L’accessibilità, le ruote e i neo-genitori

Ovvero, quando si imbocca la strada sbagliata. Specie col passeggino.

Marco Buonvino
UXthis!
3 min readSep 12, 2019

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Una delle cose che si raccontano più spesso dell’essere genitori è il cambio di prospettiva che ne deriva.

Un esempio fra i più concreti è il modo differente di muoversi all’interno degli spazi urbani.

Un caso: il passeggino, immancabile compagno per genitori e bimbi.

Avendo all’improvviso il vincolo fisico di quattro ruote nei propri spostamenti, ci si ritrova a osservare rampe, scalini e punti di accesso in un modo diverso.

Purtroppo per molte persone questa condizione è permanente mentre un genitore sa che tornerà alla condizione precedente di mobilità, dopo qualche tempo.

Diventando meno agili, ci si rende conto dei vincoli architettonici.

Avendo fatto una rapida transizione a una diversa condizione di mobilità, bisogna fare i conti con il concetto di fissità mentale, ovvero le abitudini consolidate da una vita, ancora ben presenti in memoria e perciò molto facili da richiamare, anche inconsciamente.

Una dimostrazione può essere anche solo l’affrontare una semplice rampa.

Provenendo dalla strada principale, si incontrano una rampa, un piano inclinato e delle scale. Tre diversi modi di affrontare la salita verso uno spiazzo pubblico. Esempio catturato in marzo 2019.

Nell’esempio specifico, scovato in prossimità della torre Eurosky a Roma, transitando sul marciapiede si può incontrare un piano inclinato che concede l’accesso allo spiazzo superiore.

L’affordance di questo punto accesso è invitante: la salita appare come una vera e propria scorciatoia per salire in fretta, rispetto alle scale o alla rampa vicina.

Ricorda tanto il classico esempio del sentiero e della strada pavimentata, che qualche anno fa era una slide obbligata per chiunque volesse parlare di user experience.

Salendo però con il passeggino, ci si ritrova davanti a dei dissuasori legati fra loro da delle catenelle. Come un’involontaria trappola, ci si ritrova bloccati avendo l’unica alternativa di tornare indietro da dove si è venuti.

Se si prende la strada del piano inclinato, ci si ritrova la via sbarrata da delle catenelle.

Esiste un’alternativa appositamente progettata, ma paradossalmente rischia di essere meno visibile rispetto al piano inclinato.

In realtà, la rampa appositamente progettata c’è: è però una soluzione efficace?

Alcuni problemi di questa soluzione sono:

  • È meno conveniente rispetto al sentiero più breve (banalmente è più lungo e sono previsti dei tornanti)
  • Non è segnalata chiaramente e non risalta alla vista, specie se non si è concentrati
  • Provenendo dalla strada principale, la si incontra successivamente rispetto al sentiero più rapido

Qualche decina di metri più avanti c’è un altro punto di accesso. In questo caso, la soluzione è migliore: risulta infatti molto più chiaro l’invito all’interazione.

Una rampa con una resa differente rispetto all’esempio iniziale.

L’accesso di questa rampa ha un’affordance migliore e più invitante, e nel contempo il percorso è semplice e lineare (non prevede tornanti).

Questo secondo esempio rappresenta un modo migliore di consentire l’accesso, più universale e inclusivo, agli spazi pubblici che devono essere percorribili da tutti.

Incontrando barriere di questo tipo, che potremmo chiamare dei “falsi amici”, l’esperienza di genitore può essere quella di sentirsi ancora più inesperti per essere caduti distrattamente in questa ingenua trappola. Oppure ci si può sentire frustrati per il tempo perso o il disagio di dover percorrere più metri di quanto sarebbe stato necessario.

Se è vero che un genitore riacquista agilità dopo qualche tempo, invece una persona costretta a muoversi con l’ausilio di una carrozzina può talvolta sfruttare altre tecniche per non cadere in queste barriere.

Per questi e altri casi, il ruolo del designer è ancora più importante per facilitare la vita di ciascuno, sfruttando linee guida e strategie condivise di design per migliorare servizi e interfacce digitali o, ad esempio, per rendere più universale la produzione di contenuti nel web.

La morale? Quando si ha l’opportunità di fare un cambio di prospettiva, l’importante è non continuare a pensare allo stesso modo.

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Marco Buonvino
UXthis!

Sketcher, UX and Service designer, videogame and comics lover.