’infinito

Qui sotto, tre percorsi personali, tre riflessioni. Ma le vie del ricordare sarebbero davvero infinite.

  1. Con l’esplosione di internet, che negli anni Novanta era un balbettante e gracchiante modem a 56k, la televisione non è più il mezzo sovrano. O forse da noi, in Italia, lo è ancora? Negli anni Novanta quella commerciale e nazional-popolare raggiunse vette inesplorate: vedere oggi Non è la Rai è un’esperienza quasi allucinatoria. Ma all’epoca fu una rivelazione quasi mistica.
  2. Un Paese, l’Italia, che politicamente ha vissuto più sussulti di un viaggio sulle montagne russe vede tra i protagonisti alle prossime elezioni l’asse Berlusconi/Lega/destra ex An ex Msi (ex) nostalgica di altri periodi in un surreale replay del 1994. L’anno dei Mondiali negli Usa. E di Baggio. E del rigore di Baggio in finale col Brasile. Ecco, sarà forse per evitare altri atroci dolori che gli Azzurri hanno pensato di non qualificarsi affatto per la fase finale dei prossimi Mondiali. Che si giocheranno in Russia, una cosa impensabile soltanto 20 anni fa poco dopo la fine dell’Urss e della Guerra Fredda. Gli anni che proiettarono il verbo e il dollaro americani da dominatori su scala globale.
  3. Ecco, di globalizzazione ormai oggi non si parla più, perché completamente ‘assorbita’. Fu però proprio sul finire degli anni Novanta, nel novembre 1999, a Seattle (città di Kurt Cobain, ma anche di Amazon) che il movimento “No-Global” fece la sua prima comparsa. Tra persone festose e variopinte e i famigerati black-bloc imparammo a familiarizzare con un lessico che durante il G8 di Genova, nel luglio 2001, divenne imperante su giornali e tiggì. Accompagnato da immagini sconvolgenti di violenze e proteste. E di morte, quella di Carlo Giuliani. Quell’evento segnò la fine degli anni ’90 in Italia.

Ognuno può costruirsi un proprio percorso interiore e oggettuale. Il merito dei due autori — che sono un po’ guide turistiche, un po’ psicologi e un po’ scienziati che ci fanno viaggiare nel tempo — è quello di aver fornito una piattaforma con un sacco di possibilità. Un Jukebox (ehi, ma allora ci sono anche cose antecedenti agli anni Novanta!) memoriale, uno Spotify dei ricordi. Il patto non scritto che il lettore fa con Buonanno e Mastrantonio è che, però, questo viaggio sentimentale è da fare soprattutto da soli.

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