Fondi Europei \ Per portarli a casa servono…

Black Samuel Bellamy
UpSideDown Ferrara
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4 min readAug 3, 2018

Mi collego al video pubblicato su Facebook “A cosa servono e come si portano a casa i fondi europei. A volte ci si dimentica l’importanza dell’Unione Europea per le comunità”.

Aggiungo un sottotitolo:

per riprenderci, con gli interessi, cioè con una nostra crescita in termini di competenze, qualità urbana, e coesione sociale, gli investimenti che come Paese, facciamo in Europa, come ci dobbiamo comportare?

Una breve, ma intensa serie di punti per migliorare lo status di Ferrara, che nonostante tutto sviluppa e partecipa in programmi EU.

Volontà politica. Andiamo non nascondiamoci dietro a questo tema, che rimane il grande scoglio nel volere partecipare o meno ad una programmazione EU. La programmazione ha una durata minima di sette anni, in alcuni casi i progetti al suo interno possono durare due anni, tre o quattro, se molto complessi, e questo significa che molto spesso i tempi di una mandato politico non corrispondono con quelli di una partecipazione ad un programma EU, che prevede minimo anche una fase di avvio, prima della eventuale selezione di almeno sei mesi (identifica progetto, identifica partner, scrivi progetto, revisione del progetto, ecc.). Se sommiamo il tutto arriviamo a tre anni minimo. Quindi volontà politica significa non tanto volere partecipare ad un programma, con un progetto, ma volerlo anche se sarà l’amministrazione successiva che lo attiverà o lo porterà a compimento. In sintesi volerlo per la città, volerlo per uno scopo preciso, un bisogno a cui dare risposta, una sfida da superare.

Visione per la città. Ora, si spera che chi amministra una città abbia una visione politica, e che sia in grado di differenziare ciò che è amministrazione corrente da ciò che è costruzione dei presupposti per il futuro. Tutti e due questi campi sono importanti, ma il secondo prevede che il politico si trasformi da amministratore, e come avrebbe detto un mio ex collega “un buon padre di famiglia”, in persona che è in grado di mettere in collegamento i valori locali, quelli che sono considerati i motori economici, sociali, culturali, ambientali di una città, con una serie di spinte propulsive esterne. In questo caso la partecipazione a programmazioni EU deve essere coerente con la visione di sviluppo della città e deve essere mirati a rafforzare le sue caratteristiche. Quali sono gli assets (risorse) di sviluppo di una città? Quali sono le modifiche da apportare per sostenere questi assets (risorse)? Cosa ci aspettiamo dalla partecipazione a programmi EU? Come possiamo misurare il cambiamento? Come possiamo diffondere i risultati ad un ampio pubblico che non sia solo tecnico?

Capacità tecnica. A maggio del 2018 ho avuto il piacere di collaborare con il Comune di Napoli per alcuni attività legate ad un progetto EU. Ho avuto la fortuna di vedere come loro lavorano e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Dal 2008 partecipano attivamente a questo programma e il fatto di avere vinto 4 progetti (dal 2008 ad oggi), inerenti la rigenerazione urbana, il riuso di edifici pubblici, e la coesione sociale, ha fatto di loro una città riferimento in questi settori. Ma per arrivare a questi livelli hanno organizzato un ufficio EU che lavora su più fronti: ricerca progetti, disegno progetti (sviluppo con risorse interne ed esterne), comunicazione strategica, integrazione attiva con tutti i dipartimenti del Comune interessati dai progetti, gestione diretta dei progetti. Ovviamente la conoscenza di almeno due lingue comunitarie è obbligatoria. Che dire, lavorano bene, e lavorano integrando competenze interne all’amministrazione ed esterne.

Valorizzazione \ Armonizzazione. La partecipazione a progetti EU deve essere realizzata cercando sempre di creare armonia tra i progetti già esistenti in città, e il sostegno dei fondi EU. Significa partecipare non perché devi, o perché il politico di turno ha una voglia, ma perché si è in possesso di una chiara visione i città, e sono chiari e condivisi gli obiettivi che si devono raggiungere con il sostegno dei fondi EU. Valorizzare i progetti locali esistenti, armonizzare i progetti EU con questi è uno degli aspetti prioritari per poter accedere a fondi comunitari e per creare armonia tra i vari strumenti di sviluppo locale.

Comunicare. Molto spesso le amministrazioni partecipano a molti programmi EU ma comunicano malissimo queste attività: newsletter che nessun leggerà ma sono obbligatorie perché richieste dall’Appication Form (documento regola le attività da svolgere nei progetti EU); paginetta FB dove mettere fotine e post in cui i cittadini vedono che gli amministratori sono in vacanza; Twitter poco; pagina web istituzionale che palle ma bisogna attivarla perché richiesta. Comunicare in maniera coerente (strategica) avendo chiaro quali sono i pubblici che si vogliono colpire è fondamentale per gestire le ricadute dei progetti EU. La comunicazione è parte integrate di un buon progetto perché veicola in maniere ottimale il valore dei risultati ottenuti.

Comunicare e raccogliere suggerimenti. Foto emblematica: Otranto 1979, un certo Renzo Piano organizza un Laboratorio di quartiere per diffondere e raccogliere suggerimenti inerenti un progetto UNESCO. NO Facebook, Twitter, solo socialità di contatto!

Ricadute. Partecipare a programmi EU significa mettersi in gioco su due livelli: il primo Europeo, lavorare con partner con capacità e culture differenti, per trovare un soluzione innovativa ad un problema specifico; il secondo locale, coinvolgo il mio ecosistema di stakeholders affinché io amministrazione sia in grado di diffondere i risultai ottenuti ma sopratutto sia in grado di costruire un patto urbano, con questi attori, che mi consenta di dare continuità, durabilità alle idee nate da progetti EU. Partecipare a programmi EU implica la costruzione di una visione binoculare.

…quando entrambi gli occhi partecipano alla visione dello stesso soggetto o della stessa area di campo…

Solo 6 punti per rafforzare quanto espresso dal video pubblicato su pagina Facebook e per attivare una discussione, se fosse il caso.

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Black Samuel Bellamy
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Rokovoko è un'isola lontanissima a sud-ovest. Non è segnata in nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai