Thailandia, storia di un’odissea a lieto fine

Sono tutti salvi, finalmente. Dopo 17 giorni col fiato sospeso, il mondo celebra il salvataggio dei 12 piccoli calciatori e del loro allenatore. Ecco come siamo arrivati all’epilogo

The upday team
upday IT
3 min readJul 10, 2018

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Un’ambulanza sul luogo dei soccorsi — YE AUNG THU/AFP/Getty Images

La scomparsa — È il 23 giugno quando la squadra dei ‘Cinghiali selvatici’, dopo un allenamento, si addentra nella grotta di Tham Luang, nella provincia settentrionale di Chiang Rai, per un picnic. Con loro anche l’allenatore. La sera il gruppo non fa ritorno e scatta l’allarme: le loro bici vengono ritrovate all’esterno della grotta, ma dei ragazzi non c’è traccia.

Sul perché i ragazzini si siano addentrati nella grotta si è detto tanto e diverse sono le ipotesi, fra cui anche quella di un rito di iniziazione. Potrà forse chiarirlo l’allenatore, che ha già chiesto scusa dopo il ritrovamento e che ora rischia di essere incriminato. Dai genitori dei ragazzi messaggi di affetto e rassicurazione.

Giorno 9 — Dopo nove giorni di estenuanti ricerche, il miracoloso ritrovamento. I ragazzi sono vivi e, nonostante tutto, in salute. A ritrovarli sono due speleologi britannici. Le forti piogge del giorno della gita avevano fatto innalzare il livello dell’acqua all’interno del complesso di grotte allagando le vie d’uscita. Ora la sfida è tirarli fuori. Inizialmente si ipotizzano tempi lunghissimi, addirittura 4 mesi, ma a uno studio più attento l’ipotesi viene scartata: l’ossigeno è in calo all’interno della grotta, bisogna fare presto.

Giorno 12 — Medici, infermieri, speleologi e sub si alternano all’interno di Tham Luang. Non portano solo cibo, ossigeno e cure, ma iniziano l’addestramento dei ragazzi, che dovranno imparare a immergersi in tempi record. L’acqua infatti, nonostante gli interventi, non cala abbastanza e continua a bloccare le vie di fuga. Il 5 luglio un volontario thailandese di 38 anni, Saman Gunan, ex soldato sub, muore per mancanza di ossigeno mentre stava uscendo dalla grotta proprio dopo aver portato alcune bombole. Il re Vajiralongkorn lo promuove al grado di sergente, disponendo funerali speciali per l’uomo che in Thailandia è già un eroe.

Il percorso è tutt’altro che semplice e la morte del sub aumenta i dubbi sulla fattibilità dell’impresa, ma i soccorritori assicurano che si tratta dell’opzione migliore. La grafica della Reuters mostra chiaramente in cosa consiste.

Giorno 15 — L’8 luglio parte la prima spedizione. Dopo 11 ore i primi 4 ragazzi sono salvi. Per ripartire con le operazioni saranno necessarie diverse ore di stop.

Giorno 16 — La mattina seguente altri 4 ragazzi vengono portati fuori. Si trovano tutti ricoverati all’ospedale Prachanukroh di Chiang Rai, dove è stato riservato loro un intero piano e dove, in via precauzionale, verranno tenuti in isolamento. All’appello mancano ancora 4 membri della squadra, quelli considerati ‘più forti’ e quindi in grado di resistere più a lungo. L’allenatore sarà estratto per ultimo.

Giorno 17 — Con il salvataggio dell’allenatore si conclude il recupero della squadra. I ragazzi saranno tenuti in osservazione in ospedale, ma sembrano tutti in buone condizioni.

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